Dal 15 al 22 marzo 2019 si svolgerà il Sottodiciotto Film Festival & Campus, organizzato da Aiace Torino e da Città di Torino (Divisione Servizi educativi, Divisione Servizi culturali e ITER - Istituzione Torinese per un’Educazione Responsabile), giunto ormai alla XX edizione. Diretto da Steve Della Casa, realizzato con il contributo di Regione Piemonte, Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT, la main partnership di Missioni Don Bosco e il patrocinio di UNICEF Italia, il festival è dedicato ai più giovani, ma rivolto agli spettatori di ogni età. Sempre maggiore attenzione è rivolta alle ibridazioni che l’era digitale e la diffusione dei new media hanno indotto nelle modalità di produzione e fruizione del cinema, esplorato nelle sue connessioni e contaminazioni con altri linguaggi. Anche quest’anno, quindi, le proiezioni in sala si intersecheranno con iniziative volte a dare spazio ad altre forme espressive come il fumetto e la fotografia. In parallelo, Sottodiciotto & Campus intende esplorare, nell’occasione del ventennale, il tema dell’autorappresentazione nell’epoca dell’iperconnessione e della condivisione permanente. Il titolo decisamente evocativo è “Me, Myself(ie) and I” e richiama l’attenzione sia su aspetti quali il desiderio di apparire, l’ostentazione narcisistica, l’egocentrismo o l’individualismo sfrenati sia sopraattutto sulla peculiarità del ricorso ai media visivi come forme privilegiate, per non dire prevalenti, di comunicazione e interazione.
Per
la sezione Anteprime ed inediti saranno presentati:
Dafne,
film firmato da Federico Bondi e distribuito dall’Istituto Luce,
reduce dal suo primo grande successo all’ultima Berlinale – dove
ha vinto il Premio Fipresci – e presentato in anteprima nazionale,
aprirà il Festival venerdì 15 marzo.
Clara
è una giovane ricercatrice universitaria che in Cetáceos,
opera prima dell’argentina Florencia Percia, viene colta da una
profonda crisi esistenziale dopo il trasloco nella nuova casa.
Alcuni grandi temi della contemporaneità (come il culto della celebrità, l’ascesa delle destre nel mondo e l’emergenza dei profughi) sono invece al centro delle vicende di Diamantino, di Gabriel Abrantes e Daniel Schmidt. Diamantino è stato presentato alla scorsa edizione del Festival di Cannes ed è stato sostenuto, in fase di sviluppo, dal TorinoFilmLab.
Un
altro tema fondamentale e attualissimo della società contemporanea
riguarda l’industria digitale ed è oggetto di analisi in The
Cleaners,
il documentario di Hans Block e Moritz Riesewieck che ha fatto molto
parlare di sé allo scorso Sundance Film Festival e che si
interroga sulla libertà di espressione rispetto alle grandi
piattaforme della rete.
Un
debutto promettente che trova spazio nella sezione è anche quello di
Santiago Esteves, che con il suo lungometraggio d’esordio, La
educación del Rey–
presentato dal Festival in collaborazione con Exit Media e Slow
Cinema –realizza
un racconto di formazioneattraverso un film di genere che mescola la
profondità del dramma agli elementi del thriller e del western
moderno.
Completa la
selezione delle anteprime Pantareno,
di Alexis Ftakas, un’avventurosa traversata
del Reno, compiuta a bordo di un gommone. Un viaggio che si
trasforma in un momento intimo di riflessione sull’amicizia e sui
rapporti personali.
Pantareno sarà
preceduto da
Gli
anni di
Sara Fgaier, opera vincitrice del prestigioso premio per il Miglior
cortometraggio europeo alla 31ma
edizione
degli Efa. Entrambi i lavori sono stati realizzati grazie alla
collaborazione di Superottimisti, l’Archivio regionale di film di
famiglia curato dall'Associazione Museo Nazionale del Cinema.
Selfie,
di Agostino Ferrente, sarà il film di chiusura di Sottodiciotto &
Campus, presentato in anteprima mondiale alla 69ma
edizione del Festival di Berlino e distribuito dall’Istituto Luce.
