La mostra rievoca le vicende del secondo conflitto mondiale, quando le sale del Castello di Agliè furono individuate come luogo di ricovero per la protezione e la salvaguardia del patrimonio artistico conservato nei musei di Torino.
Attraverso il percorso espositivo, che accompagna il pubblico in un’atmosfera tra il fascino di sculture dell’Antico Egitto, suggestive immagini d’epoca e ambientazioni ispirate al ruolo della residenza durante la guerra, la mostra racconta infatti una storia poca nota, ma di cruciale importanza per la sopravvivenza di numerose opere d’arte e tanti preziosi reperti, ancora oggi fulcro dell’identità artistico-culturale di Torino e della sua notorietà oltre i confini nazionali.
In Italia, paese con un patrimonio culturale tra i più vasti e articolati al mondo, i piani per la messa in sicurezza delle opere mobili furono predisposti già negli anni della Grande Guerra (1915-1918). Successivamente, in parallelo all’inasprirsi delle tensioni che avrebbero portato al secondo conflitto mondiale, furono messi a punto, e verificati con apposite esercitazioni, programmi per la salvaguardia del patrimonio.
Sul finire del 1942 l’intensificarsi dei bombardamenti costrinse a mettere in atto nuove strategie per la protezione delle opere d’arte piemontesi e il Castello di Agliè apparve un luogo ideale, sufficientemente distante da Torino, ma ben collegato con le strade. Dall’inizio dell’anno successivo furono trasferiti nella residenza canavesana capolavori, arredi e testimonianze di rilievo storico e artistico: quadri, arazzi e altre opere della Galleria Sabauda; dipinti e cartoni della Pinacoteca Albertina; opere dei Musei civici; carte dell’Archivio di Stato; dipinti, sculture, tappezzerie, tappeti e mobili di Palazzo Reale; libri della Biblioteca Reale; oggetti e arredi dell’Armeria Reale e di Palazzo Chiablese. A tutto ciò si aggiunsero 302 casse del Museo Egizio contenenti i reperti classificati “unici o rarissimi”.
Il percorso comincia nella sala che accoglie i visitatori con la proiezione Custodia. Proteggere il patrimonio culturale dalla Seconda guerra mondiale ad oggi che ripercorre gli avvenimenti emblematici della storia italiana e del Castello, attraverso riprese cinematografiche dell’Archivio Storico Istituto Luce, immagini storiche e documenti segreti dei giorni cruciali del salvataggio delle opere, fino alle azioni compiute oggi dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale con la Task Force italiana “Unite4Heritage”. Quest’ultima, nel 2022 ridenominata Task Force Caschi Blu della Cultura, è stata istituita nel 2016, quando l’Italia, tramite un accordo interministeriale, fu il primo paese al mondo a mettere a disposizione dell’UNESCO un apposito contingente specializzato in azioni per la difesa del patrimonio culturale in contesti di crisi. Il video si conclude con un focus sul lavoro svolto dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale e dai corpi speciali che operano in stretta collaborazione con le istituzioni impegnate nelle attività di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, una sinergia fondamentale per la protezione delle opere d’arte in caso di reati e situazioni di rischio dovuti a emergenze e calamità.
L’esposizione prosegue nel Salone delle Guardie del Corpo, con una prima sezione, Agliè e il patrimonio del Museo Egizio, dedicata ad alcune opere in prestito dal Museo Egizio, presentate in un allestimento scenografico. In questo ampio spazio, sontuoso ingresso al Castello, avevano trovato ricovero le casse provenienti dal Museo Egizio che, come si può osservare nelle fotografie storiche, contenevano, tra gli altri oggetti, anche quelli del corredo funerario della tomba di Kha e Merit. Una seconda sezione, La passione per l’antico di Carlo Felice e Maria Cristina, focalizza invece l’attenzione sull’interesse archeologico del sovrano Carlo Felice di Savoia (1765-1831) e della consorte Maria Cristina di Borbone-Napoli (1779-1849). Non solo nel 1823 Carlo Felice acquistò quello che sarebbe stato il primo nucleo delle collezioni oggi esposte al Museo Egizio, ma negli anni seguenti la coppia promosse campagne di scavo nei luoghi delle antiche città di Tuscolo e Veio, facendo poi trasferire al Castello di Agliè i reperti rinvenuti, fino a formare una ricca collezione allestita nella Sala Tuscolana, oggi un vero e proprio ‘museo nel museo’.
L’obiettivo di sollecitare la coscienza collettiva, sviluppando iniziative di educazione al patrimonio, ha portato ad accompagnare la mostra con un programma di attività didattiche dedicato alle classi quinte delle scuole primarie e alle scuole secondarie di primo e secondo livello, sviluppato insieme al Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Torino. Inoltre, a conclusione della mostra, è previsto un convegno sul tema della protezione dei beni culturali, in collaborazione con il Nucleo Carabinieri e l’Università di Torino.
CUSTODI DELL’ANTICO
Opere dell’Egizio e altri tesori al Castello di Agliè
durante la Seconda guerra mondiale
Castello di Agliè
14 dicembre 2024 – 2 marzo 2025
negli orari di apertura del Castello
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