venerdì 15 marzo 2019

Con SCIENZIATE alla Casa del Conte Verde di Rivoli una mostra dedicata a 50 grandi donne dall'antichità ad oggi


Fino al 31 marzo la Casa del Conte Verde di Rivoli, ospita la mostra SCIENZIATE. Obiettivo è quello di far conoscere il lavoro di moltissime donne che hanno dedicato la vita alla ricerca nei vari campi della scienza e che spesso sono rimaste nell’ombra. La mostra ne presenta cinquanta, vissute dall’antichità a oggi, che sono state eccellenti matematiche, fisiche, e così via spaziando nei vari campi del sapere. Facendole riemergere dall’oblio, si spera possano essere di esempio e stimolo per le ragazze oggetto ancora oggi di pregiudizio e stereotipi di genere rispetto alla predisposizione alle cosiddette STEM.

Data la tematica, sono state coinvolte anche le scuole. Da sottolineare la partecipazione attiva al progetto grafico dell’intera mostra (pannelli, locandine, manifesti) degli allievi dell’Istituto Natta 4A Grafica e comunicazione. Il lavoro delle ragazze e dei ragazzi della classe è visibile nei pannelli in cui ognuno ha interpretato con la propria sensibilità e con il proprio stile, i ritratti delle scienziate. In mostra sono presenti alcune opere che hanno già partecipato a iniziative legate alla scienza e alle donne di scienza. In particolare si possono ricordare le due mostre presso la Regione Piemonte organizzate da Maria Rosa Menzio: “Regine dei numeri” nel 2018 dedicata alle matematiche e “Le signore dei cieli” nel 2017 per le astronome. Gli artisti coinvolti sono: Angela Betta Casale, Martino Bissacco, Gianfranco Cantù, Maria Grazia Fiore, Attilio Lauricella, Nikolinka Nikolova, Luciana Penna. Con loro la rivolese Silvana Maggi.

Sono previsti una serie di eventi collegati alla mostra:

Sabato 16 Marzo ore 16,30: L’attrice Anna Abate presenta la vita di quattro scienziate: Ipazia - Emilie du Chatelet - Marie Curie - Rita Levi Montalcini. 
Sabato 23 Marzo ore 16,30: Dal libro di Maria Rosa Pantè "La scienza delle donne": uno spettacolo di Sara Urban e Costanza Daf fara su Sofia Kovalevskaja e Emmy Noether
Sabato 11 Maggio ore 17: Premiazione del Concorso Scrivere donna della NEOS Edizioni e Premio speciale Città di Rivoli.

Curatrice della mostra: Rita Margaira, con le socie di rivolididonne, un'associazione di volontariato culturale che si propone di diffondere fra le donne la consapevolezza dei propri diritti e l’affermazione dei propri valori: Alida Novelli, Beatrice Saggio, Germana Massucco, Patrizia Pertusato, Silvana Maggi.

"La storia delle donne nella cultura e nella vita civile è stata una storia di emarginazione fino alla fine dell'Ottocento e in gran parte ancora fino alla metà del Novecento, almeno nei paesi industrializzati. In molti paesi in via di sviluppo, salvo rare eccezioni, le donne sono ben lontane non solo dall'aver raggiunto la parità con l'altro sesso, ma anche dal vedere loro riconosciuti i più elementari diritti di esseri umani. Quali possono essere le cause di questa situazione che risale indietro nei secoli? Forse già nelle epoche preistoriche, la forza fisica necessaria per sopravvivere, le numerose gravidanze e il lungo periodo di allattamento e di cura della prole hanno portato alla differenziazione dei compiti. Per secoli le donne che potevano avere accesso all'istruzione erano quelle rinchiuse nei conventi. Forse per questo le donne che sono emerse nel passato erano soprattutto umaniste, pittrici, scrittrici, poetesse, ma molto più raramente scienziate. Infatti chi ha attitudini artistiche o letterarie può emergere anche senza una preparazione specifica, mentre le scienze, e in particolare le cosiddette scienze "dure" come matematica e fisica richiedono una preparazione di base, senza la quale è quasi impossibile progredire. Solo quelle poche favorite dall'avere un padre, un fratello o un marito scienziato disposto a condividere le proprie cognizioni, potevano farsi una cultura scientifica. Basta ricordare che ancora all'inizio del XX secolo in molti paesi europei alle ragazze era precluso l'accesso alle università e anche ai licei.
Perciò le donne, escluse dalle università, escluse dall'educazione scientifica, sono emerse là dove potevano emergere.
Così è sorto il pregiudizio secondo cui le donne sarebbero più adatte alle materie letterarie e linguistiche che non a quelle scientifiche. Le stesse ragazze crescono in mezzo a questi pregiudizi e se ne lasciano influenzare, e scelgono le facoltà umanistiche anche contro le loro naturali inclinazioni, contribuendo così a rafforzare i pregiudizi stessi. Comunque oggi cresce sempre di più il numero di ragazze che scelgono materie ritenute tipicamente maschili come ingegneria."
                                                                                                                                                    Margherita Hack



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