Ferrente torna al cinema documentario con una storia in cui i
protagonisti –due ragazzi del rione Traiano di Napoli– si
raccontano senza filtri (non c’è neanche quello dell’operatore
di macchina) attraverso un iPhone, o meglio attraverso una serie di
selfie che ricostruiscono la loro vita quotidiana, i loro sogni, le
loro difficoltà all’interno di uno dei quartieri più difficili
della città.
Mirai
e Mani
Rosse
ci conducono in una dimensione in cui la visione di sé del bambino e
dell’adolescente, ancora favolosa e sospesa tra sguardo interiore
ed esteriore, tra passato e futuro, porta alla riconciliazione con il
misterioso mondo degli adulti e a un’emancipazione in cui la fuga,
l’arte e il sogno diventano modi per crescere e raccontarsi. Con
Seder-Masochism,
attraverso un esilarante quanto arguto mix di musical e figure
stilizzate, l’animatrice e regista americana Nina Paley tratta il
complicato rapporto tra religione e condizione femminile. Nei due
film del fumettista e regista Alberto Vazquez i personaggi agiscono
in un mondo cupo e impietoso. Dalla riflessione esistenziale di
Decorado,
passiamo all’atmosfera di estrema desolazione di Psiconautas,
resa ancor più efficace dalle fattezze dei suoi personaggi, buffi e
delicati animaletti antropomorfi, deformati secondo l’originalissima
visione surreale dell’autore.
Seguendo
un percorso che spontaneamente si collega all’esperienza artistica
di Nina Paley e Alberto Vazquez, un ulteriore fulcro attorno al quale
si sviluppa quest’anno il programma di animazione è il fumetto. Il
rapporto tra arte sequenziale e cartoon è intenso fin dalle sue
origini e sono numerosissimi i personaggi e le storie che, prima di
approdare al cinema, hanno visto il loro debutto su carta. Da non
perdere, dunque, gli omaggi a due icone del fumetto che quest’anno
compiono 90 anni: Braccio
di Ferro
e Tintin.
Popeye
the Sailor esordì il 17 gennaio 1929 con la striscia a fumetti
Thimble
Theatre
raggiungendo una immediata popolarità, tanto da convincere la
Paramount a produrre una serie di cortometraggi animati per il cinema
firmati Max e Dave Fleischer. In due appuntamenti sarà ripercorsa la
storia produttiva della serie animata, dal primo episodio del 1933
fino ai film di propaganda bellica dei Famous Studios, senza
dimenticare i tre magnifici speciali a colori realizzati alla fine
degli anni Trenta.
Hergé,
il creatore di Tintin, per tutta la sua vita scrisse, disegnò e
ridisegnò le avventure del giovane reporter dalla testa tonda e dal
caratteristico ciuffo all’insù. Tra i numerosi adattamenti si
distingue, per completezza e fedeltà al fumetto, la serie animata
franco-canadese del 1991-92 che porta sullo schermo in modo
filologico tutte le storie narrate negli album. Per omaggiare i 90
anni di Tintin e, al contempo, commemorare i 50 dai primi passi sul
suolo lunare di Armstrong e Aldrin, vengono proposti i quattro
episodi della serie Le
avventure di Tintin
tratti dagli albi Objectif
Lune
e On
a marchésur la Lune
che narrano il rocambolesco allunaggio di Tintin e i suoi amici.
Accanto
a questi due cult, una novità che mostra con straordinaria efficacia
quanto sia ancora attuale il rapporto tra cinema d’animazione e
vignette disegnate: Zombillenium
di
Arthur de Pins, tra gli autori più interessanti del nuovo panorama
fumettistico internazionale La serie Zombillenium,
popolarissima in Francia, è diventata un lungometraggio animato nel
2017, di cui de Pins stesso è il regista. Il film, proposto nella
sezione, non è mai stato distribuito in Italia.
E
infine, l’appuntamento di chiusura con l’animazione sarà
affidato a Marblegen,
serie tv per ragazzi diretta da Sylvain Dos Santos, di cui vengono
presentati i primi tre episodi in anteprima assoluta grazie alla
collaborazione con RAI Ragazzi, media partner del Festival.
