Con
benvenut* nel futuro / WELCOME TO THE FUTURE sabato 9
marzo alle 19 la Fusion Art Gallery - Inaudita (Piazza Peyron,
9g, Torino) inaugura una nuova mostra interamente dedicata alla
poliedrica artista Rebecca Agnes, per la curatela di Barbara
Fragogna e parte dei circuiti NEsxT – Independent Art
Festival, COLLA e
ContemporaryArt Torino e Piemonte.
“Quando
è uscito Pokémon Go" - spiega l'artista - "per un attimo
ho avuto la sensazione che fossimo arrivati nel futuro tecnologico
promesso, se non che breve tempo dopo ho scoperto che in realtà la
struttura del gioco non era originale, bensì basata su
un’interfaccia sviluppata dagli utenti stessi per un altro gioco
per smartphone che non aveva avuto successo. Il futuro era arrivato
qualche anno primo, ma io, e un numero considerevole di altre
persone, non ce ne siamo accorti. Quindi benvenut* nel futuro,
tanto è già passato.”
di
Barbara Fragogna
“… E
difendiam la Terra, dall'ombra della guerra / Il nostro cuore
batterà, per la libertà / Intrighi e i loschi piani dei mostri
disumani / Il nostro raggio spazzerà, nell’immensità…” -
Daitarn 3 (Sigla italiana)
Terra
di mezzo tra Baby Boomers e Millennials. Siamo, Rebecca
e io, parte della Generazione X di wikipedia “Generalmente
identificata dalla mancanza di ottimismo nel futuro, dallo
scetticismo, dalla sfiducia nei valori tradizionali e nelle
istituzioni … di giovani adulti apatici, cinici, senza valori o
affetti” ma anche “conosciuta come una delle generazioni più
intraprendenti e tecnologiche della storia americana ed europea alla
quale si deve in gran parte l'espansione di internet…”.
Ma
anche. Quelli cresciuti a pane e cartoni, che però hanno visto la tv
prima e dopo Berlusconi, che le scuole cattoliche e ancora la messa,
che hanno studiato un po’ quello che volevano, che poi molti se ne
sono andati perché l’Italia non se li è voluti tenere, che si
sono lasciati credere che la colpa era dei genitori (psico e psycho),
che le scuole cattoliche, che la musica punk e il muro di Berlino e
Černobyl' e la Thatcher e i Bush e Disney ma per fortuna Miyazaki e
poi “dai che siamo fichi ce la facciamo” ma “cacchio che dura
però”.. e adesso? Che si fa? E domani? E la pensione? E i figli li
facciamo? Anche no. Con quali conseguenze? La Natura mi punisce? E le
donne? Tanto oramai non serve più lottare, e il femminismo? e invece
si, di nuovo. Ma non sono una donna, sono quell* che sono.
Degenerat*. Sto con chi voglio. Chi mi definisce? La religione, Dio,
lo Stato, tu? E i diritti individuali? E il dovere dell’umiltà? E
il cosmo, enorme. Quantici, stringhe, pulviscoli a 9 dimensioni,
alieni alienati a guardare in alto, a buttare plastica in acqua, a
vivere in boschi verticali solo se nati bene, a cercare di crescere
foreste nel balcone, in appartamento, in tasca. Tutti con gli
antenati africani e pure tutti ancora attaccati alla razza, migranti
cibernetici, socialmediatici, asociali spiazzati, scimmie. Dinosauri
senza piume, cariatidi bianche, cattedrali di mattoni, piramidi
spellate. Bruti, geni, santi immacolati, giudici supremi con in bocca
solo una lingua dialettale. Navigatori del web, tecnologici
assemblaggi smart incapaci di orientarsi senza cavo di ricarica.
Conoscitori del mondo alla wiki. Approssimativi esperti del
pelo dell’erba del vicino. Malati dei nostri stessi mali e di
quelli che ci lasciamo inoculare da quattro manipolatori arroganti,
incoscienti e vili, che sono comunque il riflesso di noi. Nei lavori
di Rebecca si trovano tutte queste cose e molto di più.
