L’Opera Barolo presenta "Oltre
lo specchio. Società e costume nel ritratto fotografico ottocentesco". Fino al 5 aprile 2020 si potrà ammirare la mostra che ha come obiettivo
raccontare la vivace società italiana del XIX secolo, partendo dai ritratti
fotografici, ma anche abiti, occhiali e oggetti preziosi.
I
moderni mezzi di comunicazione rendono oggi l’immagine fotografica immediata,
semplice, veloce, tanto che la fotografia ormai riguarda ogni aspetto della
nostra vita. Proprio nel momento storico in cui la memoria visiva è mediata da
supporti ottici e magnetici, la magia tattile di un oggetto torna a dispiegare
il fascino antico.
Il
ritratto fotografico si sviluppò in modo particolare nel periodo in esame,
divenendo parte del costume. La “rivoluzione fotografica” poté inizialmente
contare su una committenza medio-alta che, raggiunta la sicurezza materiale,
desiderava affermarsi attraverso segni esteriori. Lo scopo ultimo del ritratto
fotografico non era semplicemente quello di fermare il tempo di un ricordo, piuttosto
quello di celebrare se stessi, la propria identità, creare un’opera d’arte al
pari del ritratto pittorico. Seppure
manifestazione di intimità, la fotografia era il riflesso di una apparente
socialità, resa evidente da segni e simboli.
Il
successo fu tale che la sua invenzione decretò un progressivo ampliamento della
visibilità culturale e politica delle classi più povere: il ritratto
fotografico divenne testimonianza di vita per la gente comune. Farsi fare un
ritratto diventava più rapido e meno costoso e questo comportò notevoli
cambiamenti negli usi e costumi della società di allora.
La
mostra è strutturata in due grandi parti, introdotte da una
sezione preliminare al fine di illustrare la nascita e
le diverse soluzioni tecniche dei primi ritratti fotografici, riflesso di una
vivacità tecnico-scientifica estremamente ampia e variegata.
Nella
prima sezione gli eleganti ritratti dell’alta società si confrontano con
abiti d’epoca, ombrelli e occhiali. L’immagine ritratta nelle fotografie
assume la funzione di uno specchio sugli oggetti esposti in sala, espressione
della ricchezza e della magnificenza della società europea alla fine del XIX
secolo; nella
seconda sezione si incontrano i ritratti di persone comuni. Interessanti le
fotografie scattate da Leonilda Prato nel corso della sua attività di fotografa
ambulante, svolta tra Piemonte, Liguria e Svizzera nei primi decenni del
Novecento: documento straordinario anche perché realizzato da una donna, fatto
inusuale all’epoca; seguiranno i ritratti realizzati da Lorenzo Foglio, postino
di Barolo a cavallo tra XIX e XX secolo, che pone l’accento sulla figura umana.
Nel
confronto tra le due parti, si osserva un forte contrasto tra l’ampia e varia
esposizione di oggetti nella prima sezione, rispetto ai soli ritratti della
seconda. Se abiti, occhiali e oggetti d’uso sono una dimostrazione della vita
quotidiana dei ceti più abbienti, per le fasce più deboli la fotografia è
l’unico ricordo che ne testimonia la memoria.
UN
PROGETTO DI
Ares
snc
CON
LA COLLABORAZIONE DI
Opera
Barolo
Associazione
per la fotografia Storica
CURATELA
Accattino
Edoardo
SEDE
Palazzo
Barolo - Via Corte d’Appello 20, Torino
PERIODO
1
febbraio – 5 aprile 2020
CONTATTI
palazzobarolo@arestorino.it
338
169 16 52
ORARI
DI APERTURA
Dal
martedì al venerdì: 10.00-12.30 15.00-17.30
Sabato
e Domenica: 15.00-18.30
La
biglietteria chiude un’ora prima
BIGLIETTI
Unico:
€5
Gratuito
per i possessori dell’Abbonamento Torino Musei
EVENTI
SPECIALI
Visite
guidate con il collezionista: 19 febbraio, 12 e 26 marzo alle ore 15.30
Costo
€ 3.00, prenotazione obbligatoria
INFORMAZIONI
E PRENOTAZIONI
338
169 1652
palazzobarolo@arestorino.it
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