mercoledì 6 marzo 2019

Sottodiciotto Film Festival & Campus torna per la XX volta a Torino e celebra i 90 anni di Braccio di Ferro e Tintin


Dal 15 al 22 marzo 2019 si svolgerà il Sottodiciotto Film Festival & Campus, organizzato da Aiace Torino e da Città di Torino (Divisione Servizi educativi, Divisione Servizi culturali e ITER - Istituzione Torinese per un’Educazione Responsabile), giunto ormai alla XX edizione. Diretto da Steve Della Casa, realizzato con il contributo di Regione Piemonte, Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT, la main partnership di Missioni Don Bosco e il patrocinio di UNICEF Italia, il festival è dedicato ai più giovani, ma rivolto agli spettatori di ogni età. Sempre maggiore attenzione è rivolta alle ibridazioni che l’era digitale e la diffusione dei new media hanno indotto nelle modalità di produzione e fruizione del cinema, esplorato nelle sue connessioni e contaminazioni con altri linguaggi. Anche quest’anno, quindi, le proiezioni in sala si intersecheranno con iniziative volte a dare spazio ad altre forme espressive come il fumetto e la fotografia. In parallelo, Sottodiciotto & Campus intende esplorare, nell’occasione del ventennale, il tema dell’autorappresentazione nell’epoca dell’iperconnessione e della condivisione permanente. Il titolo decisamente evocativo è “Me, Myself(ie) and I” e richiama l’attenzione sia su aspetti quali il desiderio di apparire, l’ostentazione narcisistica, l’egocentrismo o l’individualismo sfrenati sia sopraattutto sulla peculiarità del ricorso ai media visivi come forme privilegiate, per non dire prevalenti, di comunicazione e interazione.

Per la sezione Anteprime ed inediti saranno presentati:
Dafne, film firmato da Federico Bondi e distribuito dall’Istituto Luce, reduce dal suo primo grande successo all’ultima Berlinale – dove ha vinto il Premio Fipresci – e presentato in anteprima nazionale, aprirà il Festival venerdì 15 marzo.
Clara è una giovane ricercatrice universitaria che in Cetáceos, opera prima dell’argentina Florencia Percia, viene colta da una profonda crisi esistenziale dopo il trasloco nella nuova casa. 

Alcuni grandi temi della contemporaneità (come il culto della celebrità, l’ascesa delle destre nel mondo e l’emergenza dei profughi) sono invece al centro delle vicende di Diamantino, di Gabriel Abrantes e Daniel Schmidt. Diamantino è stato presentato alla scorsa edizione del Festival di Cannes ed è stato sostenuto, in fase di sviluppo, dal TorinoFilmLab.
Un altro tema fondamentale e attualissimo della società contemporanea riguarda l’industria digitale ed è oggetto di analisi in The Cleaners, il documentario di Hans Block e Moritz Riesewieck che ha fatto molto parlare di sé allo scorso Sundance Film Festival e che si interroga sulla libertà di espressione rispetto alle grandi piattaforme della rete.
Un debutto promettente che trova spazio nella sezione è anche quello di Santiago Esteves, che con il suo lungometraggio d’esordio, La educación del Rey– presentato dal Festival in collaborazione con Exit Media e Slow Cinema –realizza un racconto di formazioneattraverso un film di genere che mescola la profondità del dramma agli elementi del thriller e del western moderno.
Completa la selezione delle anteprime Pantareno, di Alexis Ftakas, un’avventurosa traversata del Reno, compiuta a bordo di un gommone. Un viaggio che si trasforma in un momento intimo di riflessione sull’amicizia e sui rapporti personali. Pantareno sarà preceduto da Gli anni di Sara Fgaier, opera vincitrice del prestigioso premio per il Miglior cortometraggio europeo alla 31ma edizione degli Efa. Entrambi i lavori sono stati realizzati grazie alla collaborazione di Superottimisti, l’Archivio regionale di film di famiglia curato dall'Associazione Museo Nazionale del Cinema.
Selfie, di Agostino Ferrente, sarà il film di chiusura di Sottodiciotto & Campus, presentato in anteprima mondiale alla 69ma edizione del Festival di Berlino e distribuito dall’Istituto Luce. Ferrente torna al cinema documentario con una storia in cui i protagonisti –due ragazzi del rione Traiano di Napoli– si raccontano senza filtri (non c’è neanche quello dell’operatore di macchina) attraverso un iPhone, o meglio attraverso una serie di selfie che ricostruiscono la loro vita quotidiana, i loro sogni, le loro difficoltà all’interno di uno dei quartieri più difficili della città.

