giovedì 18 aprile 2019

La Neometafisica di Giorgio de Chirico approda alla GAM e si confronta con gli artisti contemporanei che ha ispirato

La GAM a partire dal 19 aprile presenta una nuova grande mostra dal titolo Giorgio de Chirico. Ritorno al Futuro, Neometafisica e Arte Contemporanea. La pittura neometafisica di Giorgio de Chirico è posta a confronto e in dialogo con le generazioni di artisti che, in particolare dagli anni Sessanta in poi, si sono ispirati alla sua opera, riconoscendolo come il maestro che ha anticipato una nuova visione. Così, già nel 1982, Maurizio Calvesi, nel suo fondamentale volume La Metafisica schiarita, sottolineava l'importanza del de Chirico neometafisico per l'arte contemporanea: “perché riconoscemmo i tuoi colorati chiaroscuri, le tue sfere, i tuoi segnali e le tue frecce, i tuoi schienali e le tue ciminiere, i tuoi oggetti smaltati ed ora come staccatisi dai quadri, qualcosa delle tue schiarite e delle tue sospensioni, nel nuovo momento di un’arte che si disseminò come un concerto o una pioggia rinfrescante”.

La sua opera ha influenzato atteggiamenti e generi differenti, non solo nel campo delle arti visive, ma anche della letteratura, del cinema, delle nuove tecnologie digitali, arrivando fino a videogiochi e videoclip, in un interesse globale che va dall'Europa agli Stati Uniti fino al Giappone. Non a caso, la neometafisica di de Chirico sembra già dialogare con la pop art e con l'arte internazionale, in particolare americana, e in quegli anni proprio Andy Warhol dichiaratamente riconosceva in de Chirico uno dei suoi precursori, e gli rendeva omaggio con un celebre ciclo di opere in cui presentava una metafisica rivisitata e seriale.

La mostra evidenzia questo rapporto intenso e profondo, mettendo in relazione le opere neometafisiche di de Chirico con le nuove tendenze dell’arte italiana e internazionale come la Pop art di Andy Warhol, Valerio Adami, Franco Angeli, Mario Ceroli, Lucio Del Pezzo, Tano Festa, Giosetta Fioroni, Gino Marotta, Ugo Nespolo, Concetto Pozzati, Mimmo Rotella, Mario Schifano, Emilio Tadini. La mostra presenta anche un grande prosecutore della Metafisica come Fabrizio Clerici, la pittura di Renato Guttuso e di Ruggero Savinio, insieme a grandi artisti internazionali come Henry Moore, Philip Guston, BerndeHilla Becher. Il percorso propone anche maestri dell’arte povera come Giulio Paolini e Michelangelo Pistoletto, le visioni concettuali di Fabio Mauri, Claudio Parmiggiani, Luca Patella e Vettor Pisani, fino ad arrivare alle ombre geometriche di Giuseppe Uncini, alla fotografia di Gianfranco Gorgoni, alle sculture di Mimmo Paladino, ai dipinti di Alessandro Mendini e di Salvo, al mistero di Gino De Dominicis, ai tableaux vivants di Luigi Ontani, e a protagonisti delle ultime generazioni internazionali come Juan Muñoz, Vanessa Beecroft e Francesco Vezzoli.

Oltre al prestito delle opere neometafisiche della Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, la mostra presenta un’animazione digitale di Maurice Owen e Russell Richards, insieme a opere di artisti contemporanei provenienti dalle collezioni della GAM di Torino e tra questi Claudio Abate, Gabriele Basilico, Luigi Ghirri, Franco Fontana, Fausto Melotti. Una piccola sezione della mostra è riservata al tema della citazione e della copia, esercizio prediletto da de Chirico nella sua lunga ricerca sulla pittura dei grandi maestri e presenta un disegno originale di Michelangelo proveniente da Casa Buonarroti, insieme a disegni di de Chirico dedicati allo studio degli affreschi michelangioleschi della Volta della Cappella Sistina e a opere del famoso ciclo su Michelangelo di Tano Festa, pittore che tra i primi ha compreso la forza innovativa della pittura di de Chirico, in un collegamento con l’arte del passato che, nella curva del tempo, ha il potere di rifondare l’arte del futuro.