Per
il programma completo degli eventi è possibile consultare il sito:
www.sottodiciottofilmfestival.it
Dal 9 marzo al 7 aprile, la Pinacoteca Albertina ospiterà la mostra Me, Myself(ie) and I. L’autoritratto a fumetti.
Dopo
“Dylan
Dog 30. Trent’anni di Indagatore dell’incubo”,
Sottodiciotto Film Festival & Campus torna a collaborare
con l’Accademia Albertina di Belle Arti per l’allestimento –
supportato anche da Reale Mutua – della mostra “Me,
My Self(ie) and I.
L’autoritratto a fumetti”. Come attestato dal titolo, la mostra
si lega strettamente al tema della
XX edizione del Festival, esplorandolo attraverso l’esposizione di
quasi 100 pezzi tra tavole originali, cover, bozze e illustrazioni:
dall’autoritratto classico al journal
intime,
dall’alterego al reportage, un'indagine a tutto tondo sulla
narrazione di sé, sull'identità, sulle personali rappresentazioni
del mondo che si traducono, con il fumetto, in un linguaggio visivo e
letterario di grande forza e immediatezza espressiva.
Allestita
nelle sale auliche che ospitano la collezione permanente della
Pinacoteca Albertina, la mostra ripercorrerà oltre cento anni della
storia del fumetto e dell'illustrazione, dall'autoritratto classico
del torinese Attilio Mussino durante la Grande Guerra a una tavola
ancora inedita del n. 400 di Dylan Dog di Angelo Stano. Ai capolavori
di Milo Manara, Jacovitti, Andrea Pazienza, Bonvi, Magnus, Paolo
Eleuteri Serpieri (Druuna),
Ivo Milazzo (Ken
Parker),
fanno eco le esperienze di autori più indipendenti come Manuele
Fior, Paolo Bacilieri, Davide Reviati fino ad arrivare alle opere
delle giovani disegnatrici Lucia Biagi ed Eleonora Antonioni; senza
dimenticare il lavoro delle under 30 che lavorano soprattutto sul
web, come Josephine Yole Signorelli “Fumettibrutti” e Agnese
Innocente. Oltre a presentare lavori provenienti dal mondo del
fumetto, la mostra propone anche un focus sui vignettisti dei
quotidiani più famosi in Italia, esponendo i disegni di Giorgio
Forattini, Mario Natangelo, Vauro Senesi e del compianto Vincino. A
suggellare il percorso espositivo, la videoinstallazione di Massimo
Cartaginese
C/o: Mars tinseas image (Napoli,
2011), un lavoro brillante, diviso in sequenze complementari che
indagano la possibilità, se esiste, di esprimere la persona e la sua
identità come rappresentazione “geografica”.
Come
la letteratura, anche il linguaggio del fumetto è andato
modificandosi nel corso del Novecento: l’esposizione di tavole di
artisti dalle esperienze differenti invita il pubblico a interrogarsi
sui vari metodi di lavoro da un lato e sui procedimenti di racconto e
di scrittura – e sui loro cambiamenti nel corso dei decenni –
dall’altro.
All'allestimento
della mostra hanno collaborato, con il supporto della docente
Elisabetta Ajani, gli allievi della Cattedra di scenografia
dell'Accademia Albertina: Debora Albertinelli, Silvia Allegra,
Stefania Castagna, Mattia Gaido, Noemi Givone Toro, Beatrice
Gravaghi, Federica Rubino, Simona Scola, Marie Scollo, Roberta
Tirelli.
La
mostra verrà inaugurata giovedì 8 marzo, alle ore 18.
Nell’occasione sarà presente Agnese Innocente, classe '94,
candidata con
Dieter è morto
(Shockdom) al Premio Boscarato 2018 come “Autrice rivelazione”.
