In
esposizione opere di varia natura quali pitture, sculture,
installazioni, performance e fotografia; una selezione di trenta
artisti provenienti da Italia, Belgio, Repubblica Ceca, Francia,
Georgia, Germania, Kazakistan, Polonia, Regno Unito, Russia,
Svizzera, Usa.
Il
titolo
Hortus Conclusus,
l’espressione latina che definisce il giardino medievale di
monasteri e conventi, fa riferimento, nel contesto, alla
manifestazione dell’intimità del
pensiero e allo stesso tempo diviene lo spazio che l’artista, lo
scrittore, il poeta custodiscono gelosamente. In tal senso i
protagonisti della mostra sono legati tra loro da un modus
operandi
comune che li conduce, attraverso le loro azioni, a trasformare una
situazione consolidata che è entrata in crisi. La
parola Krisis
conserva
il senso etimologico originale, quello greco, che reca con sé il
significato di “opportunità”, momento decisionale. Diviene
apertura verso nuove possibilità e ricerca di nuove soluzioni. Ed è
l’approccio adottato dagli artisti invitati nella costruzione della
loro opera: non esiste una regola, è il processo mentale unito al
personale modo di procedere che evidenziano come l’artista si pone
nei confronti del mondo.
La
parola crisi ha assunto nel nostro tempo e nel nostro quotidiano una
valenza negativa ed è correlata alla sfera privata e a quella
pubblica. Per chi è nato negli anni ’60 la parola crisi ha
attraversato il suo intero percorso di vita: usciamo da una crisi per
entrare in un’altra. L’abuso nell’utilizzo della parola stessa
ne ha in qualche modo vanificato il senso, disperdendone il
significato. Soprattutto, come scrive Edgar Morin, “la crisi può
risolversi con il ritorno in statu
quo ante, ma
la natura propria della crisi è di scatenare la ricerca di soluzioni
nuove e queste possono essere sia immaginarie, mitologiche o magiche
sia, al contrario, pratiche e creatrici. Così la crisi è
potenzialmente generatrice di illusione e/o di attività inventive.
Più in generale, può essere fonte di progresso (soluzione nuova che
sorpassa le contraddizioni o double-binds,
aumentando
la complessità del sistema) e/o fonte di regressione (soluzione al
di là delle contraddizioni che riporta il sistema a uno stato di
minore complessità)”.In quest’ottica l’artista moscovita Nika Neelova asporta i mancorrenti dalle case in procinto di essere abbattute e li ripropone sotto forma di sculture, dando loro una nuova vita, mentre Roman Stanczak, che rappresenterà la Polonia a May You Live In Interesting Times, 58esima Biennale di Venezia curata da Rudolph Rugoff, agisce sui complementi di arredo che danno un volto alle nostre abitazioni: mobili, divani e sedie vengono sventrati con martello e scalpello, e nell’atto di strappare imbottiture e pellicce l’oggetto scarno rivela il vuoto di una condizione esistenziale.
Nella pratica di Angelo Candiano la luce interviene sulla carta fotografica quale elemento esterno sollecitato dall’artista, di fatto impotente di fronte ad un processo da lui stesso attivato e infinito nel tempo; per il polacco Mateusz Choróbski l’atto di infrangere il vetro antiproiettile della vetrina di una banca è atto performativo e grido di ribellione al contempo. I frammenti dei vetri, fissati su tubi al neon che limitano simbolicamente l’uscita della luce, sono entità scultoree e metaforiche, simbolo di una lotta quotidiana contro l’esercizio del potere sull’individuo nella società. Nella pittura di Marcovinicio gli elementi costitutivi della realtà restano sospesi, in superficie, in attesa di un modello compiuto, appunti sparsi pronti ad essere ricomposti, mentre il tedesco David Jablonowski organizza complesse installazioni in cui strutture tecnologiche in alluminio trattengono e comprimono elementi organici prelevati dal mondo naturale, in un processo di ibridazione inedito.
Hortus
Conclusus è
la celebrazione della dimensione di possibilità capace di rivelarsi
unicamente nella pratica artistica.
Artisti in mostra:
Salvatore
Astore (Italia), Isaac Brest (Usa), Simon Callery (Regno Unito),
Angelo Candiano (Italia), Luigi Carboni (Italia), David Casini
(Italia), Cosimo Casoni (Italia), Mateusz Choróbski (Polonia),
Francesco Del Conte (Italia), Jiri George Dokoupil (Repubblica Ceca),
Matteo Fato (Italia), Daniele Galliano (Italia), David Jablonowski
(Germania), Sophie Ko (Georgia), Roberto Kusterle (Italia), Thomas
Lange (Germania), Marcovinicio (Italia), Ryan Mendoza (Usa), Peter
Mohall (Svezia), Johan Muyle (Belgio), Nika Neelova (Russia), Nicola
Pecoraro (Italia), Federico Piccari (Italia), Antoine Puisais
(Francia), Sergio Ragalzi (Italia), Piotr Skiba (Polonia), Roman
Stanczak (Polonia), Luigi Stoisa (Italia), Georgy Tryakin-Bukharov
(Kazakistan), Beat Zoderer (Svizzera).
HORTUS
CONCLUSUS
Fino
al 14 luglio 2019
e
5 settembre - 13 ottobre 2019
REGIONE
PIEMONTE circoscrizione cinque Sponsorship
FONDAZIONE
107
via
Sansovino 234, Torino
orario:
giovedì-domenica 14-19
Ingresso:
5 euro; gratuito fino ai 18 anni e per i possessori di Abbonamento
Musei Piemonte
Visite
guidate su prenotazione e tutte le domeniche alle ore 17


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