La mostra è accompagnata da un catalogo edizioni Gangemi International con testi di Lorenzo Canova, Riccardo Passoni e Jacqueline Munck.
Con la curatela di Lorenzo Canova e Riccardo Passoni, è organizzata e promossa da Fondazione Torino Musei, GAM Torino e Associazione MetaMorfosi, in collaborazione con la Fondazione Giorgio e Isa de Chirico e presenta un centinaio di opere provenienti da importanti musei, enti, fondazioni e collezioni private.

GAM -Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea
Via Magenta, 31 Torino
Dal 19 aprile al 25 agosto 2019
Da martedì a domenica: 10.00 - 18.00 
BIGLIETTI
Intero € 12,00 | Ridotto € 9,00

Nuove luci decorative per la Chiesa di Nostra Signora della Salute, che conserva le spoglie di San Leonardo Murialdo


Un nuovo impianto di luce decorativa per una dei più importanti edifici sacri di Torino: la Chiesa di Nostra Signora della Salute (via Vibò 24), cuore del Borgo Vittoria

Il santuario che conserva le spoglie di San Leonardo Murialdo, realizzato tra il 1895 e il 1950 su progetto di Giuseppe Angelo Reycend, verrà valorizzato da un nuovo impianto luminoso realizzato dal Gruppo Iren Spa, ultimo atto di un percorso avviato nel 2018 dall’assessorato all’Ambiente che ha ampliato il numero dei monumenti illuminati: a cominciare dal ponte Vittorio Emanuele I di piazza Vittorio Veneto, con la Cappella Anselmetti di via Gaidano e il monumento a Felice Govean di via Madama Cristina.

L’inaugurazione è prevista giovedì 18 aprile a partire dalle ore 21 nel sagrato del santuario, alla presenza delle autorità del Comune (sindaca e assessore all’Ambiente), dell’amministratore delegato di Iren Energia, del parroco e dell’associazione Via Chiesa della Salute, con gli interventi musicali del Felix Ensemble.
Alla base del progetto illuminotecnico realizzato da Iren e in carico ora alla Città di Torino sono stati posti quattro precisi obiettivi:

-       l’integrazione degli impianti con l'ambiente e la mitigazione del loro impatto visivo, in particolare nelle ore diurne;
-       la scelta della corretta resa cromatica della sorgente luminosa;
-       il controllo dell’inquinamento luminoso e dell'abbagliamento;
-       il risparmio energetico.
Sono state quindi realizzate le illuminazioni delle seguenti parti della struttura:
1.   del prospetto principale (piazza della Vittoria), per evidenziarlo con un’illuminazione diffusa nonostante sia in parte nascosto entro il cortile;
2.   del tamburo e della lanterna, per evidenziare la visione della Chiesa anche da lontano (è visibile anche dal colle di Superga);
3.   delle polifore del loggiato, per conferire tridimensionalità al tamburo e impreziosirlo con un’illuminazione puntuale.

Su piazza N.S. della Salute è stata inoltre realizzata un’illuminazione diffusa per l’abside, un’illuminazione puntuale per la statua e un’illuminazione che evidenzi la superficie materica del campanile.

In totale sono stati utilizzati 32 proiettori con sorgente luminosa a LED bianco caldo con temperatura di colore identica a quanto previsto per i monumenti della Città di Torino (circa 3.000 K) e 61 barre, tutte a LED, con potenza di impianto di circa 4,6 KW.
La nuova illuminazione consente un risparmio di circa il 50% dei consumi rispetto alla precedente.

