sabato 18 maggio 2024

Presentato il grande cantiere delle Serre Reali, che in tre anni trasformeranno gli ex padiglioni del museo di Antichità in polo di servizi per il pubblico e i dipartimenti museali


Nel Salone delle Guardie Svizzere di Palazzo Reale è stato presentato il cantiere delle Serre Reali. Gli eleganti padiglioni realizzati nei Giardini Reali inferiori nel primo Novecento, dopo aver ospitato per mezzo secolo il Museo di Antichità, si apprestano a diventare nei prossimi tre anni un nuovo polo dei servizi per il pubblico e per i dipartimenti museali.

Gli edifici del complesso verranno rinnovati sia nell’architettura sia nelle componenti tecnologiche, che consentiranno di installare nuove funzioni e attività allineate ai moderni standard museali. Il programma di rifunzionalizzazione prevede spazi espositivi e depositi climatizzati, un laboratorio di restauro, sale per i servizi educativi del museo, per conferenze ed eventi, spazi per il ricovero delle piante e le attività nel verde.


I modernissimi ambienti e un nuovo ingresso ai Musei Reali, affacciato su Corso Regina Margherita, consentiranno di valorizzare specifici segmenti delle collezioni d’arte e archeologia e di sviluppare attività insieme al quartiere e alle istituzioni del territorio, in un'ottica di sempre maggiore integrazione tra museo e città.

Finanziato con un fondo da 12 milioni di euro messo a disposizione dal CIPE – Piano Cultura e Turismo, il progetto è stato sviluppato dai Musei Reali insieme alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Torino e a un team di professionisti, guidati dallo studio torinese Isolarchitetti con l’arch. Giovanni Durbiano.

Le antiche serre di Palazzo Reale ritroveranno così il loro rapporto con i Giardini Reali che, collegando il quartiere Aurora con Piazza Castello, diventeranno una vera passeggiata tra architettura e natura nel cuore della città, ospitando attività per giovani, famiglie e scuole con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio culturale e naturalistico.

In primo luogo, si procederà con il restauro conservativo delle facciate, dove gli attuali serramenti, frutto degli interventi di qualche decennio fa, saranno sostituiti mantenendo il disegno originale ma garantendo prestazioni termiche avanzate per il contenimento dei consumi.

I padiglioni saranno liberati dalle ingombranti strutture inserite negli anni ’70, riacquistando così la loro suggestiva spazialità antica a doppia altezza e la vista sui giardini.

Il padiglione di Ponente sarà uno spazio flessibile, con arredi leggeri e riconfigurabili con una vetrina a tutta altezza dove saranno conservati segmenti delle collezioni, finora conservati nei depositi, allestiti secondo temi trasversali che potranno spaziare dall’archeologia alla pittura, dalle armi agli arredi storici.

Il padiglione di Levante, completamente immerso nei giardini di fronte al Bastion Verde, recupererà invece l’antica funzione di ricovero delle piante, reinterpretandola in termini compatibili con attività didattiche dedicate al verde, di presentazione e vendita di piante e anche di ospitalità per piccoli eventi, diventando un vero protagonista della valorizzazione delle attività nei giardini, aperto anche a progetti condivisi con scuole, quartiere e associazioni.

Il vecchio padiglione vetrato è stato da poco eliminato grazie a una attenta demolizione: sorgerà al suo posto un nuovo volume vetrato ad alta tecnologia dalle linee essenziali, che ospiterà una hall di accoglienza per il nuovo ingresso da Corso Regina Margherita, un auditorium con 120 posti e alcune sale polivalenti attrezzate per convegni, mostre, restauri visibili, attività culturali ed eventi.

Al piano inferiore troveranno posto i depositi di sicurezza per le collezioni dei Musei Reali, dietro una vetrata che consentirà al pubblico di vedere come è organizzato lo spazio di riserva di un museo contemporaneo; un laboratorio di restauro raddoppierà le superfici di quello esistente.

I piani superiori dell’edificio centrale saranno invece dedicati interamente alle attività educative e metteranno a disposizione del museo spazi ampi e attrezzati per i laboratori. Questo migliorerà l’accessibilità del museo rispetto alle reti di trasporto pubblico urbano e renderà possibile percorrere il compendio da Corso Regina Margherita a Piazza Castello in una passeggiata tra il verde dei giardini e le architetture monumentali, percorrendo la rampa elicoidale del Bastion Verde, restaurata nel 2021 con gli stessi fondi CIPE, che connette i due livelli delle mura della fortificazione barocca.

La storia delle Serre Reali

La costruzione dei tre padiglioni delle Serre nel 1921 rappresenta il punto di arrivo delle grandi trasformazioni che avevano interessato nel secolo precedente il territorio compreso tra il centro antico e il corso del fiume Dora. A seguito della demolizione dell’antica fortificazione di Torino, ordinata da Napoleone nell’anno 1800, venne tracciata la cerchia di viali alberati che ancora oggi delimitano l’area centrale. Solo l'area di Palazzo Reale fu lasciata intatta da questo processo: incorporata nei giardini reali detti “bassi”, è infatti l'unico luogo di Torino dove ancor oggi si possono ammirare i formidabili bastioni dell'antica fortificazione. Nei decenni successivi questi appezzamenti inedificati furono destinati a svariati usi, ma mai integrati pienamente nei percorsi verdi dei giardini.

La grande svolta avvenne nel 1914 quando, nel programma di modernizzazione del traffico cittadino, il Comune di Torino richiese infatti il “taglio” dei giardini bassi con due viali, oggi denominati dei Partigiani e 1° maggio, per collegare Corso San Maurizio a Piazza Castello, consentendo il passaggio carraio e la nuova tramvia elettrica. L’accordo con la Casa Reale, sottoscritto nel 1916, andò oltre: l’intero terreno venne concesso alla città perché ne realizzasse un parco pubblico e, in contropartita, il Comune avrebbe progettato e costruito un fabbricato ex novo per le serre-aranciere nella porzione rimasta in disponibilità al Palazzo Reale sotto il Bastion Verde. Il progetto architettonico, che impegnò l’ufficio comunale per i lavori pubblici sotto la direzione dell’Ing. Aurelio Mastrogiacomo, si ispirò direttamente alle settecentesche Orangery dei Kew Gardens di Londra. L’elegante architettura neoclassicheggiante presentava un apparato decorativo in bugnato di mattoni, portali di ingresso con frontoni e ampie finestrature all’inglese. Ai lati di un corpo centrale su tre piani, si realizzarono i due padiglioni monumentali in mattoni rossi, dotati di ampie finestrature verso mezzogiorno e ciechi verso nord per ottimizzare il riscaldamento solare durante l’inverno. I fabbricati servirono come luogo di ricovero delle piante ornamentali fino alla Seconda Guerra Mondiale. Negli anni Settanta del Novecento le serre, ormai inutilizzate, furono riconvertite dalla Soprintendenza per accogliere la sede del Museo di Antichità: soppalchi interni in calcestruzzo armato, torri ascensori, piani sotterranei e un nuovo salone vetrato verso i giardini hanno permesso, fino a tempi recenti, di conservare ed esporre le collezioni archeologiche dello Stato, pur snaturando l’ariosità delle architetture originali, fino a quando nel 2022 le raccolte di antichità sono state trasferite nella nuova Galleria Archeologica, collocata presso la Manica Nuova di Palazzo Reale, parte del percorso di visita dei Musei Reali.


 

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