domenica 3 dicembre 2017

Cinque vetture da corsa storiche del Museo dell'Automobile in mostra al Motor Show di Bologna

Anche quest’anno il MAUTO Museo Nazionale dell’Automobile sarà presente al Motor Show di Bologna, in programma dal 2 al 10 dicembre 2017 presso Bologna Fiere, portando in mostra quattro importanti vetture da corsa, simbolo della sua collezione permanente: la Temperino mod. 8/10 HP, che ebbe un certo successo in Italia e all’estero per le sue doti di economicità e maneggevolezza; la Monaco-Trossi da competizione collaudata dallo stesso Trossi nelle prove del G.P. d’Italia, a Monza, nel 1935; la Itala mod. 11, presentata nel 1925 dalla prestigiosa marca Itala e realizzata su progetto dell’ingegnere Giulio Cesare Cappa; e la Monaco-Nardi mod. Chichibio, costruita da Augusto Monaco con la collaborazione di Enrico Nardi, Massimo Lancia e Giulio Aymini. Quest’ultima vettura sarà protagonista delle operazioni di restauro eseguite in diretta nello stand, dove sarà anche esposta una gigantografia riproducente i disegni tecnici della Itala mod. 11, facenti parte del fondo che i familiari dell’Ing. Cappa hanno donato al Museo e tuttora conservati nel Centro di Documentazione.
Alle quattro vetture se ne aggiungerà una quinta, la OM 469 N del 1922, che sarà invece esposta nello stand della rivista Ruoteclassiche.

Anche attraverso la partecipazione al più importante appuntamento dedicato agli appassionati delle quattro ruote, il MAUTO - luogo di memoria prestigioso e unico nel suo genere in costante evoluzione - vuole ancora una volta ribadire la sua mission non solo conservativa ma anche didattica: lo stile deve essere coniugato alla funzionalità e ogni vettura pensata e disegnata per muoversi in un contesto e di quel contesto farsi interprete.

Temperino mod. 8/10 HP (Italia, 1920)


La Temperino era una fabbrica di vetturette a due posti, fondata a Torino nel 1919 dai fratelli Maurizio, Giacomo e Carlo Temperino. Prerogativa di queste auto di tipo utilitario era il motore a 2 cilindri raffreddato ad aria. Il modello 8/10 HP è stato il primo costruito dalla Temperino ed ebbe un certo successo in Italia e all’estero per le sue doti di economicità e maneggevolezza. La versione sportiva conobbe diverse affermazioni, tra cui la gara in salita Sassi-Superga nel 1919, mentre l’anno successivo si aggiudicò, alla media di 52,325 km/h il giro del Sestrières di 256 km.

Monaco-Trossi mod. da competizione (Italia, 1935)
Vettura da corsa di concezione rivoluzionaria, fu realizzata dal tecnico Augusto Monaco e da Carlo Felice Trossi, che la collaudò nelle prove del G.P. d’Italia, a Monza, nel 1935. La sua particolarità più interessante è il motore a due tempi a 16 cilindri disposti a doppia stella, con una camera di scoppio unica ogni due cilindri, montato frontalmente e raffreddato ad aria, come sugli aerei. Altra singolarità, per l’epoca, è la trazione anteriore che evitava l’adozione di un lungo albero di trasmissione.


Itala mod. 11 (Italia, 1925)

Piccola vettura da corsa, fu presentata nel 1925 dalla prestigiosa marca Itala e realizzata su progetto dell’ingegnere Giulio Cesare Cappa. È una delle prime monoposto mai costruite e si fa notare per le sue caratteristiche tecniche d’avanguardia, tra cui il motore 12 cilindri a V di soli 1050 cc, sovralimentato da compressore volumetrico Roots, la trazione anteriore, la sospensione a quattro ruote indipendenti, il telaio in legno rinforzato e il gruppo motore-cambio-differenziale in blocco unico. Di questa vettura fu progettata anche una seconda versione, la “15” di 1500 cc.

