sabato 14 dicembre 2024

Dal 17 al 21 dicembre 2024, al Teatro Café Müller di Torino arriva il TIMF – Turin International Monodrama Festival dedicato ai Paesi del Bacino del Mediterraneo e del Golfo Arabico a cura di BlucinQue Nice e Fondazione Piemonte dal Vivo


Dal 17 al 21 dicembre 2024, al Teatro Café Müller di Torino arriva il TIMF – Turin International Monodrama Festival, kermesse dedicata ai Paesi del Bacino del Mediterraneo e del Golfo Arabico, curata dal Centro nazionale di produzione blucinQue Nice e da Fondazione Piemonte dal Vivo, con la Direzione Artistica di Barbara Bertin.

Il TIMF avrà una giuria internazionale e ospiterà una rassegna di sette spettacoli in concorso con compagnie provenienti da Italia, Emirati Arabi Uniti, Oman, Tunisia, Francia, Giordania e Palestina, cui si aggiungeranno due spettacoli italiani fuori concorso, Gelsomina Dreams Coppelia Solo di Compagnia blucinQue.

In totale saranno oltre 30 gli operatori e le operatrici culturali, i drammaturghi, gli artisti e i direttori nazionali e internazionali coinvolti.


A completare il programma, il grattacielo Piemonte ospiterà un Simposio internazionale intitolato Nuove scene del Teatro Arabo, durante il quale una delegazione internazionale di operatori culturali e di direttori artistici di importanti festival del mondo arabo e le Fondazioni Piemonte dal Vivo e Cirko Vertigo illustreranno le proprie attività con l’obiettivo di condividere buone pratiche di produzione e di promozione dello spettacolo dal vivo e di sviluppare futuri rapporti di collaborazione. 

La kermesse prende il via martedì 17 dicembre alle ore 21 con lo spettacolo fuori concorso Gelsomina Dreams di Compagnia blucinQue, diretta da Caterina Mochi Sismondi. Dichiarato omaggio al genio di Federico Fellini, lo spettacolo è un viaggio onirico in bilico tra danza, poesia, musica e circo, a partire da immagini ispirate al mondo dei sogni del grande regista e ad alcuni dei suoi film. Sulla scena gli artisti della compagnia blucinQue si muovono in uno spazio simbolico, di pochi elementi, in cui coreografie, suono e luci, trasportano in un mondo sospeso nel tempo, un’ambientazione che allude a un set cinematografico dismesso e di felliniana memoria. Lo spettatore viene così condotto per mano in una dimensione più profonda, inconscia, a tratti spiazzante. Attraverso i testi di Luis Borges, si evocano le tematiche vicine all’universo felliniano: la finzione, il doppio, il sogno, con un’idea di supremazia dell’”estetica attiva dei prismi”, capace di forgiare una visione personale sull’”estetica passiva degli specchi” che trasforma l’arte in copia attraverso il ritmo e la metafora. Agli interpreti non viene chiesto il calco di una maschera ma una reinterpretazione contemporanea e personale del sogno di una Gelsomina visionaria, portatrice di un sentire cangiante e in continua evoluzione. 

La delegazione estera inizierà la giornata di mercoledì 18 dicembre con la visita al Museo Egizio di Torino, eccellenza italiana e piemontese, alle ore 11, seguita dalla visita alla mostra sui 50 anni del Centro Studi del Teatro Stabile di Torino e da un tour all’interno del teatro Carignano, nel cuore di Torino. Le visite saranno guidate dalla direttrice artistica Barbara Bertin. 

La sera doppio appuntamento al Teatro Café Müller: alle 19 va in scena The Mamlok (Emirati Arabi Uniti) con Abdullah Al Khadeim e la regia di Ahmed Abdullah Rashid per Almaseelah Production. In un'epoca antica, un re viene a conoscenza di un complotto e pensa di salvarsi mandando un messaggio, in modo segreto e dal suo palazzo, ad un gentiluomo lontano dal suo regno e in pericolo come lui. Il suo servo, un Mamelucco, si offre come messaggero e gli suggerisce di tatuare il messaggio sul cuoio capelluto. Messo in isolamento, il servo deve aspettare la completa ricrescita dei capelli in modo che durante il suo viaggio nessuno, incluso lui, possa leggerlo ad esclusione del destinatario. Quando scade il periodo di isolamento il Mamelucco viene liberato e si presenta di fronte al gentiluomo, senza conoscere il vero contenuto del messaggio. 

