Fino
al 31 marzo la Casa del Conte Verde di Rivoli, ospita la
mostra SCIENZIATE. Obiettivo è quello di far conoscere il
lavoro di moltissime donne che hanno dedicato la vita alla ricerca
nei vari campi della scienza e che spesso sono rimaste nell’ombra.
La mostra ne presenta cinquanta, vissute dall’antichità a oggi,
che sono state eccellenti matematiche, fisiche, e così via spaziando
nei vari campi del sapere. Facendole riemergere dall’oblio, si
spera possano essere di esempio e stimolo per le ragazze oggetto
ancora oggi di pregiudizio e stereotipi di genere rispetto alla
predisposizione alle cosiddette STEM.
Data
la tematica, sono state coinvolte anche le scuole. Da sottolineare la
partecipazione attiva al progetto grafico dell’intera mostra
(pannelli, locandine, manifesti) degli allievi dell’Istituto
Natta 4A Grafica e comunicazione. Il lavoro delle ragazze e dei
ragazzi della classe è visibile nei pannelli in cui ognuno ha
interpretato con la propria sensibilità e con il proprio stile, i
ritratti delle scienziate. In mostra sono presenti alcune opere che
hanno già partecipato a iniziative legate alla scienza e alle donne
di scienza. In particolare si possono ricordare le due mostre presso
la Regione Piemonte organizzate da Maria Rosa Menzio: “Regine
dei numeri” nel 2018 dedicata alle matematiche e “Le signore dei
cieli” nel 2017 per le astronome. Gli artisti coinvolti sono:
Angela Betta Casale, Martino Bissacco, Gianfranco Cantù, Maria
Grazia Fiore, Attilio Lauricella, Nikolinka Nikolova, Luciana Penna.
Con loro la rivolese Silvana Maggi.
Sono
previsti una serie di eventi collegati alla mostra:
Sabato 16 Marzo
ore 16,30: L’attrice Anna Abate presenta la vita di quattro
scienziate: Ipazia - Emilie du Chatelet - Marie Curie - Rita Levi
Montalcini.
Sabato 23 Marzo
ore 16,30: Dal libro di Maria Rosa Pantè "La scienza delle
donne": uno spettacolo di Sara Urban e Costanza Daf fara su
Sofia Kovalevskaja e Emmy Noether
Sabato 11 Maggio
ore 17: Premiazione del Concorso Scrivere donna della NEOS
Edizioni e Premio speciale Città di Rivoli.
Curatrice
della mostra: Rita Margaira, con le socie di rivolididonne,
un'associazione di volontariato culturale che si propone di
diffondere fra le donne la consapevolezza dei propri diritti e
l’affermazione dei propri valori: Alida Novelli, Beatrice Saggio,
Germana Massucco, Patrizia Pertusato, Silvana Maggi.
"La
storia delle donne nella cultura e nella vita civile è stata una
storia di emarginazione fino alla fine dell'Ottocento e in gran parte
ancora fino alla metà del Novecento, almeno nei paesi
industrializzati. In molti paesi in via di sviluppo, salvo rare
eccezioni, le donne sono ben lontane non solo dall'aver raggiunto la
parità con l'altro sesso, ma anche dal vedere loro riconosciuti i
più elementari diritti di esseri umani. Quali possono essere le
cause di questa situazione che risale indietro nei secoli? Forse già
nelle epoche preistoriche, la forza fisica necessaria per
sopravvivere, le numerose gravidanze e il lungo periodo di
allattamento e di cura della prole hanno portato alla
differenziazione dei compiti. Per secoli le donne che potevano avere
accesso all'istruzione erano quelle rinchiuse nei conventi. Forse per
questo le donne che sono emerse nel passato erano soprattutto
umaniste, pittrici, scrittrici, poetesse, ma molto più raramente
scienziate. Infatti chi ha attitudini artistiche o letterarie può
emergere anche senza una preparazione specifica, mentre le scienze, e
in particolare le cosiddette scienze "dure" come matematica
e fisica richiedono una preparazione di base, senza la quale è quasi
impossibile progredire. Solo quelle poche favorite dall'avere un
padre, un fratello o un marito scienziato disposto a condividere le
proprie cognizioni, potevano farsi una cultura scientifica. Basta
ricordare che ancora all'inizio del XX secolo in molti paesi europei
alle ragazze era precluso l'accesso alle università e anche ai
licei.
Perciò le donne, escluse dalle università, escluse dall'educazione scientifica, sono emerse là dove potevano emergere. Così è sorto il pregiudizio secondo cui le donne sarebbero più adatte alle materie letterarie e linguistiche che non a quelle scientifiche. Le stesse ragazze crescono in mezzo a questi pregiudizi e se ne lasciano influenzare, e scelgono le facoltà umanistiche anche contro le loro naturali inclinazioni, contribuendo così a rafforzare i pregiudizi stessi. Comunque oggi cresce sempre di più il numero di ragazze che scelgono materie ritenute tipicamente maschili come ingegneria."
Perciò le donne, escluse dalle università, escluse dall'educazione scientifica, sono emerse là dove potevano emergere. Così è sorto il pregiudizio secondo cui le donne sarebbero più adatte alle materie letterarie e linguistiche che non a quelle scientifiche. Le stesse ragazze crescono in mezzo a questi pregiudizi e se ne lasciano influenzare, e scelgono le facoltà umanistiche anche contro le loro naturali inclinazioni, contribuendo così a rafforzare i pregiudizi stessi. Comunque oggi cresce sempre di più il numero di ragazze che scelgono materie ritenute tipicamente maschili come ingegneria."
Margherita
Hack


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