Da giovedì 7 marzo a domenica 19 maggio 2019, la Fondazione Merz presenta, Solo da Bambini, progetto espositivo a cura di Maria Centonze, firmato dall’artista Lina Fucà e il regista Daniele Gaglianone, insieme al loro amico fraterno, l’artista Paolo Leonardo.
La
mostra racconta del viaggio a Cuba, durato circa un mese, compiuto da Lina Fucà e Daniele Gaglianone
con i loro figli nel 2016, su commissione
della Fondazione Merz. Alla rielaborazione visiva, personale e
collettiva di questa esperienza biografica, si aggiungono le influenze del
territorio di appartenenza dei tre artisti: la città di Torino con i suoi
spazi, le comunità che li abitano e le esperienze personali o altrui a essa
legate. Il filo conduttore che attraversa questo insieme di narrazioni visive è
la riflessione intorno al tema dell’infanzia,
fase dell’esistenza in cui si condensano incontri ed esperienze determinanti,
alla quale fare ritorno attraverso la memoria.
Media e linguaggi diversi tra pittura, installazione, fotografia e video,
concorrono alla restituzione di queste esperienze nella loro forma fisica e
interiore. La selezione in mostra include produzioni individuali, opere frutto
di collaborazioni tra gli artisti o che prevedono il coinvolgimento di
performer, amici, conoscenze occasionali.
Apre il percorso espositivo un’opera
collettiva, firmata dai tre artisti, dal titolo Lo stesso giro nello
stesso mondo, una giostra realizzata con il coinvolgimento di Chehou, Zacaria e Kalambani,
tre richiedenti asilo conosciuti dagli artisti a Torino. L’opera è costruita
utilizzando materiali in ferro di scarto, recuperati dai tre ragazzi in giro
per la città. La raccolta del ferro rappresenta nel quotidiano dei tre ragazzi
un’attività mirata al sostentamento economico, in questa occasione, invece, ha
una finalità differente: la costruzione con mezzi di fortuna di un oggetto
ludico che probabilmente accomuna i bambini di ogni latitudine, come se una
piccola giostra diventasse una sorta di archetipo dell’umanità intera.
Lina Fucà presenta tre lavori, Non
bastano un milione di passi, Ti ho pensata sempre e Improvviso
temporale che propongono una
riflessione sui luoghi e sulla loro percezione, da un lato l’incontro con Cuba
e l’altrui comprensione del mondo esterno, e dall’altro un ritorno alle
origini, presso i luoghi della sua infanzia. Al centro dell’installazione Non bastano un milione di passi si
trova una grande ragnatela composta da fili di juta ricavati da sacchi che
l’artista ha recuperato nel corso del viaggio. Una volta rientrata poi a
Torino, Lina Fucà ne ha sfilato il tessuto ricavando un gomitolo che ha
lavorato all’uncinetto con l’aiuto dei suoi alunni e alcune amiche, creando una
composizione che simboleggia un tessuto sociale nel suo intrecciarsi di
momenti, emozioni, spazi, sguardi, vite. A completamento dell’installazione che si struttura come
una sorta di labirinto che il visitatore deve attraversare, una serie di
immagini fotografiche. Distribuendo macchine fotografiche analogiche usa e
getta, Lina Fucà ha chiesto ad alcune persone incontrate nel corso del viaggio
di scattare delle fotografie che potessero raccontare il proprio mondo. Queste,
sviluppate e rese visibili solo al ritorno, sono esposte in mostra in piccolo
formato cosicché, se il visitatore desidera vederle deve percorrere l’opera e
avvicinarsi. Ti ho pensata
sempre è il titolo del video che Lina Fucà dedica alla casa di famiglia nel quartiere torinese
Vanchiglia, baluardo di storia e identità, rifugio e teatro delle fantasie
passate. La casa è oggi una struttura in stato di abbandono che l’artista trasforma in uno spazio dove
rinnovare il lontano rito familiare della proiezione di un film su un lenzuolo
appeso alla parete, restituendo corpo a un vecchio ricordo.
