Vi segnalo un appuntamento unico per gli estimatori dell’arte sacra: dal 28 gennaio all’11 febbraio saranno esposte straordinariamente nella navata laterale destra del Duomo di Torino, sei opere del pittore settecentesco Pietro Domenico Olivero, artista molto noto all’epoca sul territorio piemontese. oggetto di un recente restauro a cura di Riccardo Moselli, provenienti dalla chiesa di San Tommaso. Prima dell’intervento, durato un anno e conclusosi a fine 2023, le tele preziose tele oggi riportate all’antico splendore, risultavano illeggibili, annerite e consunte.
Ma entriamo nel dettaglio delle opere: due illustrano la vita di San Francesco d’Assisi, l’estasi del Santo e Francesco che muta l’acqua in vino, altri soggetti ritraggono San Salvatore da Horta che risana gli infermi, San Giovanni da Capestrano alla liberazione di Belgrado, il miracolo della mula di Sant’Antonio da Padova e Sant’Antonio da Padova che predica ai pesci.
Il pittore torinese Pietro Domenico Olivero, noto soprattutto per le scene di genere e commesse private, viene scelto per la realizzazione di questo importante ciclo pittorico dai Frati Minori che gli affidano la realizzazione delle opere da inserire come sovrapporte della sacrestia dove si era realizzato un importante mobilio. Questa la ragione delle diverse misure dei quadri, spiega il curatore del restauro Riccardo Moselli:” le opere erano state già oggetto di un intervento a inizio ‘900, ma senza rimuovere una precedente verniciatura ormai ingiallita. Il mio lavoro di pulitura e rimozione dei vecchi strati ha permesso di ridare i reali contrasti cromatici pensati da Olivero. I cieli, ad esempio, ormai verdi o marroni, hanno riacquistato luminosità e evidenziato la gamma di azzurri originali. Sono opere molto importanti. Per il pittore fu una commessa di prestigio: nelle fasi di pulitura in alcuni quadri è emersa la firma di Olivero, una prassi non così usuale quando di tratta di opere di carattere religioso.”
L’intervento che oggi consente l’allestimento di questa importante mostra è stato fortemente voluto da don Carlo Franco, parroco del Duomo, direttore del Museo Diocesano e musicista. Si è trattato di uno dei suoi ultimi progetti, prima della sua prematura scomparsa il 28 gennaio 2023, e proprio a lui è dedicata questa mostra ad un anno dalla sua morte. L’attuale parroco della cattedrale Metropolitana, don Silvio Cora, ricorda “La grande cura e passione di don Carlo Franco per tutte le forme artistiche gli ha consentito di entrare in contatto con artisti e con restauratori, musicisti e storici dell’arte, architetti e studiosi di liturgia. L’eredità di questa ricchezza di relazioni rimane oggi alla Parrocchia del Duomo ed al sottostante Museo Diocesano”.
Il lavoro di restauro è stato possibile grazie al sostegno della Fondazione CRT e sotto il controllo della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio della Città Metropolitana di Torino.
“La Soprintendenza, come di consueto, ha seguito l’intervento di restauro che ha permesso di restituirci la piena leggibilità di alcuni dipinti del pittore Olivero, poco conosciuti trattandosi di sopraporte della sacrestia di San Tommaso, di soggetto religioso, peraltro non così comune nella prolifica produzione laica di questo artista, amato dalla corte sabauda. I dipinti in questione appartengono agli anni trenta del XVIII secolo che sono gli anni della sua piena maturità artistica. Sono quadri ricordati dalle fonti settecentesche e spesso citati nelle antiche guide della città. A don Carlo, cui l’esposizione è dedicata nell’anniversario della sua scomparsa, va il nostro ricordo vivo e affettuoso; fine musicista, amava il dialogo serrato tra l’antico e il contemporaneo e l’utilizzo delle immagini per veicolare il messaggio sacro ”, spiega Valeria Moratti della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio della Città Metropolitana di Torino.
L’esposizione straordinaria è fruibile fino all'11 Febbraio negli orari d’apertura del Duomo: successivamente, verrà decisa una collocazione adeguata al fine di continuare a mettere le opere a disposizione del pubblico in maniera costante e più ampia possibile.
In programma nel periodo d’apertura della mostra, il 7 febbraio alle ore 17.30 in Duomo, un incontro con Arabella Cifani, critica d’arte e collaboratrice del Museo Diocesano studiosa di Pietro Domenico Olivero, per approfondire la storia delle preziose opere.
Pietro Domenico Olivero nacque a Torino nel 1679 e fu battezzato il 10 agosto nella Parrocchia di San Tommaso, morì a Torino il 13 gennaio 1755. Figlio di un intagliatore. Si forma artisticamente con l’architetto e pittore Melchior Baldassare Bianco, subì l’influsso dei pittori olandesi e fiamminghi come Melchior Hamers, Peter Mauritz Bolckman, Abraham Godyn, Jean-Baptiste Abret, Jean Miel, attivi a Torino sulla fine del ‘600. Le sue capacità furono apprezzate da Vittorio Amedeo II di Savoia che ne divenne protettore.
Della sua vita personale si sa, dal censimento del 1705, che venne registrato come “storpio”, era nato con disabilità ad entrambe le gambe, ma questo non gli impedì di diventare un artista riconosciuto ed apprezzato. Anzi disegnò con ironia la propria deformità.
È considerato tra i più importanti autori italiani della pittura bambocciante, un attento e ironico testimone del Settecento piemontese di cui illustrò sia nei suoi usi e costumi laici, le mode, nature morte e momenti storici, sia dedicandosi a soggetti religiosi.
Oltre alle opere in San Tommaso, restano alcuni interessanti disegni presso la Biblioteca Reale di Torino, alcuni album al Museo Civico, alcune sue opere si trovano nel castello di Betton Bettonet in Savoia, lavorò anche come decoratore a palazzo Reale e alla Venaria Reale e i suoi lavori sono oggi visibili a Racconigi e nella Palazzina di Caccia di Stupinigi.
Duomo di Torino
28 gennaio – 11 febbraio
In mostra le opere settecentesche di Pietro Domenico Olivero
del ciclo “Storie di San Francesco” appena restaurate grazie alla Fondazione CRT
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