Alle 21:30 è in programma lo spettacolo Miniminagghi, prodotto da Cie L’Alchimique (Francia) con Salvatore Cappello e la regia di Pablo VoloMiniminagghi in siciliano significa indovinelli, giochi tramandati di generazione in generazione attraverso la cultura orale. Da questa tradizione Salvatore Cappello parte per la costruzione del suo spettacolo, un soliloquio circense e allo stesso tempo una ballata sulla Sicilia, un modo per ricordare, per riappropriarsi di antiche storie, per trovare una scappatoia verso il continente. Insieme al regista Pablo Volo, Cappello immagina uno spettacolo che lega le sue radici al “volo” verso il circo, in una sorta di autobiografia giovanile.

La terza giornata di kermesse si apre, alle ore 10, con il simposio New scenes of the the Arab Theatre, ospitato presso il grattacielo Piemonte in piazza Piemonte 1. In questa occasione, interverranno Barbara Bertin – direttrice artistica del festival, Mauro Marzocchi - Direttore Generale della Camera di Commercio Italiana a Dubai, Paolo Stratta - direttore di Fondazione Cirko Vertigo, Abdullah Rashed Al Dhanani - attore, regista, membro dell’Associazione Teatrale degli Emirati Arabi Uniti, Matteo Negrin, Direttore della Fondazione Piemonte dal Vivo, Marwa Mahdi, Critica teatrale, fondatrice del Migrant Theater Project e di Zati e.V.—Center for Arab Theater and Interculturality e Ali Elayan, Direttore artistico del Liberal Theatre Festival di Amman.

A seguire, alle ore 19, la serata al Teatro Café Müller prende il via con lo spettacolo Mother Nature, interpretato da Mariem Sayeh (Tunisia). Gli esseri umani non possono vivere senza la Madre Terra ma il pianeta può vivere senza gli esseri umani: la performer interroga se stessa e il pubblico su come oggi consideriamo la Terra sulla quale viviamo e senza la quale la vita non sarebbe possibile. Mother Nature è un inno alla Natura, forza generatrice di tutte le cose. In ogni momento della storia e in ogni luogo, la Madre Terra si è incarnata in svariate figure di dee in cui l'umanità ha potuto e può liberamente credere non credere: la Terra resta comunque immagine simbolo di vita, di fertilità e di bellezza, materia primordiale che abbraccia la vita e la nutre.

Alle ore 21:30 è la volta dello spettacolo Safiya dalla Giordania, con la compagnia The Liberal Theatre e l’attrice Maram Abu Al-Haija, per la regia di Firas Al-MasriIn scena con la protagonista un guardaroba che non attira altro che topi e che evoca solo ricordi tristi. “Sei un armadio inutile e vergognoso. Il tempo si sgretola intorno a te e tu rimani lì, pesante, immobile come una roccia muta. Ti odio, eppure mi assomigli”, recita la protagonista. Il vecchio guardaroba diventa così il simbolo dell’immobilità, di un passato che non vuole andarsene e dell’incapacità della sua proprietaria di muoversi e di evolvere, di cambiare il suo futuro. 

Venerdì 20 dicembre la mattina si terrà la seconda giornata del simposio New scenes of the the Arab Theater, questa volta presso il Teatro Café Müller di Torino, in via Sacchi 18/D. All’apertura dei lavori di Barbara Bertin, seguiranno gli interventi di Caterina Mochi Sismondi, Presidente del Centro nazionale di Produzione blucinQue NiceAnna Peyron, Responsabile del Centro Studi del Teatro Stabile di Torino, Saleh Zamanan, poeta, drammaturgo, Direttore della Cultura e Consigliere presso l’Autorità Ministeriale del Teatro e delle Arti Performativa di Riyadh (Arabia Saudita)Sami Al - Jamaan, Professore di Critica Teatrale della King Faisal University e vicepresidente della Società di Teatro e Arti performative dell'Arabia Saudita, drammaturgo e regista, Mounir Argui, Direttore delle Giornate Teatrali di Cartagine, Direttore di Arti Sceniche del Ministero degli Affari Culturali di Tunisi, Professore emerito di Arti Sceniche (TUNISIA), Raffaele Irace, coreografo freelance e maitre de ballet, direttore della programmazione danza e performance presso il Gallus Theater di Francoforte e direttore artistico del festival Solocoreografico.


La sera alle 19 l’Oman porta in scena lo spettacolo Meter x meter diretto da Ahmed Al – Zadjali, con l’attore Sami Al Busaidi. Un riflettore illumina un prigioniero di nome Burhan, un uomo sulla cinquantina, seduto su una sedia con un cappio appeso sopra di lui. Il rumore dei colpi alla porta sveglia Burhan dal sonno: è il suo ultimo giorno, la fine è vicina e Burhan sa cosa lo aspetta. Imprigionato da quasi un mese, vive uno spazio angusto, in compagnia di ratti e scarafaggi. Questo spazio minuscolo è sufficiente a risvegliare i ricordi del passato e i sogni che un tempo popolavano la sua mente. 