Quando
ascoltavo le sigle mi commuovevo, anche adesso (che patetico)
scendono quelle ridicole lacrime legate alle frasi di rivalsa del
bene sul male, della vittoria dei buoni, dell’eroe/eroina sui
mostri disumani, della fine della guerra o della sua sospensione. Mi
commuove e deprime, credo, il fatto di sapere che non è mai così.
Che i buoni non vincono, è una favola, una speranza ancora in voga,
un’Ultropia. Da realizzare, in potenza. Andare oltre la realtà,
immolarsi alla fantascienza per respirare l’oasi e la pace fondando
l’impulso su azioni concrete di lotta e protesta, di affermazione
di vita, banali principi di umanità. I mostri siamo noi, per questo
amiamo i mostri? Rebecca Agnes mette sotto assedio la roccaforte
delle nostre convinzioni ricamando sulla pelle del pensiero, del
ricordo, della memoria simboli, miti, personaggi, frasi, testi,
oggetti organici, soggetti cristallizzati e colori brillanti.
L’assedio è non violento e la bellezza delicata e gioiosa del suo
lavoro invita con gentilezza a lasciarsi scuotere e sconquassare dal
concetto, chiarissimo, dei contenuti della sua opera.
Rebecca
Agnes è una foresta pluviale di domande incastonate, rampicanti,
lussureggianti che s’inerpicano tra i muri di città immaginate che
però esistono e mutano esplorando vicoli e strade dove s’incontrano
persone vere che insieme ne regolano il piano lo espandono e
arricchiscono. Il futuro di Rebecca è un presente già passato nel
quale però (basterebbe un minimo di attenzione, empatia e cura) sono
presenti molecole, germi, organismi, funghi, spore per inseminare il
meglio nella società umana, organica ed eterogenea armonia di
co-esistenze tolleranti e intelligenti.
La
mostra è ricchissima di lavori, disegni, pitture, ricami, è
bellissima. I titoli sono storie, riflessioni e domande dirette
perché si vuole/desidera davvero creare dialogo, dibattito,
condivisione di pensieri. Pone l’accento sul paradosso
dell’educazione popolare, sulle scelte di comodo che semplificano
nell’immediato ma che a lungo termine portano a conseguenze
incontrollabili. Mettiamo in discussione tutto, persino il lavoro
dell’artista, il prezzo di vendita, il valore soggettivo dell’opera
che lasciamo sia l’acquirente, se interessato, a decidere a patto
che si rifletta sulle domande già riportate in apertura di testo.
Vogliamo che l’arte espliciti la sua funzione di catalizzatore e
crogiuolo, che il pensiero diventi oro.
Benvenut*
nel futuro, non potremo più negare le nostre responsabilità sul
presente appena passato.
Rebecca Agnes è nata nel 1978 a Pavia. Ha studiato all’accademia di belle arti di Brera di Milano, città in cui ha abitato fino al 2006, anno in cui si è trasferita a Berlino.
Sue
mostre personali presso Viafarini e Care/of a Milano. Galleria Davide
Gallo (Milano e Berlino) e Fusion Art Gallery / Inaudita a Torino.
Beo_Project a Belgrado. Fra le mostre collettive: Ambasciata Italiana
di Berlino, Kreuzberg Pavillion, Mica Moca, João Cocteau e Galerie
Wedding Berlino. Bethon7 ad Atene. Assab One e Fabbrica del Vapore a
Milano. Associazione Culturale dello Scompiglio (LU). Museo Marino
Marini a Firenze. GC.AC Galleria Comunale d'Arte Contemporanea di
Monfalcone. CIAC Castello Colonna di Gennazzano, Roma. Centre
Pompidou a Parigi.
Fra
le residenze: 2018 BoCs Art Cosenza. 2014 Beo_Project Residency,
Belgrado. 2013 Habitat # 1, CLANG, Scicli, Sicilia. 2012
Generations, Sofia, Bulgaria. 2011“Mobility and Movemen”, Byala
Bulgaria. 2009 Advanced Course in Visual Arts. Fondazione Antonio
Ratti. Como. 2005 Art/Lab, Isola San Servolo, Venezia. 2003 Centre
International d'Accueil et d'Echange des Récollets, Parigi.
www.rebeccaagnes.org
Info:+39
3493644287 | www.fusionartgallery.net
| info.fusionartgallery@gmail.com



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