ART NOUVEAU. Il trionfo della bellezza alla Reggia di Venaria. Oltre 200 opere tra manifesti, dipinti, sculture, mobili, ceramiche


Nata in Francia tra la fine dell’Ottocento e le prime decadi del Novecento, per poi diffondersi in tutta Europa ed in Italia con il nome di stile Liberty, l'Art Nouveau è un movimento artistico-filosofico sviluppatosi in piena Belle Époque, contraddistinto visivamente da un'accentuata eleganza decorativa che faceva largo utilizzo di linee sinuose e armoniche, ispirate di solito al mondo vegetale ed alla figura femminile. Il fascino dell'Oriente era anche una caratteristica dell'Arte Nuova, al punto che lo stesso appellativo di "Liberty" fu in Italia derivato dal nome dei celebri magazzini londinesi fondati da A. Lasenby Liberty, che vendevano prodotti provenienti dall'estremo oriente.

L'Art Noveau è anche una reazione di molti artisti ed artigiani al dilagare della produzione industrale di oggetti tipica di fine Ottocento, che sentirono la necessità di personalizzare ed abbellire le opere realizzate in serie. E fu proprio nella nostra Torino che venne presentata nel 1902 attraverso l’Esposizione internazionale di Arte Decorativa Moderna, ottenendo subito grandi apprezzamenti per quella sua capacità di rapportarsi e rappresentare la realtà.

Con queste premesse si intuisce l'importanza della nuova mostra ART NOUVEAU. Il trionfo della bellezza, proposta dalla Reggia di Venaria nelle Sale dei Paggi dal 17 aprile 2019 al 26 gennaio 2020, con l'esposizione di oltre 200 opere tra manifesti, dipinti, sculture, mobili e ceramiche.

Realizzata con il patrocinio della Città di Torino, prodotta e organizzata dal Consorzio delle Residenze Reali Sabaude con Arthemisia e curata da Katy Spurrell, l'esposizione presenta al pubblico opere d'arte provenienti dagli Arwas Archives di Londra, dalla Fondazione Arte Nova, dalla collezione Rodolfo Caglia e da diversi prestatori privati. Lungo un percorso che nell'allestimento riproduce gli ambienti pariginini tipici della Belle Époque, spicca un po' ovunque la figura femminile, che rappresenta sempre una donna emancipata come la danzatrice Loie Fuller, ricordata come una delle pioniere della danza moderna americana. Ispirate a lei scoprirete una scultura realizzata da Bernhard Hoetger ed una lampada dalle forme sinuose di Francois-Raoul Larche.

L'esposizione è complessivamente suddivisa in cinque sezioni. A partire da quella dedicata alla “Più natura, più artificio”, con i grandi artisti e designer che hanno concentrato la loro produzione artistica sui motivi floreali e zoomorfici, come Emile Gallé, Daum Frères, Rupert Carabin e Eugène Grasset. La seconda sezione è un elogio alla “Donna Moderna”, con le figure femminili che divengono emancipate e sensuali. Tipico esempio l’artista Sarah Bernhardt, rappresentata tramite le novità tecnologiche dell’epoca, tra cui i primi filmati e le cartoline postali con fotografia. La terza sezione tratta il “Simbolismo” tra arte e letteratura, con artisti come Alphonse Mucha, che tentava di svelare i più reconditi misteri dell’esistenza attraverso le scienze esoteriche e le sedute spiritiche. La quarta sezione s’intitola “Uno stile per tutti”, in cui spicca la figura dell’artista-designer capace di sfruttare i nuovi mezzi della tecnologia e le varie forme di comunicazione. Infine l’ultima parte della mostra, “Dall’Art Nouveau al Liberty italiano”, porta il visitatore ad esaminare le differenze tra i  canoni artistici francesi e quelli torinesi, a partire dalla celebre mostra del 1902 fino a quella connotazione prettamente nazionale che il Liberty seppe conquistarsi negli anni precednti la prima guerra mondiale.

www.lavenaria.it