Alle 21:30 Khalid Massou della Compagnia Inad Theater, e la regia di Emil Saba, sarà il volto di Jabra, spettacolo portato in Italia dalla Palestina. Ispirato alle autobiografie de Il primo pozzo e Princess Street di Jabra Ibrahim Jabra, romanziere, poeta, pittore, critico letterario e traduttore, nato a Betlemme nel 1920 e morto a Baghdad nel 1994. Jabra, viene seguito nella sua evoluzione, dall'età di cinque anni fino ai dodici, nello sviluppo della sua coscienza, del suo intelletto e delle sue passioni. Il protagonista evoca i personaggi significativi della sua vita, tra le strade e i vicoli in cui ha vissuto, corso e giocato nelle città di Betlemme e Gerusalemme, e rappresenta l'infanzia come misto di intensità esistenziale e coma poetico, combinazione di logica e di illogicità, insieme di storie diverse spesso difficili da collegare, “senza un ardente desiderio di analisi e senza intromettermi o aggiungere qualcosa a ciò che è realmente accaduto”. 

Il giorno di chiusura della kermesse, sabato 21 dicembre, si aprirà con la visita della delegazione straniera alle ore 11 al Museo del Cioccolato. La delegazione sarà accompagnata dalla direttrice artistica del festival, Barbara Bertin: l’obiettivo è la valorizzazione del territorio italiano e piemontese all’estero, favorendo un reciproco scambio culturale e una messa in valore delle proprie eccellenze, dal teatro alle arti performative in genere, per arrivare alla gastronomia.

Alle ore 18 di sabato 21 dicembre al Teatro Café Müller è la volta dello spettacolo italiano in concorso intitolato Qualcosa ci sta sognando. Un viaggio nella dark zone degli ultimi 100 anni di e con Manuela Gandini. Il Novecento in questo spettacolo è una camera oscura in cui sorgono le mura di Auschwitz, il fungo atomico, le solarizzazioni di Man Ray, il Vietnam e i Balcani e la cannibalizzazione delle immagini. Un talk concepito in forma di lezione/azione che tratta l’emersione di diversi linguaggi del secolo breve e analizza la creazione dell’estetica nazista e il linguaggio dell’arte del tempo e di oggi, un’incursione nella dark zone della nostra storia attraverso gli occhi spenti di figure grigie come Goebbels e di vulcanici artisti come Lee Miller, Abramovic, Jodorowsky, Zang Huan, Castellucci, Bartolina Xixa, Boltanski, un percorso rizomatico, imprevedibile e accidentato, un rito di purificazione, un viaggio nel tempo tra i falsi dèi del Novecento. 

Alle ore 20 va in scena lo spettacolo fuori concorso Coppelia Solo, di compagnia blucinQue. Bambola meccanica e illusione, corpo spezzato, fuori asse, appeso come una marionetta: con questo assolo della coreografa Caterina Mochi Sismondi si riporta l’attenzione al tema dell’identità, della maschera che ciascuno di noi indossa e della donna vista nella sua fragilità ma anche nella sua forza, grazie ai differenti ruoli che è in grado di rivestire. Ispirato al balletto Coppelia – La ragazza dagli occhi di smalto, la danzatrice e acrobata Elisa Mutto unisce e armonizza tecniche della danza e della contorsione alla sospensione capillare, che consiste nel sollevarsi dal suolo stando appesi solo per i capelli, grazie anche al lavoro del rigger e artista Michelangelo Merlanti. La musica, a partire dalle note di Delibes è curata dalla musicista Bea Zanin e ripropone temi del balletto, con interferenze di elettronica e composizioni live.

Alle ore 20:30 l’assegnazione dei premi a cura della giuria internazionale: Migliore performance, Migliore attrice, Miglior attore, Migliore scenografia, Miglior autore. Alle ore 21 la cena di chiusura della manifestazione, a inviti, a cura de Il Gusto del Mondo.  


TIMF - Turin International Monodrama Festival

Teatro Café Müller di Torino, in via Sacchi 18/D

 I biglietti per assistere agli spettacoli – con un costo che va dai 5 ai 12 euro - sono acquistabili su Vivaticket, dall’APP blucinQue Nice scaricabile su tutti i dispositivi, presso la biglietteria di Fondazione Cirko Vertigo a Grugliasco (TO) e telefonicamente tramite l’app Satispay.

Per informazioni: biglietteria@blucinque.it - 011 07 14 488.

Info www.blucinque.it

 

Nessun commento:

Posta un commento