Il terzo lavoro presentato da Lina Fucà è un video dal titolo Improvviso temporale. L’opera raffigura,
in un’atmosfera rarefatta priva di riferimenti architettonici e geografici,
quattro ragazzi. Si tratta di quattro adolescenti con storie diverse, ma la
stessa vitale tensione nell’affacciarsi al mondo, si mostrano pronti a
percorrerlo con forza e a reagire a ciò che accade, muovendo i piedi
freneticamente, accennando a una corsa, come se fossero stati sorpresi da un
improvviso temporale.
Daniele
Gaglianone, ispirandosi
al viaggio nell’isola caraibica con i propri figli, ha realizzato un filmato,
Los ojos tristes, los ojos del sueño, e, insieme a Paolo
Leonardo, l’opera video Altri occhi, dove si incontrano e si incrociano frammenti di memoria
intimi e personali in relazione alla serie foto-pittorica I Bianchi
dello stesso Paolo Leonardo, anch’essa presente in mostra. Nel
primo i bambini dei due artisti Daniele
Gaglianone e Lina Fucà sono i protagonisti del film, colti nell’attraversare
spazi urbani e naturali a loro estranei o mentre si relazionano con altri
coetanei incontrati in un parco giochi che sembra appartenere ad altri tempi.
Lo sguardo raccontato in questo filmato ricrea un’atmosfera onirica e
malinconica. In sottofondo, la voce narrante di una bambina durante un comizio
commemorativo in ricordo dell’assalto alla caserma Moncada, messo in atto dai
giovani rivoluzionari cubani, si mischia al tappeto sonoro composto dai
cigolanti delle altalene e delle giostre. La voce della bambina sparisce nel
momento in cui la stessa si affaccia sulla scena. Il percorso
espositivo prosegue con Altri occhi,
un dialogo intimo tra la serie foto-pittorica su carta I Bianchi di Paolo Leonardo e l'intervento filmico
di Daniele Gaglianone che, attraverso il suo sguardo, ne
espande e ne amplifica la dimensione poetica. A partire da immagini d’archivio,
Paolo Leonardo interviene con colori ad acqua sulla superficie fotografica,
allontanando così la realtà oggettiva dell'immagine per proiettarla in una
dimensione pittorica dall’atmosfera metafisica.
Paolo
Leonardo prosegue poi la ricerca sul
rapporto tra pittura, fotografia e ricordo, in un’altra opera: il video Archivio
Coco’s che conclude il percorso espositivo,
opera dedicata alla raccolta di foto-ricordo della famiglia proprietaria del
Coco’s, ristorante situato nel centro storico di Torino, frequentato negli anni
Settanta anche dalla grande comunità di immigrati che giungeva nel capoluogo
piemontese dal Sud Italia. Una rassegna di volti, pose, momenti, raccolti dalla
costanza documentaristica di alcuni componenti della famiglia proprietaria del
locale. Si tratta di persone comuni, ma proprio per questo si prestano
all’immedesimazione e invitano l’osservatore a riconoscere le storie di vita
che ognuno di essi suggerisce. Così, a concludere temporaneamente la narrazione,
si aggiunge una foto
dell'artista bambino, ritratto in un cortile della periferia torinese insieme a
sette suoi compagni di gioco, risalente agli anni Ottanta.
In continuità con il suo lavoro, che
indaga le interazioni tra pittura e fotografia anche attraverso interventi
urbani, Paolo Leonardo ha
valorizzato questo archivio rendendolo pubblico. L’artista ha infatti
realizzato alcuni ingrandimenti di frammenti di fotografici tratti dalle pareti
del Coco’s, per poi sistemarli su tabelloni pubblicitari dislocati per le
strade torinesi, modificando in questo modo la natura stessa delle immagini.
