In esposizione una ventina di opere serigrafiche di BENY GIANSIRACUSA, torinese, scomparso nel 2021, capostipite della decima arte secondo l' egida del Moma di New York. L’allestimento al piano superiore si correda di tecniche calcografiche di ritrattistica, delicatamente compendiata da decorazioni speciali, come pizzi e merletti, che rendono ancora più raffinati i volti delle grandi donne del jet set internazionale da lui rappresentate.
E ora, un po' di storia su questo peculiare art-designer: all’età di 10 anni, all’interno dell’azienda di famiglia, Diego Maria Gugliermetto rimane indelebilmente colpito dalla Pop Art e da tutto quello che ne segue con le creazioni di architetti ed artisti. Inizia a “giocare” con il poliuretano espanso, sulla scia di un grande artista anticipatore, Piero Gilardi, frequentando nel contempo la facoltà di Architettura a Torino. Si dedica all’interior design, al light design ed alla ricerca. Lui e la sua famiglia, con papà Guido e zio Piero, contribuiscono a fare la Storia del design in Italia, collaborando con creativi del calibro di Pietro Raimondi, Ugo Nespolo, lo stesso Piero Gilardi, il gruppo Strum con Piero Derossi, Giorgio Ceretti e Roberto Rosso, lo Studio 65 con Gianni Arnaudo, Franco Audrito, Nanà Sampaniotou, Ferruccio Tartaglia, Giancarlo Paci e altri, poi Franco Mello e Guido Drocco, Giorgio De Ferrari, Gino Bistagnino, Gianni Pettena, Roberto Lazzeroni, Angelo Cusimano, Joachim De Barros, De Pas, D’Urbino, Lomazzi, Gaetano Pesce e molti altri. A partire dalla rivoluzione introdotta dall’azienda del padre, Diego Maria approfondisce la sua visione surreale, nel segno di un’innovazione alternativa, alla ricerca della propria dimensione personale come designer, artigiano e imprenditore nell’azienda di sua proprietà: la G-Experience, con sede a Balangero. Ispirato al Manifesto del Futurismo, pubblicato nel 1909, più di cent’anni dopo, Gugliermetto partecipa negli anni Duemila alla scrittura del Manifesto del Design Italiano, insieme a un gruppo di creativi con concezioni comuni e complice voglia di rinnovamento. La sfida per Diego Maria rimane ad oggi quella di conciliare il proprio io sognatore con l’anima di artigiano-designer-imprenditore.
Infine, il fotografo di adozione rivolese LUCIANO GALLINO, da decenni impegnato nella ricerca espressiva di corpi, gambe e volti che si relazionano ergonomicamente con le forme plastiche e architettoniche del mondo, che in questa mostra presenta uno studio fotografico tra ballerini - coreografi e oggetti di alto design provenienti dalla collezione del Museo del Design Galliano Habitat. Dalla conturbante sedia “Him” - “Her” di Fabio Novembre all'appendiabiti Shanghai di De Pas, D' Urbino e Lomazzi, la ricerca narra il felice connubio tra produzione seriale e arte coreutica emerso dalla vocazione stessa del Made in Italy, che possiede da sempre grande estro, capacità di astrazione creativa e cultura di progetto. In carrellata fotografica su forex 70x100, molteplici narrazioni sceniche tra danzatrici e oggetti “icona“ del mondo del design – dalla storica “Panton Chair” allo sgabello “Sella” dei fratelli Castiglioni, dalla seduta basculante “MT3” di Ron Arad (vincitrice del Compasso d’Oro) al “VasOne” di Luisa Bocchietto. Una seduttiva retrospettiva sulla cultura di progetto annessa all’arredo dagli anni ‘50 ad oggi, utilizzando il codice del tango e la bravura dei suoi interpreti. Luciano Gallino racconta il suo percorso per arrivare a realizzare questo progetto: "Grazie ad una attività' lavorativa che mi ha portato a viaggiare per il mondo intero, mi e' stato possibile sviluppare sempre piu' la passione per il click. Il mio approccio alla fotografia e' stato caratterizzato da un’evoluzione che mi ha portato dalla classica fotografia di paesaggio, legata ai viaggi, sino ad un interesse predominante per la fotografia legata al soggetto umano. Soggetto umano che va dal ritratto, volto a catturare l’io insito delle persone, sino all’ambito quotidiano che si muove attorno alla persona. In questo contesto il “paesaggio urbano" e' stato un innamoramento preannunciato. Si tratta di un genere che permette l’integrazione completa dell’elemento umano con il suo mondo di riferimento. E poi, dal paesaggio all'oggetto di design è stato un passaggio naturale".
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G. Dall'Art Design alla Post Pop Art.”
A
cura di Monica Nucera Mantelli
Open ADA, via Repubblica 6, Torre
Pellice (TO)
Giorni e orari di apertura:
1- VENERDI’
POMERIGGIO - ore 15:00-18:00
2- SABATO POMERIGGIO -
ore 15:00-18:00
3- DOMENICA SU APPUNTAMENTO –
(tel. +393667190602 oppure +393924025290)
Ingresso
libero.
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