Monaco-Nardi mod. Chichibio (Italia, 1932)

Vettura da corsa costruita da Augusto Monaco con la collaborazione di Enrico Nardi, Massimo Lancia e Giulio Aymini, è dotata di trazione anteriore, motore trasversale a 2 cilindri a V con raffreddamento ad aria e sospensioni a balestra del tipo semi-cantilever con elementi di fibra inseriti tra le foglie per smorzare le vibrazioni. Con un telaio molto semplificato e la carrozzeria in alluminio ha un peso a vuoto di soli 300 kg. La vettura, battezzata Chichibio dal nome del cane di Augusto Monaco, partecipò a diverse gare in salita e sul chilometro lanciato a Monza registrò la velocità di 180 km/h.

OM 469 N (1922)

È la versione sportiva della vettura costruita nel 1922 dalla OM (Officine Meccaniche) di Brescia e rimasta in produzione fino al 1934. Vinse nella categoria 1500 la Coppa delle Alpi e i circuiti del Garda e del Mugello durante la stagione sportiva 1922. Nella sigla “469” sono indicati, con la prima cifra, il numero dei cilindri del motore, con le altre due la misura dell’alesaggio.


In piazza Castello un'installazione per la raccolta fondi pro restauro di 20 miniature della collezione di Palazzo Madama

Piazza Castello ospita da questa settimana e per tutto il periodo natalizio, con termine il 9 gennaio, un’inedita installazione ambientale realizzata da Boumaka, agenzia di giovani designer torinesi. 
Si tratta di una grande porta, posizionata in prossimità di Palazzo Madama, che invita ogni passante a compiere un gesto dal forte valore simbolico: aprire e varcare una soglia, facendo quel “passo” che consente di entrare nella comunità degli amanti dell’arte e della storia di cui Palazzo Madama è custode. L’obiettivo è quello di promuovere il progetto di raccolta fondi che la Fondazione Torino Musei ha lanciato per il restauro di 20 miniature appartenenti alla collezione di Palazzo Madama. Le miniature che necessitano del restauro appartengono ad una collezione di 130 opere datate tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento. Vi sono rappresentate le principali scuole europee: Jean-Baptiste-Jacques Augustin e Jean-Baptiste Isabey per la Francia, George Engleheart, Andrew Plimer e Charles William Ross per l’Inghilterra, Moritz Michael Daffinger per l’Austria, Augustin Ritt per la Russia, Giambattista Gigola per l’Italia. Medaglioni da tasca, gioielli o piccoli quadri, ci testimoniano la storia di un’epoca attraverso soggetti di natura intima e familiare accanto a cui si snodano i ritratti delle famiglie regnanti e di grandi politici, militari, letterati, artisti, medici e scienziati.
L’obiettivo è raccogliere 20.000 euro in favore delle 20 miniature che è urgente restaurare perché minacciate da un irreversibile degrado. Nelle prime settimane di campagna sono stati raccolti oltre 4.000 euro (circa il 21% del totale auspicato), grazie alla generosità di 90 donatori, tra cittadini, aziende e privati che hanno prontamente deciso di farsi avanti. Importante anche il contributo di partenza di 1.500 euro provenienti dalle quote di iscrizione dei partecipanti al Corso di Storia dell’arte di Palazzo Madama.
I cittadini possono così diventare testimonial del progetto non solo attraverso le donazioni in corso sul sito preposto, ma anche pubblicando sul profilo Instagram del museo (@palazzomadama - hashtag #fattiavanti) la testimonianza fotografica e video di questa esperienza. Le foto verranno successivamente pubblicate sui social network di Palazzo Madama come immagini di copertina a ringraziamento del sostegno e dell’impegno civile dimostrato.
Info e modalità di donazione sul sito http://sostieni.fondazionetorinomusei.it
Una volta presa la
decisione,
succede che si agisce per davvero“
Daniel Pennac