L'imprenditore Francesco
Federico Cerruti, scomparso nel 2015
all’età di 93 anni, aveva un debole per il collezionismo d'arte di
alto livello. Nella sua villa a Rivoli sono presenti opere di Renoir,
Modigliani,
Kandinsky,
Klee,
Boccioni,
Balla
e Magritte,
per arrivare a Bacon,
Burri,
Warhol,
De Dominicis
e Paolini.
In totale sono circa trecento tra opere scultoree e pittoriche,
spazianti dal medioevo al contemporaneo. Senza contare i duecento
libri antichi, le legatorie, i fondi d'oro e gli oltre trecento
mobili ed arredi, tra tappeti e scrittoi di ebanisti celebri. Una
collezione di capolavori che va dal Rinascimento all'Ottocento
toccando la modernità e che non poteva certamente essere abbandonata
a se stessa.
Ed infatti già nel 2017 era stato
confermato l'accordo tra Castello
di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea
e Fondazione Francesco
Federico Cerruti per l’Arte,
per conferire al primo museo dell’Arte Contemporanea italiano la
cura, lo studio, la valorizzazione e la gestione di questa
straordinaria collezione sconosciuta ai più. Tutto ciò seguendo il
volere dello stesso Cerruti, che nello statuto della Fondazione aveva
esplicitamente scritto come avesse “deciso di volgere a beneficio
della collettività nazionale e internazionale” la sua Collezione
nell’auspicio “di poter perpetuare i valori che lo avevano
animato, nonché il senso di mecenatismo, così da contribuire a
rendere la Collezione Cerruti realtà sempre viva e motore di
crescita culturale”.
Ora
la data tanto attesa è arrivata: le opere saranno visibili a
partire dal 4 maggio 2019
nella sua stessa villa completamente restaurata a pochi passi dal
Castello, attraverso visite guidate dal giovedì alla domenica (Prenotate qui) .
“Siamo felici che il sogno di Francesco Federico, di poter vedere
la sua casa collezione aperta al pubblico, possa oggi avverarsi
grazie all’unione con il Castello di Rivoli Museo d’Arte
Contemporanea" aveva affermato Andreina
Cerruti,
Presidente della Fondazione Francesco Federico Cerruti per l’Arte -
"Questa iniziativa del Museo di Rivoli e della nostra Fondazione
apre al mondo la straordinaria collezione d’arte di mio fratello –
aprire al mondo così diceva e voleva lui –. La collezione è anche
un racconto di vita, il dischiudersi della propria vita nel
linguaggio esclusivo che è proprio dell’arte e della poesia”.
Malgrado Il
Castello di Rivoli sia da sempre dedicato all'Arte Contemporanea, la
scelta di collaborare con un'istituzione di questo tipo potrebbe
sembrare alquanto contro tendenza, ma in realtà il Museo vuole
proprio dimostrare come sia possibile e fruttuoso il dialogo fra
l’arte contemporanea e il suo passato. "Questo importante
lascito" - ha affermato il direttore del Castello di Rivoli
Carolyn Christov-Bakargiev - "sarà un motore di
creatività per il Museo, in un dialogo inedito tra antico e
contemporaneo, attraverso programmi educativi, artistici e
curatoriali. Dietro a questa straordinaria collezione c’è la
figura ideale di un amante dell’arte come Francesco Federico
Cerruti, un uomo discreto e riservato, poco incline alla rumorosità
del mondo che ricercava nel silenzio del suo museo privato il
trasalimento e lo stupore dinanzi all’enigma della creazione
artistica. Pur frequentando la casa di Rivoli e curandone la
disposizione delle opere e degli arredi in un equilibrio che facesse
convivere la prossimità e la lontananza delle opere, Cerruti scelse
di non abitarvi, continuando a vivere in un alloggio semplice nei
pressi della sua fabbrica LIT (Legatoria Industriale Torinese)
a Torino. La sensibilità e la generosità del collezionista Cerruti,
la trama nascosta della sua passione, sono ora parte integrante del
nuovo polo museale, unico nello scenario italiano e internazionale,
uno spazio straordinario che sarà aperto al pubblico con visite
guidate e che vedrà la partecipazione di artisti, scrittori,
filosofi, storici dell’arte, filmmaker, impegnati in un dialogo
serrato per cogliere la voce nascosta, le sfumature, le vibrazioni
che si celano nelle pieghe dell’arte capace di accogliere l’eredità
del passato, il suo respiro, il suo ritmo e di collocarli nel cuore
pulsante del tempo presente. Nella nostra era digitale, innovativa,
tecnologica, ma proiettata all’archiviazione acritica del passato,
i musei enciclopedici come il Metropolitan a New York, l’Hermitage
a San Pietroburgo e il Louvre a Parigi aprono sezioni dedicate
all’arte contemporanea; il Castello di Rivoli sceglie un percorso
diverso – nella consapevolezza del legame ineludibile tra le opere
del passato e del presente, di un cammino come quello dell’arte che
è oltrepassamento di ogni soglia spazio temporale - e vuole essere
il primo museo d’arte contemporanea al mondo che, grazie a questo
accordo, apre una sezione dedicata all’arte del passato”.