Per il tema Rappresentazione di sé e fumetto:
Mirai e Mani Rosse ci conducono in una dimensione in cui la visione di sé del bambino e dell’adolescente, ancora favolosa e sospesa tra sguardo interiore ed esteriore, tra passato e futuro, porta alla riconciliazione con il misterioso mondo degli adulti e a un’emancipazione in cui la fuga, l’arte e il sogno diventano modi per crescere e raccontarsi. Con Seder-Masochism, attraverso un esilarante quanto arguto mix di musical e figure stilizzate, l’animatrice e regista americana Nina Paley tratta il complicato rapporto tra religione e condizione femminile. Nei due film del fumettista e regista Alberto Vazquez i personaggi agiscono in un mondo cupo e impietoso. Dalla riflessione esistenziale di Decorado, passiamo all’atmosfera di estrema desolazione di Psiconautas, resa ancor più efficace dalle fattezze dei suoi personaggi, buffi e delicati animaletti antropomorfi, deformati secondo l’originalissima visione surreale dell’autore.
Seguendo un percorso che spontaneamente si collega all’esperienza artistica di Nina Paley e Alberto Vazquez, un ulteriore fulcro attorno al quale si sviluppa quest’anno il programma di animazione è il fumetto. Il rapporto tra arte sequenziale e cartoon è intenso fin dalle sue origini e sono numerosissimi i personaggi e le storie che, prima di approdare al cinema, hanno visto il loro debutto su carta. Da non perdere, dunque, gli omaggi a due icone del fumetto che quest’anno compiono 90 anni: Braccio di Ferro e Tintin.
Popeye the Sailor esordì il 17 gennaio 1929 con la striscia a fumetti Thimble Theatre raggiungendo una immediata popolarità, tanto da convincere la Paramount a produrre una serie di cortometraggi animati per il cinema firmati Max e Dave Fleischer. In due appuntamenti sarà ripercorsa la storia produttiva della serie animata, dal primo episodio del 1933 fino ai film di propaganda bellica dei Famous Studios, senza dimenticare i tre magnifici speciali a colori realizzati alla fine degli anni Trenta. 
 
Hergé, il creatore di Tintin, per tutta la sua vita scrisse, disegnò e ridisegnò le avventure del giovane reporter dalla testa tonda e dal caratteristico ciuffo all’insù. Tra i numerosi adattamenti si distingue, per completezza e fedeltà al fumetto, la serie animata franco-canadese del 1991-92 che porta sullo schermo in modo filologico tutte le storie narrate negli album. Per omaggiare i 90 anni di Tintin e, al contempo, commemorare i 50 dai primi passi sul suolo lunare di Armstrong e Aldrin, vengono proposti i quattro episodi della serie Le avventure di Tintin tratti dagli albi Objectif Lune e On a marchésur la Lune che narrano il rocambolesco allunaggio di Tintin e i suoi amici.
Accanto a questi due cult, una novità che mostra con straordinaria efficacia quanto sia ancora attuale il rapporto tra cinema d’animazione e vignette disegnate: Zombillenium di Arthur de Pins, tra gli autori più interessanti del nuovo panorama fumettistico internazionale La serie Zombillenium, popolarissima in Francia, è diventata un lungometraggio animato nel 2017, di cui de Pins stesso è il regista. Il film, proposto nella sezione, non è mai stato distribuito in Italia.
E infine, l’appuntamento di chiusura con l’animazione sarà affidato a Marblegen, serie tv per ragazzi diretta da Sylvain Dos Santos, di cui vengono presentati i primi tre episodi in anteprima assoluta grazie alla collaborazione con RAI Ragazzi, media partner del Festival.

