La Fondazione Accorsi-Ometto rende omaggio a un altro importante pittore piemontese dell’Ottocento: Giovanni Migliara attraverso la mostra VIAGGIO IN ITALIA.
L’esposizione, curata da Sergio Rebora e in collaborazione con la Città di Alessandria e la Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, è visibile fino al 16 giugno 2019 ed intende evidenziare uno dei temi centrali della ricerca dell'artista, quello del viaggio, intrapreso lungo città e luoghi del territorio italiano e restituito attraverso la raffigurazione emblematica di monumenti e di paesaggi identificati nella loro peculiarità.
La rassegna comprende un centinaio di opere, tra dipinti a olio, acquarelli, tempere, disegni e sofisticati fixès sous verre (miniature a olio su seta applicata su vetro) e si avvale dell'apporto di due tra i nuclei collezionistici più significativi di opere di Migliara, quelli della Pinacoteca Civica di Alessandria e della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, città di origine dell'artista. A essi si aggiungono i prestiti di raccolte private e di numerose istituzioni, tra cui Palazzo Madama, Palazzo Reale e la Galleria Sabauda di Torino; la Basilica di Superga; il Castello di Masino del FAI; il Museo Borgogna di Vercelli; la Galleria d'Arte Moderna, il Museo del Risorgimento e la Fondazione Cariplo di Milano; i Musei Civici di Como e Villa Vigoni di Menaggio. Particolare rilevanza presenta anche la collaborazione offerta dai discendenti dell’artista che hanno messo a disposizione preziosi materiali documentari, tra cui il celebre Album in cui Migliara conservava i suoi acquarelli e disegni ritenuti più significativi.
La
mostra, suddivisa in sette
sezioni
che ripercorrono, cronologicamente, le principali tappe della vita
artistica del pittore, prende avvio dai "Capricci"
e vedute di fantasia. Dei
cosiddetti "capricci", di lontana ascendenza settecentesca,
ispirati alla Venezia di Canaletto e di Guardi, Migliara mantenne
sempre la componente fantastica, rielaborandola attraverso
l'inserimento di elementi architettonici e decorativi fittizi o
estrapolati dal contesto originario.
L’esposizione prosegue con Scene popolari e paesaggi. Migliara non era interessato solo all'aspetto architettonico e paesaggistico dei suoi soggetti, ma anche a particolari momenti di vita quotidiana: le scene popolari, spesso animate da vivaci personaggi, come ne Il ciarlatano Dulcamara che vende l'elisir, 1837, sottolineano un’attenzione tutta personale all'elemento antropologico e una notevole sensibilità per il dato di cronaca o di costume.
Gli
Interni
di edifici conventuali e di chiese
della
terza sezione mostrano come l'artista si fosse avvicinato al gusto
troubadour,
che nella Francia dell'Impero napoleonico e della Restaurazione stava
riscuotendo grande successo, grazie ai maestri Charles-Marie Bouton,
Fleury Francois Richard, Pierre Révoil, Louis-Jacques-Mandé
Daguerre, Hyppolite Sebron e, soprattutto, Francois-Marius Granet.
La quarta sezione, dedicata alle Composizioni storiche e letterarie, risente ancora del gusto troubadour: la narrazione si fa più fantasiosa ed elabora lo spunto offerto da un episodio storico o da una fonte letteraria spesso di qualificata levatura.
La quinta sezione, Storia e cronaca del tempo, testimonia del vivo interesse dimostrato dall'artista nei confronti delle vicende pubbliche del suo tempo, in parte sollecitato da espresse richieste, come nel caso delle quattro tempere commissionate dal generale Domenico Pino, raffiguranti altrettanti episodi dei tumulti popolari milanesi antibonapartisti verificatisi nel 1814. Non manca una delle opere più celebri di Migliara, La filanda a vapore Mylius di Boffalora, 1828, che illustra esemplarmente i traguardi della meccanizzazione industriale italiana nel primo Ottocento.
Le Vedute urbane e viaggio in Italia, nella sesta sezione, dimostrano come, tra i temi centrali della ricerca di Migliara, ci fosse il viaggio attraverso le località del territorio italiano. Di ogni città, il pittore descriveva innanzitutto gli edifici di culto, quali chiese, basiliche e cattedrali, assegnando a ciascuna un valore simbolico. Poi le piazze e le strade, quasi sempre animate dai passanti con gli abiti del tempo, borghesi e popolani mescolati tra loro, spesso intenti alle rispettive occupazioni quotidiane, come nella realtà. Un numero consistente di vedute rappresenta Milano, città di elezione del pittore, e località non lontane dalla città lombarda, come Pavia e la sua Certosa.
Conclude
la mostre la piccola sezione dedicata agli Album:
attraverso il ricchissimo corpus
di
taccuini di viaggio e di disegni conservati presso la Pinacoteca
Civica di Alessandria è possibile
ricostruire
con attendibilità e nel dettaglio i viaggi effettuati da Migliara.
Erano, al contempo, tours
accompagnati
da una inesauribile curiosità culturale e spedizioni di lavoro,
finalizzati alla
osservazione
e riproduzione dal vero e destinati a tradursi in vedute, semplici
dettagli oppure veri
e
propri panorami, organizzati secondo un gusto squisitamente
prospettico che tradiva la forte
radice
scenografica dell'artista.
Trasferitosi
a Milano dopo aver operato a Torino come ebanista, seguendo la
tradizione familiare, Giovanni Migliara (Alessandria 1785-Milano
1837) si formò a Brera, collaborando con Gaspare Galliari come aiuto
scenografo ai teatri alla Scala e Carcano. Dal 1812 prese parte alle
esposizioni annuali indette dall'Accademia di Brera, conquistando in
breve il consenso della critica
e
i favori della committenza ambrosiana e lombarda. Tra gli anni Venti
e Trenta dell'Ottocento intraprese alcuni viaggi in Italia toccando
molteplici località, puntualmente immortalate in disegni e dipinti
che, nel loro insieme, compongono un caleidoscopico panorama della
penisola negli anni della Restaurazione. Migliara ebbe inoltre
stretti e frequenti rapporti con la committenza torinese, a
cominciare da Casa Savoia: prima Carlo Felice, poi Carlo Alberto e
Maria Cristina, lo onorarono con commissioni rilevanti, tra cui
quella dell'Album personale di Carlo Alberto, oggi conservato alla
Biblioteca Reale di Torino, comprendente vedute del Piemonte e della
Savoia.




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