Francesco
Federico Cerruti nacque a Genova il 1° gennaio del 1922 da
Giuseppe (1890-1972) e da Ines Castagneto (1892-1977). Il padre, di
modeste condizioni economiche e dipendente di una legatoria genovese,
si trasferì con la famiglia a Torino l’anno successivo, in cui
venne alla luce la sorella Andreina il 19 gennaio 1923. Giuseppe,
inviato nella città subalpina dalla ditta genovese per aprire una
succursale, ben presto si mise in proprio avviando una sua attività
di legatoria. Gli anni dell’infanzia di Francesco Federico furono
caratterizzati da una educazione molto ferrea e severa e i due
fratelli, già in età scolare, vennero subito coinvolti
nell’attività del padre che li obbligava a legare i libri nella
cucina di casa dopo il rientro da scuola. Questo ambiente familiare,
così austero e rigido, influì molto sulla formazione e sul
carattere di Francesco Federico, che per tutta la vita mantenne
sempre uno stile di vita molto sobrio dai tratti molto intransigenti.
Diplomatosi
in ragioneria nella sessione estiva del 1940 presso l’Istituto
tecnico commerciale G. Sommelier, Francesco F. entrò subito a
lavorare nella ditta familiare, seguito l’anno successivo dalla
sorella. I bombardamenti del luglio del ’43 distrussero
completamente lo stabilimento che allora era sito in corso San
Maurizio, poco distante dal centro cittadino. Nel dopoguerra il
“ragioniere”, così venne in seguito chiamato da tutti, dimostrò
grandi capacità organizzative e un grande spirito di innovazione a
tal punto che rilanciò l’azienda familiare, denominata Legatoria
Industriale Torinese. Dopo una sua visita negli Stati Uniti
nell’ottobre 1957, introdusse in Italia la tecnica americana della
“perfect binding”, una procedura che permetteva la rilegatura
senza cuciture. Creò le proprie macchine per industrializzare la
legatoria - fino ad allora pratica artigianale - brevettando anche
tecniche specifiche. Grazie a questa sua ingegnosità, la LIT
raggiunge i massimi livelli di produzione, con ingenti quantità di
commesse inerenti alle rilegature di libri d’arte e, soprattutto,
alle guide telefoniche italiane.
A questo suo innovativo spirito imprenditoriale affiancò un grande amore per la bellezza, fondato su un’innata raffinatezza e profonde intuizioni, che lo portò a creare una delle collezioni d’arte tra le più importanti d’Europa. Oltre alla passione per il bello e alle capacità visionarie del capitano d’industria, erano presenti in lui sentimenti di compassione e di carità, tradotti in attività di beneficenza, sempre nel suo stile rigoroso e appartato, lontano dai riflettori. Dopo una lunga malattia, morì a Torino il 15 luglio 2015.
A questo suo innovativo spirito imprenditoriale affiancò un grande amore per la bellezza, fondato su un’innata raffinatezza e profonde intuizioni, che lo portò a creare una delle collezioni d’arte tra le più importanti d’Europa. Oltre alla passione per il bello e alle capacità visionarie del capitano d’industria, erano presenti in lui sentimenti di compassione e di carità, tradotti in attività di beneficenza, sempre nel suo stile rigoroso e appartato, lontano dai riflettori. Dopo una lunga malattia, morì a Torino il 15 luglio 2015.


Il ragionier Cerruti era una persona meravigliosa. Il mio papà era un suo dipendente ha lavorato sempre per lui sino alla pensione. Ho conosciuto pure i suoi genitori e la sorella Andreina. Tutte persone adorabili.
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