Il viaggio di Lina Fucà e Daniele Gaglianone è
stato parte di un progetto di AICEC, sostenuto dalla Fondazione Merz in
collaborazione con Brigata Doné nell'ambito dei progetti di amicizia
italo-cubani.
Lina Fucà
Lina Fucà
è nata a Torino nel 1972. Dopo aver frequentato il Liceo Artistico, si iscrive
all’Accademia di Belle Arti di Torino, diplomandosi in pittura. Negli stessi
anni inizia a compiere performance di pittura dal vivo con il gruppo teatrale
Il Barrito degli Angeli. Questa esperienza amplifica l’attitudine dell’artista
a far dialogare la propria pratica figurativa con altre forme espressive quali
teatro, musica e video. L’evoluzione naturale di questa dinamica relazione la
porta ad occuparsi di scenografia e costumi con numerose realtà della scena
teatrale e cinematografica indipendente. L’interazione fra diversi linguaggi è
divenuta in questi ultimi anni la caratteristica della sua ricerca, che parte innanzitutto
da una riflessione sulla percezione di sé in rapporto alla percezione “degli
altri”. Ne sono testimonianza le opere presentate alla Galleria Giorgio Persano
nell'aprile del 2016 dove sono state esposte, in una mostra personale, alcuni
lavori che sono il risultato di un intreccio che prende corpo in forme e
modalità visive poliedriche: dalla proiezione di un video dove l'artista e una
ragazza egiziana si confrontano attraverso gesti simili e distanti, alla
composizione di una scatola luminosa in cui l'autoritratto risulta dalla
sovrapposizione di ritratti realizzati da altri; dalla ripresa della vestizione
dell'artista compiuta da donne che la trasformano in una sembianza di sé (segno
tangibile dell'incontrarsi), alla tenace e lieve ombra lasciata su grandi fogli
bianchi che raccontano il viaggio interiore di una giovane donna sulla soglia
della sparizione. Nell'estate del 2016 la Fondazione Merz offre a Lina Fucà una
residenza artistica a Cuba. Da questa esperienza nasce l'opera Non bastano un milione di passi, riflessione
sull'incontro con l'isola caraibica dove si intrecciano fotografia, video e
forme arcaiche di costruzione.
Tra
maggio e dicembre del 2017 l'Istituto Italiano di Cultura di Madrid ospita una
sua mostra personale dal titolo Entre
las lìneas de mis fronteras.
Paolo Leonardo
Paolo Leonardo è
nato a Torino nel 1973, ha frequentato il Liceo Artistico e l’Accademia
Albertina di Belle Arti. È attivo a Torino dalla metà degli anni Novanta. La
sua opera pittorica rappresenta una sfida nei confronti del sistema mediale
contemporaneo e una ricerca improntata sull’interazione tra pittura e
fotografia. Il suo lavoro è presente in diverse collezioni private e pubbliche,
in Italia e all’estero. Tra le personali si ricordano: nel 2000 Oltre la pittura
con Mimmo Rotella, Sala delle Colonne, Mantova e Scatole ottiche Galerie Paolo
Boselli, Bruxelles; nel 2005 Paolo Leonardo, Galleria Alessandro Bagnai,
Firenze; nel 2008 Riflessioni sul cinema, Galleria Alessandro Bagnai, Firenze;
nel 2010 Paysages en rouge, Galerie Placido, Paris; nel 2012 Utopia, Galerie
italienne, Paris,nel 2013 Meteorite in Giardino, Fondazione Merz, Torino. Fra
le numerose collettive: nel 1999 Figurazione-Defigurazione, Galleria Civica,
Bolzano; nel 1999 Turin a Nice une nouvelle generasion, Galerie des
ponscettes-Galerie de la marine, Nice; nel 2000 La spiritualità nell'arte, da
Boccioni a Serrano, Santuario di Oropa, Biella; nel 2002 Le quattro Vie del Nuovo Paesaggio nell'Arte
Contemporanea Italiana, Galleria d'Arte Moderna, Udine; nel 2003 La Pittura come concetto, Palazzo Comunale,
Massa Carrara e Gemini-Muse, Museo d'Antichità, Torino; nel 2004 XIV
Esposizione Quadriennale D'Arte di Roma; nel 2006 Something Happened, Slovak
National Gallery, Bratislava; nel 2011 Gran Torino, Frost Art Museum, Miami; nel 2012, Arte Sera Live,
Fondazione Merz, Torino; nel 2013 NA,TO, Castel Sant'Elmo, Napoli; nel 2014,
L'immagine della natività dal medioevo all'arte contemporanea, Palazzo Madama,
Torino; nel 2015 Bienal del Fin Del Mundo, Mar del Plata, Argentina,
Valparaiso, Cile; nel 2016, Dipingere il Presente, Peninsula Art Museum,
Weihai, Cina, La Torre di Babele, Centro Pecci Prato; nel 2017, Diritto al
Futuro, MISP, Museo d'Arte del XX e XXl secolo, San Pietroburgo.
