sabato 20 aprile 2019

HORTUS CONCLUSUS, la collettiva del decennale di Fondazione 107 che indaga l'intimità di pensiero degli artisti

Per celebrare il decennale dell’attività espositiva la Fondazione 107 ospita la mostra Hortus Conclusus, a cura di Federico Piccari.
In esposizione opere di varia natura quali pitture, sculture, installazioni, performance e fotografia; una selezione di trenta artisti provenienti da Italia, Belgio, Repubblica Ceca, Francia, Georgia, Germania, Kazakistan, Polonia, Regno Unito, Russia, Svizzera, Usa. 
 
Il titolo Hortus Conclusus, l’espressione latina che definisce il giardino medievale di monasteri e conventi, fa riferimento, nel contesto, alla manifestazione dell’intimità del pensiero e allo stesso tempo diviene lo spazio che l’artista, lo scrittore, il poeta custodiscono gelosamente. In tal senso i protagonisti della mostra sono legati tra loro da un modus operandi comune che li conduce, attraverso le loro azioni, a trasformare una situazione consolidata che è entrata in crisi. La parola Krisis conserva il senso etimologico originale, quello greco, che reca con sé il significato di “opportunità”, momento decisionale. Diviene apertura verso nuove possibilità e ricerca di nuove soluzioni. Ed è l’approccio adottato dagli artisti invitati nella costruzione della loro opera: non esiste una regola, è il processo mentale unito al personale modo di procedere che evidenziano come l’artista si pone nei confronti del mondo.
La parola crisi ha assunto nel nostro tempo e nel nostro quotidiano una valenza negativa ed è correlata alla sfera privata e a quella pubblica. Per chi è nato negli anni ’60 la parola crisi ha attraversato il suo intero percorso di vita: usciamo da una crisi per entrare in un’altra. L’abuso nell’utilizzo della parola stessa ne ha in qualche modo vanificato il senso, disperdendone il significato. Soprattutto, come scrive Edgar Morin, “la crisi può risolversi con il ritorno in statu quo ante, ma la natura propria della crisi è di scatenare la ricerca di soluzioni nuove e queste possono essere sia immaginarie, mitologiche o magiche sia, al contrario, pratiche e creatrici. Così la crisi è potenzialmente generatrice di illusione e/o di attività inventive. Più in generale, può essere fonte di progresso (soluzione nuova che sorpassa le contraddizioni o double-binds, aumentando la complessità del sistema) e/o fonte di regressione (soluzione al di là delle contraddizioni che riporta il sistema a uno stato di minore complessità)”.

In quest’ottica l’artista moscovita Nika Neelova asporta i mancorrenti dalle case in procinto di essere abbattute e li ripropone sotto forma di sculture, dando loro una nuova vita, mentre Roman Stanczak, che rappresenterà la Polonia a May You Live In Interesting Times, 58esima Biennale di Venezia curata da Rudolph Rugoff, agisce sui complementi di arredo che danno un volto alle nostre abitazioni: mobili, divani e sedie vengono sventrati con martello e scalpello, e nell’atto di strappare imbottiture e pellicce l’oggetto scarno rivela il vuoto di una condizione esistenziale. 

Nella pratica di Angelo Candiano la luce interviene sulla carta fotografica quale elemento esterno sollecitato dall’artista, di fatto impotente di fronte ad un processo da lui stesso attivato e infinito nel tempo; per il polacco Mateusz Choróbski l’atto di infrangere il vetro antiproiettile della vetrina di una banca è atto performativo e grido di ribellione al contempo. I frammenti dei vetri, fissati su tubi al neon che limitano simbolicamente l’uscita della luce, sono entità scultoree e metaforiche, simbolo di una lotta quotidiana contro l’esercizio del potere sull’individuo nella società. Nella pittura di Marcovinicio gli elementi costitutivi della realtà restano sospesi, in superficie, in attesa di un modello compiuto, appunti sparsi pronti ad essere ricomposti, mentre il tedesco David Jablonowski organizza complesse installazioni in cui strutture tecnologiche in alluminio trattengono e comprimono elementi organici prelevati dal mondo naturale, in un processo di ibridazione inedito.
Hortus Conclusus è la celebrazione della dimensione di possibilità capace di rivelarsi unicamente nella pratica artistica.

Artisti in mostra:
Salvatore Astore (Italia), Isaac Brest (Usa), Simon Callery (Regno Unito), Angelo Candiano (Italia), Luigi Carboni (Italia), David Casini (Italia), Cosimo Casoni (Italia), Mateusz Choróbski (Polonia), Francesco Del Conte (Italia), Jiri George Dokoupil (Repubblica Ceca), Matteo Fato (Italia), Daniele Galliano (Italia), David Jablonowski (Germania), Sophie Ko (Georgia), Roberto Kusterle (Italia), Thomas Lange (Germania), Marcovinicio (Italia), Ryan Mendoza (Usa), Peter Mohall (Svezia), Johan Muyle (Belgio), Nika Neelova (Russia), Nicola Pecoraro (Italia), Federico Piccari (Italia), Antoine Puisais (Francia), Sergio Ragalzi (Italia), Piotr Skiba (Polonia), Roman Stanczak (Polonia), Luigi Stoisa (Italia), Georgy Tryakin-Bukharov (Kazakistan), Beat Zoderer (Svizzera).

HORTUS CONCLUSUS
Fino al 14 luglio 2019
e 5 settembre - 13 ottobre 2019
REGIONE PIEMONTE circoscrizione cinque Sponsorship

FONDAZIONE 107
via Sansovino 234, Torino
orario: giovedì-domenica 14-19
Ingresso: 5 euro; gratuito fino ai 18 anni e per i possessori di Abbonamento Musei Piemonte
Visite guidate su prenotazione e tutte le domeniche alle ore 17
Informazioni: +39 011 4544474 . www.fondazione107.it . info@fondazione107.it

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