La mostra “Vedersi
visti”,
sarà invece allestita alla Galleria Alessio Moitre dal 17
al 30 marzo;
è un progetto site-specific
di Eleonora Manca che si lega direttamente al tema della narrazione
del sé attraverso le immagini esplorato in quest’edizione del
Festival. L’esposizione si compone di una trentina di lavori, quasi
tutti inediti, suddivisi tra composizioni fotografiche,
videoinstallazioni e opere di poesia visiva, in cui la
riflessione sulla memoria e le metamorfosi del corpo – da sempre
elementi centrali nel lavoro dell’artista – si annodano
strettamente al filo rosso dell’autorappresentazione
in una sorta
di diario,
o racconto, aperto all'osservatore. Chi guarda potrà decidere il
percorso più in sintonia con il proprio sentire, a partire dal
fulcro dell’allestimento, dato
da una giacca maschile appesa al rovescio in dialogo con due ritratti
dalla storia familiare dell’autrice, invito a sovvertire il proprio
punto di vista, a vedere se stessi “mettendosi negli occhi degli
altri” o, al contrario, prescindendo dallo sguardo altrui. Tra i
lavori
esposti, infatti, spiccano, tra le altre, due micronarrazioni
fotografiche, “Vedersi visti”, che dà il titolo alla mostra e in
cui una serie di immagini iscritta in un cerchio sintetizza le
infinite potenzialità della prima prospettiva, contraltare all’opera
“Come sei quando nessuno ti guarda?”, in cui l’accento è posto
su una visione interiore di sé. I lavori fotografici
in mostra presentano immagini sia in formato analogico, sia in
formato digitale (alcune provenienti dall’archivio personale
dell’artista, tra cui anche quattro diapositive, in Lightbox, che
dialogano con le opere proposte), destinate a restituire una
particolare narrazione delsé. La loro successione racconta, infatti,
un
viaggio nella memoria e nelle trasformazioni subite dal corpo e dagli
oggetti nel corso del tempo, legandosi a ciò che si impone nel
ricordo come elemento identitario. Dalla stessa opera “Vedersi
visti”, in cui le mani dell’autrice accarezzano
i ricami di un lenzuolo appartenuto alla trisavola materna,
ai libri d’artista “Care details”, dove sono cucite foto
analogiche di famiglia, e “Memory of a metarmophosis”, costruito
su una vecchia polaroid sovraesposta, fino a “Sineddoche”, dove
immagini di parti del corpo rinviano a un “tutto” esterno ad
esso, i lavori esposti sono insieme narrazione del sé e rimando a
contesti altri, che evitano ogni autoreferenzialità e in cui
ciascuno può ritrovarsi: «Ogni
storia è una storia in cui ci si può riconoscere; la storia della
pelle, dei legami di sangue, delle radici è sempre automaticamente
storia collettiva, archetipale e traccia per la ri-scoperta della
propria identità. L’intero percorso è quindi da considerarsi un
viaggio mnemonicoin
cui un altro possibile centro è altresì dato dal corpo dell’artista
che diviene esso stesso corpo neutro di una memoria che è filtro di
reazione, crescita e metamorfosi».
I
LUOGHI DEL FESTIVAL
Sede
principale delle proiezioni:Cinema
Massimo,
via
Giuseppe Verdi 18
Altre sedi di
eventi:
Auditorium del Laboratorio Multimediale Guido Quazza
– Università degli studi di Torino (Palazzo Nuovo), via
Sant’Ottavio 20; BlahBlah,
via Po 21; Centro
Studi Sereno Regis,
via Garibaldi 13;
Galleria Alessio Moitre,via
Santa Giulia 37 bis;
IlCircolo
dei lettori,via
Giambattista Bogino 9;
Laboratori
di Barriera,
via Baltea 3;Little
Nemo Art Gallery,
via Federico Ozanam 7; Off
Topic,
via Giorgio Pallavicino 35; Pinacoteca
dell’Accademia Albertina di Belle Arti,
via Accademia Albertina 8;Unione
culturale Franco Antonicelli,
via Cesare Battisti 4b
INFO
E INGRESSI
Sottodiciotto
Film Festival c/o Aiace Torino, Galleria Subalpina 30, 10123 Torino;
tel. 011 538962, 011 5067525; fax 011 542691.
Tutti
gli eventi e le proiezioni del Festival sono a ingresso gratuito
eccetto:
Mostra
“Me,
Myself(ie) and I. L’autoritratto
a fumetti” (9
marzo - 7 aprile), in collaborazione con la Pinacoteca
dell’Accademia Albertina di Belle Arti; biglietti:
€
7,00 intero;
€
5,00 ridotto.




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