domenica 30 settembre 2018

Al Mausoleo della Bela Rosin l'ultima tappa del “Famiglie: mettiamoci la faccia! Circoscrizioni Tour”, progetto artistico di Rosalba Castelli


Era partita a marzo negli spazi della Regione Piemonte in piazza Castelllo per poi passare attraverso le varie circoscrizoni torinesi. Ora la mostra “Famiglie: mettiamoci la faccia!” dell’artista Rosalba Castelli giunge alla tappa finale e, da domenica 30 settembre, con inaugurazione alle ore 16.00, viene ospitata presso il Mausoleo della Bela Rosin, a Torino Str. Castello di Mirafiori 148/7.

L'esposizione dell'Associazione Artemixia vuole indurre lo spettatore a riflettere sul tema delle famiglie considerate nelle varie forme e peculiarità. Il progetto artistico non è solo proposta di riflessione attraverso la visione delle opere, ma un contenitore all’interno del quale il messaggio espresso viene ulteriormente sviscerato attraverso perfomances, convegni, letture, concerti, contest fotografici. Fino al 21 ottobre la mostra sarà visitabile, ad ingresso libero, martedì, giovedì e venerdì dalle 09.00 alle 13.00 e sabato e domenica dalle 15.00 alle 18.30. Tutti i dettagli su www.artemixia.it


L’inaugurazione si aprirà con il benvenuto a cura di Luisa Bernardini, Presidente di Circoscrizione 2, Patrizia Zanetti, in rappresentanza di Biblioteche Civiche Torinesi e Rosalba Castelli, l’artista ideatrice e autrice del progetto e Vicepresidente di Associazione Artemixia.  A seguire il concerto acustico del duo R’n’J dei fratelli Jordan e Riccardo D’Uggento. Il pomeriggio proseguirà con gli interventi di Monica Cerutti, Assessora alle Pari Opportunità e Diritti Civili per Regione Piemonte, Marco Giusta, Assessore alle Pari Opportunità e Famiglie per Città di Torino e Riccardo Zucaro, Vicepresidente di Arcigay Torino e rappresentante di CasArcobaleno. Infine la performance di espressione corporea “Tavolozze Armoniche” di Henni Rissone e Jordan D’Uggento, toccherà il tema del percorso che conduce all’umanizzazione dell’individuo: dalle varie identità imposte dalla società alla libera espressione delle diverse personalità e sensibilità di ognuno.



Giovedì 11 ottobre dalle ore 10.00 alle 12.00, in occasione della Giornata mondiale del Coming Out, verrà promosso un incontro con gli studenti dell’I.I.S. Primo Levi volto ad approfondire il tema della mostra e della ricorrenza attraverso le letture recitate dall’attore e cabarettista Diego Casale. Ad accogliere i ragazzi, oltre a Monica Cerutti, a Luisa Bernardini, Rosalba Castelli e Riccardo Zucaro anche Francesca Leon, Assessora alla Cultura per Città di Torino e Fabio Versaci, Presidente del Consiglio Comunale.



Infine domenica 21 ottobre, dalle ore 15.00 alle 17.00, il finissage sarà il momento  in cui la parola verrà data ai veri protagonisti del progetto: le famiglie che hanno messo la loro faccia per la realizzazione dei ritratti e che hanno partecipato al contest fotografico. Seguirà la performance “Chi sono le nuvole”  di Henni Rissone e Rosalba Castelli. In rappresentanza della Regione Piemonte e della Città di Torino, saranno presenti Monica Cerutti e Enzo Lavolta, Vicepresidente Vicario del Consiglio Comunale.



Famiglie: mettiamoci la faccia! Circoscrizioni Tour” è un percorso di crescita e unificazione del territorio promosso da Associazione Artemixia e realizzato anche grazie alla collaborazione di Biblioteche Civiche Torinesi, CasArcobaleno, A.GE.D.O. Torino, Associazione fotogiornalistica eikòn, Pr Grafica Online, Sicurezza e Lavoro, Sunderam Identità Transgender Onlus, Compagnia Nuove Forme con il Patrocinio di Regione Piemonte, Città di Torino e di tutte le Circoscrizioni torinesi.



