Giovedì 30
novembre, ore 18.30,
al Circolo dei lettori (via
Bogino 9 a Torino), si terrà l'incontro tra il filosofo
Maurizio Ferraris e Giuseppe Laterza editore, a
commento del saggio Retrotopia (Laterza) del sociologo
Zygmunt Bauman, inventore di termini che sono diventatati modi
di intendere la realtà – in primis la folgorante intuizione della
“modernità liquida”. Tra le pagine della sua opera una nuova
tesi: dopo l'età delle utopie del futuro e quella che ha negato ogni
utopia, oggi viviamo l'epoca dell'utopia del passato.
Infatti, secondo
Bauman, abbiamo invertito la rotta e navighiamo a ritroso: il futuro
è sotto processo e il passato è stato rivalutato, a torto o a
ragione, come spazio in cui le speranze non sono ancora screditate.
Sono gli anni della “retrotopia”, dove il futuro si fa incerto e
inaffidabile, mentre il passato è apprezzato per la sua presunta
stabilità e affidabilità. Con una simile visione, il futuro, da
habitat naturale di speranze e aspettative legittime, si trasforma in
incubo: dal terrore di perdere il lavoro e lo status sociale, a
quello di vedersi riprendere le cose di una vita, di rimanere
impotenti a guardare mentre i propri figli scivolano giù per il
pendio del binomio benessere-prestigio, di ritrovarsi con abilità
che, sebbene faticosamente apprese e assimilate, hanno perso
qualsiasi valore di mercato. La via del futuro somiglia stranamente a
un percorso di corruzione e degenerazione. Il cammino a ritroso,
verso il passato, potrebbe trasformarsi in un itinerario di
purificazione dai danni che il futuro ha prodotto ogni qual volta si
è fatto presente.
Scrive Bauman «Il
fenomeno che definisco “retrotopia” deriva dalla negazione della
negazione dell’utopia, che con il lascito di Tommaso Moro ha in
comune il riferimento a un topos di sovranità territoriale: l’idea
saldamente radicata di offrire, e possibilmente garantire, un minimo
accettabile di stabilità, e quindi un grado soddisfacente di fiducia
in se stessi. Al tempo stesso, la “retrotopia” si discosta
dall’eredità di Moro in quanto approva, fa proprie e assimila le
contribuzioni/correzioni apportate dal suo predecessore immediato,
che aveva rimpiazzato l’idea di “perfezione assoluta” con
l’assunto di non-definitività e di endemico dinamismo dell’ordine
delle cose, ammettendo in tal modo la possibilità (e desiderabilità)
di una infinita successione di cambiamenti ulteriori, che
l’originaria idea di utopia delegittimava e precludeva a priori.
Fedele allo spirito dell’utopia, la “retrotopia” è spronata
dalla speranza di riconciliare finalmente la sicurezza con la
libertà: impresa mai tentata – e, in ogni caso, mai realizzata –
né dalla visione originaria né dalla sua prima negazione».
Ingresso libero
fino a esaurimento posti
Altre
info: www.circololettori.it
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