Per il programma completo degli eventi è possibile consultare il sito: www.sottodiciottofilmfestival.it

Dal 9 marzo al 7 aprile, la Pinacoteca Albertina ospiterà la mostra Me, Myself(ie) and I. L’autoritratto a fumetti.
Dopo “Dylan Dog 30. Trent’anni di Indagatore dell’incubo”, Sottodiciotto Film Festival & Campus torna a collaborare con l’Accademia Albertina di Belle Arti per l’allestimento – supportato anche da Reale Mutua – della mostra Me, My Self(ie) and I. L’autoritratto a fumetti”. Come attestato dal titolo, la mostra si lega strettamente al tema della XX edizione del Festival, esplorandolo attraverso l’esposizione di quasi 100 pezzi tra tavole originali, cover, bozze e illustrazioni: dall’autoritratto classico al journal intime, dall’alterego al reportage, un'indagine a tutto tondo sulla narrazione di sé, sull'identità, sulle personali rappresentazioni del mondo che si traducono, con il fumetto, in un linguaggio visivo e letterario di grande forza e immediatezza espressiva. 
 
Allestita nelle sale auliche che ospitano la collezione permanente della Pinacoteca Albertina, la mostra ripercorrerà oltre cento anni della storia del fumetto e dell'illustrazione, dall'autoritratto classico del torinese Attilio Mussino durante la Grande Guerra a una tavola ancora inedita del n. 400 di Dylan Dog di Angelo Stano. Ai capolavori di Milo Manara, Jacovitti, Andrea Pazienza, Bonvi, Magnus, Paolo Eleuteri Serpieri (Druuna), Ivo Milazzo (Ken Parker), fanno eco le esperienze di autori più indipendenti come Manuele Fior, Paolo Bacilieri, Davide Reviati fino ad arrivare alle opere delle giovani disegnatrici Lucia Biagi ed Eleonora Antonioni; senza dimenticare il lavoro delle under 30 che lavorano soprattutto sul web, come Josephine Yole Signorelli “Fumettibrutti” e Agnese Innocente. Oltre a presentare lavori provenienti dal mondo del fumetto, la mostra propone anche un focus sui vignettisti dei quotidiani più famosi in Italia, esponendo i disegni di Giorgio Forattini, Mario Natangelo, Vauro Senesi e del compianto Vincino. A suggellare il percorso espositivo, la videoinstallazione di Massimo Cartaginese C/o: Mars tinseas image (Napoli, 2011), un lavoro brillante, diviso in sequenze complementari che indagano la possibilità, se esiste, di esprimere la persona e la sua identità come rappresentazione “geografica”.
Come la letteratura, anche il linguaggio del fumetto è andato modificandosi nel corso del Novecento: l’esposizione di tavole di artisti dalle esperienze differenti invita il pubblico a interrogarsi sui vari metodi di lavoro da un lato e sui procedimenti di racconto e di scrittura – e sui loro cambiamenti nel corso dei decenni – dall’altro.
All'allestimento della mostra hanno collaborato, con il supporto della docente Elisabetta Ajani, gli allievi della Cattedra di scenografia dell'Accademia Albertina: Debora Albertinelli, Silvia Allegra, Stefania Castagna, Mattia Gaido, Noemi Givone Toro, Beatrice Gravaghi, Federica Rubino, Simona Scola, Marie Scollo, Roberta Tirelli.
La mostra verrà inaugurata giovedì 8 marzo, alle ore 18. Nell’occasione sarà presente Agnese Innocente, classe '94, candidata con Dieter è morto (Shockdom) al Premio Boscarato 2018 come “Autrice rivelazione”.