L’Assessora Monica Cerutti ha definito il lavoro artistico di Rosalba Castelli “un urlo di protesta contro chi vorrebbe discriminare alcune forme di amore”, e ricorda che: “È fondamentale che esistano molti linguaggi che possano far riflettere. Regione Piemonte, oltre ad aver approvato la legge 5 del 2016 contro ogni forma di discriminazione, appoggia ogni forma di diffusione dei temi di pari opportunità.”



“Ha attraversato tutte le circoscrizioni il messaggio della mostra, chiaro e necessario: tutte le famiglie, di qualsiasi composizione, possono serenamente "metterci la faccia" nonostante ancora oggi la piena equiparazione anche legislativa non sia raggiunta” ha dichiarato l’Assessore Marco Giusta - “Le famiglie che decenni fa erano considerate "fuori dalla norma", al punto da definirle "formazioni sociali specifiche", sono dappertutto, in centro come nelle periferie, e oggi possono vivere apertamente grazie al cambiamento sociale e culturale costruito negli anni, fortemente sostenuto dall'Amministrazione torinese, e consolidato anche con iniziative come queste."


Del resto, “la vicinanza è necessaria”, sottolinea Rosalba Castelli e continua “per questo cerco anche il coinvolgimento attivo del pubblico al quale chiedo di essere “Opera con le mie opere”, invitando ognuno a prendersi cura del quadro che gli pongo in grembo. All’inizio le persone, di fronte all’insolita richiesta, reagivano con stupore misto ad emozione. Gli osservatori sono abituati a fruire dell’arte in modo passivo: in genere i quadri sono appesi al muro e il pubblico sta al di qua dell’opera d’arte. Desideravo che le persone considerassero i miei ritratti come dei soggetti con i quali poter interagire. Da questa interazione nasce un’opera d’arte inedita ogni volta: il pubblico è sempre diverso e diverso è il modo in cui ognuno recepisce la mia richiesta. Questa idea è nata durante il Circoscrizioni Tour alla fine del convegno “omo-lesbo-bi-trans fobia”. Il momento in cui mi sono emozionata di più? Quando ho visto un uomo cullare uno dei miei ritratti raffigurante una famiglia composta da due madri e un ragazzino. È stato davvero commovente”. L’artista, inoltre, sostiene che la sua stessa scelta stilistica sia metafora di questa esigenza di vicinanza nei confronti delle famiglie e delle persone: “Su quei tratti era mancato il tatto, per questo motivo ho realizzato i quadri con carta, gessetto e strati di carezze. Ho impiegato 9 mesi per realizzare il progetto che ha visto la luce a marzo 2017. Alla fine del tour la mostra sarà stata allestita in 18 luoghi diversi, in 18 mesi. Adattare questo lavoro, ad ogni luogo in cui ho avuto la possibilità di esporlo, richiede sempre molto lavoro, ma ciò è necessario perché il cuore pulsante che dà vita a tutto questo è il messaggio che sta alla base e questo richiede impegno, tempo, vicinanza alle persone, dialogo e cura, gli stessi ingredienti necessari per costruire una famiglia.”


Il progetto consiste in una raccolta di 21 ritratti e altrettante fotografie raffiguranti un campione rappresentativo di unioni che affermano il loro sentirsi “famiglia”. L’obiettivo è quello di mostrare la bellezza contro cui si scagliano le definizioni politico-giuridiche di nuova coniazione e sottolineare nella differenza, derivante dalla peculiarità di ogni legame e unione familiare, l’assenza di diversità. Coppie di fatto, conviventi, unioni omosessuali con o senza figli, famiglie allargate e mono-genitoriali, hanno messo la propria faccia all’interno di una cornice che dichiara il loro essere “famiglia” e che si contrappone alla maschera spersonalizzante della cornice “formazione sociale specifica” (definizione attribuita alle unioni omosessuali all’art. 1 comma 1 della legge 76/2016 sulle Unioni Civili).



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