Daniele Gaglianone
Daniele
Gaglianone è nato ad Ancona nel 1966, si è laureato in Storia e Critica del
Cinema presso l'Università di Torino. Dai primi anni Novanta collabora
all'Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza (ANCR). Nel 1998 ha
collaborato alla sceneggiatura del film Così ridevano di Gianni Amelio, Leone
d'oro alla Mostra di Venezia.
Del
2000 è l’esordio nel lungometraggio con I nostri anni, selezionato alla
Quinzaine del Festival di Cannes 2001. Nel 2004 il suo secondo lungometraggio
Nemmeno il destino partecipa nella sezione Giornate degli Autori al Festival
del Cinema di Venezia. Nel 2005 Nemmeno il destino vince il Tiger Award
all’International Film Festival di Rotterdam. Nel 2008 presenta nella sezione
“Ici et Ailleurs” del Festival di Locarno il documentario sulla Bosnia Rata
nece biti – la guerra non ci sarà. Nel 2009 vince il David di Donatello come
miglior documentario italiano.
Nel
2009 realizza Pietro, terzo lungometraggio di finzione, selezionato nel
concorso internazionale del Festival di Locarno 2010. Nel 2011 esce Ruggine,
presentato alle Giornate degli Autori del Festival di Venezia. Nel 2013
realizza il film La mia classe, presentato alla X edizione de Le Giornate degli
Autori del Festival di Venezia. Nel 2014 realizza il documentario Qui,
presentato al 32 Torino Film Festival, sulla lotta in Val di Susa contro la
linea alta velocità Torino - Lione. Nel 2016 gira a Lagos in Nigeria Granma,
cortometraggio realizzato insieme al regista nigeriano Alfie Nze. Nel 2017 il
film viene presentato al Festival di Locarno. Nello stesso anno gira il
cortometraggio Joy presentato al Festival di Venezia 2017.
Nel
2018 gira il documentario per doc3 Sorelle d’Italia, e al Torino FilmFestival
del 2018 presenta il documentario Dove bisogna stare.
Solo
da bambini. Lina Fucà, Paolo Leonardo, Daniele Gaglianone
Fondazione Merz,
via Limone – 24
Date:
7 marzo – 19 maggio 2019
A
cura di: Maria Centonze
Inaugurazione:
giovedì 7 marzo 2019, ore 19.00
Orari:
martedì – domenica | 11.00 – 19.00
Biglietti:
€ 6,00 intero, € 3,50 ridotto (visitatori di età compresa tra i 10 e i 26 anni,
maggiori di 65 anni, gruppi organizzati min. 10 persone, possessori di Pyou
Card) - Gratuito (bambini fino a 10 anni, disabili e accompagnatori, possessori
tessera Abbonamento Musei e Torino + Piemonte Card, Card
ContemporaneamenteItalia, membri ICOM, giornalisti con tessera in corso di
validità o accreditati, amici Fondazione Merz e ogni prima domenica del mese)
Info: tel. 011 19719437 www.fondazionemerz.org



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