domenica 17 marzo 2019

Al PAV di Torino la mostra ECOLOGIES OF LOSS, prima personale italiana dell’artista indiano Ravi Agarwal tra arte ed ecologia



Fino al 9 giugno 2019 il PAV Parco Arte Vivente ospita Ecologies of Loss, la prima personale italiana dell’artista indiano Ravi Agarwal. La mostra, a cura di Marco Scotini, prosegue l'indagine inaugurata con l’artista cinese Zheng Bo, relativa al rapporto tra pratiche artistiche e pensiero ecologista nel continente asiatico, L’obiettivo è quello di fare il punto sulla “centralità dell'Asia nella crisi climatica”, come sostiene Amitav Ghosh. Da decenni Ravi Agarwal conduce una pratica interdisciplinare come artista, fotografo, attivista ambientale, scrittore e curatore. Il suo lavoro esplora questioni nodali dell'epoca contemporanea quali l'ecologia, la società, lo spazio urbano e rurale, il capitale. Partito dalla fotografia l’artista ha poi incluso fra i suoi mezzi espressivi installazioni, video, interventi di arte pubblica, diari, all'interno di progetti dalla durata pluriennale. Animato dal desiderio di riappropriazione dei poteri collettivi autonomi sottratti dal capitalismo, di auto-gestione e auto-governo dei propri corpi e delle proprie vite, di cooperazione nel lavoro umano ed extra-umano, Agarwal registra i cambiamenti in corso nell'ambiente a partire dal lato della perdita. Da qui deriva il titolo, Ecologies of Loss, della mostra concepita per il PAV.

In questo senso, trattandosi della prima personale in Italia, la mostra cerca di raccogliere nuclei di opere ordinate cronologicamente negli anni: da Have you Seen the Flowers on the River (2007 - 2010) a Extinct? (2008), da Alien Waters (2004 – 2006) a Else All Will Be Still (2013 – 2015). All'interno di queste estese ricerche, la perdita dell'animale (la comunità degli avvoltoi della parte meridionale dell'Asia) non è distinta dalla minaccia dell'estinzione della coltura del garofano indiano (la sua economia sostenibile, i suoi significati rituali), la perdita del fiume Yamuna, da quella del linguaggio (con il ricorso alla antica letteratura Sangam, scritta in Tamil), fino alla perdita del sé soggettivo – secondo una logica di interconnessione ecosistemica per la quale nessun elemento risulterebbe isolabile dal resto.

Da questo punto di vista, risulta particolarmente emblematico il lavoro presentato a Yinchuan Biennale. Il titolo, Room of the Seas and Room of Suns fa riferimento a due spazi della vita dell'artista, connessi dal comune elemento della sabbia. Due contesti ecologici, due politiche di sopravvivenza, il paesaggio umido della città costiera di Pondicherry e quello arido del deserto del Rajasthan, della sua infanzia e dei suoi antenati. Come afferma Agarwal, il fiume non è solo un corpo d'acqua che scorre attraverso la città, ma una rete di miriadi di relazioni interconnesse alla città, ai suoi abitanti e alla natura.

I suoi lavori sono stati esposti in manifestazioni internazionali tra le quali menzioniamo Yinchuan Biennale (2018), Kochi Biennale (2016), la Sharjah Biennial (2013), Documenta XI (2002). Ravi Agarwal è fondatore e direttore della ONG ambientalista Toxic Link, oltre a far parte di diversi comitati regolatori, a fianco della sua costante attività di studio, ricerca e scrittura relativamente ai temi connessi alla sostenibilità ambientale, sia nella dimensione accademica sia sui media più popolari. Nel 2008 è stato insignito dello Special Recognition Award for Chemical Safety delle Nazioni Unite e, nel 1997, gli è stata assegnata l'Ashoka Fellowship per l'imprenditoria sociale.
La mostra è realizzata con il sostegno della Compagnia di San Paolo, della Fondazione CRT, della Regione Piemonte e della Città di Torino.

PAV - Parco Arte Vivente
Via Giordano Bruno 31 – 10134 Torino Italy
T. +39-011-3182235

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