La mostra “Vedersi visti”, sarà invece allestita alla Galleria Alessio Moitre dal 17 al 30 marzo; è un progetto site-specific di Eleonora Manca che si lega direttamente al tema della narrazione del sé attraverso le immagini esplorato in quest’edizione del Festival. L’esposizione si compone di una trentina di lavori, quasi tutti inediti, suddivisi tra composizioni fotografiche, videoinstallazioni e opere di poesia visiva, in cui la riflessione sulla memoria e le metamorfosi del corpo – da sempre elementi centrali nel lavoro dell’artista – si annodano strettamente al filo rosso dell’autorappresentazione in una sorta di diario, o racconto, aperto all'osservatore. Chi guarda potrà decidere il percorso più in sintonia con il proprio sentire, a partire dal fulcro dell’allestimento, dato da una giacca maschile appesa al rovescio in dialogo con due ritratti dalla storia familiare dell’autrice, invito a sovvertire il proprio punto di vista, a vedere se stessi “mettendosi negli occhi degli altri” o, al contrario, prescindendo dallo sguardo altrui. Tra i lavori esposti, infatti, spiccano, tra le altre, due micronarrazioni fotografiche, “Vedersi visti”, che dà il titolo alla mostra e in cui una serie di immagini iscritta in un cerchio sintetizza le infinite potenzialità della prima prospettiva, contraltare all’opera “Come sei quando nessuno ti guarda?”, in cui l’accento è posto su una visione interiore di sé. I lavori fotografici in mostra presentano immagini sia in formato analogico, sia in formato digitale (alcune provenienti dall’archivio personale dell’artista, tra cui anche quattro diapositive, in Lightbox, che dialogano con le opere proposte), destinate a restituire una particolare narrazione delsé. La loro successione racconta, infatti, un viaggio nella memoria e nelle trasformazioni subite dal corpo e dagli oggetti nel corso del tempo, legandosi a ciò che si impone nel ricordo come elemento identitario. Dalla stessa opera “Vedersi visti”, in cui le mani dell’autrice accarezzano i ricami di un lenzuolo appartenuto alla trisavola materna, ai libri d’artista “Care details”, dove sono cucite foto analogiche di famiglia, e “Memory of a metarmophosis”, costruito su una vecchia polaroid sovraesposta, fino a “Sineddoche”, dove immagini di parti del corpo rinviano a un “tutto” esterno ad esso, i lavori esposti sono insieme narrazione del sé e rimando a contesti altri, che evitano ogni autoreferenzialità e in cui ciascuno può ritrovarsi: «Ogni storia è una storia in cui ci si può riconoscere; la storia della pelle, dei legami di sangue, delle radici è sempre automaticamente storia collettiva, archetipale e traccia per la ri-scoperta della propria identità. L’intero percorso è quindi da considerarsi un viaggio mnemonicoin cui un altro possibile centro è altresì dato dal corpo dell’artista che diviene esso stesso corpo neutro di una memoria che è filtro di reazione, crescita e metamorfosi».

I LUOGHI DEL FESTIVAL
Sede principale delle proiezioni:Cinema Massimo, via Giuseppe Verdi 18
Altre sedi di eventi: Auditorium del Laboratorio Multimediale Guido Quazza – Università degli studi di Torino (Palazzo Nuovo), via Sant’Ottavio 20; BlahBlah, via Po 21; Centro Studi Sereno Regis, via Garibaldi 13; Galleria Alessio Moitre,via Santa Giulia 37 bis; IlCircolo dei lettori,via Giambattista Bogino 9; Laboratori di Barriera, via Baltea 3;Little Nemo Art Gallery, via Federico Ozanam 7; Off Topic, via Giorgio Pallavicino 35; Pinacoteca dell’Accademia Albertina di Belle Arti, via Accademia Albertina 8;Unione culturale Franco Antonicelli, via Cesare Battisti 4b

INFO E INGRESSI

Sottodiciotto Film Festival c/o Aiace Torino, Galleria Subalpina 30, 10123 Torino; tel. 011 538962, 011 5067525; fax 011 542691.

Tutti gli eventi e le proiezioni del Festival sono a ingresso gratuito eccetto:
Mostra “Me, Myself(ie) and I. L’autoritratto a fumetti” (9 marzo - 7 aprile), in collaborazione con la Pinacoteca dell’Accademia Albertina di Belle Arti; biglietti: 7,00 intero; € 5,00 ridotto.

Nessun commento:

Posta un commento