Dopo l’anticipazione di luglio delle sei gallerie che interagiranno con le suite – A.MORE Gallery, Antonio Colombo Arte Contemporanea, Artra, Contour Art Gallery, Galleria Davide Di Maggio e Gaze-Off – e le novità sui focus dedicati a performance, video d’arte e opere sonore, The Others rivela non solo i nomi degli espositori provenienti sia dall’Italia che dall’estero – tra cui Slovacchia, Spagna, Perù, Cuba, Lituania, Francia, Svizzera, Argentina e Portogallo – ma anche tre percorsi trasversali che emergono nei loro progetti e che diventano chiavi di lettura per questa edizione: la soglia e la città, il viaggio e l’interculturalità, il corpo e gli inganni della visione.
A guidare questo processo è il direttore artistico Lorenzo Bruni, curatore indipendente con una lunga esperienza internazionale, affiancato da un board curatoriale composto da Caterina Angelucci, Carolina Ciuti, Lýdia Pribišová ed Elisabetta Roncati, le quali approfondiranno i temi di questa edizione per mezzo di focus, visite guidate e tavole rotonde. Un gruppo che ha lavorato insieme per mantenere fede alla vocazione di The Others: essere un laboratorio critico e relazionale più che un semplice appuntamento fieristico.
L’immagine guida della XIV edizione di The Others porta la firma di Simone Rotella, noto illustratore e grafico pubblicitario torinese, riconosciuto per uno stile distintivo, frutto di una rigorosa ricerca tra combinazioni di colori e punti di vista cinematografici. Per la fiera, Rotella ha realizzato “Allegoria del futuro”: un’illustrazione evocativa dal tono distopico che reinterpreta in chiave creativa il tema centrale di questa edizione, “The future is here right now”. L’immagine ritrae infatti tre figure di età diverse, due umane e una robotica, che si alternano in modo ciclico, suggerendo un percorso evolutivo nel tempo. «L'ispirazione mi è venuta osservando un quadro di Tiziano di metà '500, in cui tre teste maschili simboleggiano rispettivamente: la giovinezza, la maturità e la vecchiaia – racconta l’artista – Da qui una domanda mi è sorta spontanea: “Siamo pronti per cosa ci riserva il futuro? Le sfide tecnologiche ed i suoi nuovi ed imprevedibili orizzonti?”. Utilizzando un androide come simbolo di "maturità", ho voluto immaginare visivamente una premonizione quasi aristotelica del cammino che l'uomo intraprenderà nei prossimi anni».
PROGETTI ESPOSITIVI – TEMI E PERCORSI
I 57 espositori animeranno la palazzina dell’ITCILO con proposte elaborate appositamente per l’occasione articolate in tre grandi macro-aree che diventano chiavi di lettura dell’edizione 2025:
Visualizzare una soglia tra spazio cittadino e spazio privato
Dialogo interculturale e il tema del viaggio
Il tema della soglia non è solo collegata all' esperienza dello spazio e del “qui e ora” ma si amplia con molti progetti all'idea di esperienza interculturale e a come far convivere i punti di vista culturali differenti – aspetto amplificato dalla sede in cui si svolge l'edizione – ma in alcuni casi diviene una necessità principale come con la galleria Collage Habana (Cuba) che porta il dialogo tra due artisti cubani Alberto Domínguez e Andrés Maurette, dove la funzione dell’oggetto si trasforma in pura contemplazione, ma anche con Bloc Art Perù (Perù) che espone pittura e performance legate a spiritualità andina, natura e identità femminile, per esperire il presente da una prospettiva extraeuropea con opere di artiste peruviane come Patica Da Lipsia, ODP Gallery (Germania) - con le opere di David Eager Maher, Siegfried Füreder, Nina Hannah Kornatz, Jakob Limmer - intreccia memoria, geometria e natura per proporre diversi modi di intendere il disegno e la pittura per una mappa europea delle vulnerabilità contemporanee. Dall’Europa centro-orientale arriva Banská St a nica Contemporary (Slovacchia) che presenta gli esiti di residenze collettive, dove la vita di studio diventa forma espositiva e l’opera è il risultato di un processo aperto tramite le opere di Martin Groch, Alessia Armeni e Svätopluk Mikyta. Insieme, questi progetti mostrano che l’internazionalità non è un “altrove” decorativo, ma un’esperienza di convivenza dei linguaggi.
Il corpo e gli inganni della visione
Altre gallerie, invece dell’architettura o dei luoghi pubblici e privati, scelgono il corpo come elemento principale con cui creare una connessione tra spazi fisici e mentali. Tra chi sceglie in maniera evidente come terreno di indagine il corpo possiamo citare: BoA Spazio Arte (Bologna) che dà voce a cinque giovani artiste tra Cina e Italia - Flavia Bucci, Roberta Cacciatore, Federica Gonnelli, Tullia Mazzotti, Jilan Wu - per trasformare il vissuto personale in paesaggi interiori. In altri casi il corpo e la sua eccessiva rappresentazione al tempo dei selfie e dei programmi di riconoscimento facciale puntano a insinuare dubbi sull’autenticità della visione. Tra le varie proposte, Raw Messina (Roma) mette al centro il sentimento come bussola nell’iper-digitale, con opere che intrecciano pittura, video e performance (Eleonora Rossi, Erendira Reyes, Pax Paloscia) e che rispondono all’intelligenza artificiale riaffermando l’esperienza emotiva. Altre gallerie scelgono il corpo come terreno di ambiguità: Arteria Art Gallery (Spagna) intreccia i paesaggi emotivi di Samantha Torrisi con i corpi visionari di Carlos Enfedaque e Laura Fridman, infine Garage Fontana (Modica) mette a confronto gli autoritratti pittorici di Michelangelo Menu con le ferrotipie e l’archivio ULTRAMAR di Romaric Tisserand, offrendo due prospettive complementari sull’identità e l’auto-rappresentazione, tra pittura e fotografia d’archivio.




Nessun commento:
Posta un commento