Mercoledì 6 febbraio, alle ore
20, va in scena al Teatro Regio il nuovo allestimento di Rigoletto di Giuseppe Verdi, realizzato in coproduzione con il Teatro Massimo
di Palermo (dove ha debuttato lo scorso ottobre), la Shaanxi Opera House e
l’Opéra Royal de Wallonie-Liège. La
regia è firmata da un nome di spicco del cinema hollywoodiano, John Turturro
che, per la prima volta, si cimenta
nel teatro musicale. L’attore newyorkese di origini italiane ha
recitato in più di 70 film firmati da registi del calibro di Martin Scorsese,
Spike Lee, Woody Allen, Francesco Rosi e i fratelli Coen. Turturro, da sempre appassionato ascoltatore
dei melodrammi verdiani, si accosta al testo con la manifesta intenzione di non
caricare il dramma, già denso di significato, e consapevole della differenza che
un taglio registico teatrale deve avere rispetto a quello cinematografico. «Il punto di partenza – spiega Turturro
– è stato ridurre tutto al minimo,
evitare qualsiasi eccesso: questo per dare la possibilità ai cantanti e alla
musica di emergere in pieno»: una regia, quindi, al servizio della storia e
della musica.
Il
maestro Renato Palumbo, spesso protagonista sul podio torinese e oggi
nuovamente alla guida dell’Orchestra dopo la Tosca nel 2016, vanta una lunga carriera internazionale che lo
conferma come storico e rigoroso interprete del repertorio melodrammatico italiano.
Rigoletto sarà il baritono Carlos Álvarez, che nella sua fortunata
carriera ha spesso calcato la scena del Regio in titoli di grande successo come
Don Giovanni, La traviata, Falstaff e Tosca, e che annovera il celebre
giullare gobbo tra i suoi ruoli più apprezzati. Nei panni di Gilda il soprano
spagnolo Ruth Iniesta, che dopo un inizio di carriera nell’ambito del
musical, trascorso che le ha fornito una interessante sicurezza nella gestione
della scena, si sta rivelando una voce lirica giovane ma dalla maturità
crescente. Iniesta ha già sostenuto il difficile ruolo di Gilda sul
palcoscenico del Teatro Massimo di Palermo, facendosi notare per la pulizia
nelle colorature e per l’espressività. Il personaggio del Duca di Mantova trova
piena espressione in una voce spavalda e dal timbro limpido come quella di Stefan
Pop, trentaduenne tenore rumeno vincitore di numerosi premi musicali, tra
cui il primo premio e il premio del pubblico nel concorso Operalia e la sesta
edizione dell’International Music Competition di Seoul, entrambi nel 2010. Completano il cast: Gianluca
Buratto (Sparafucile), Carmen Topciu
(Maddalena), Carlotta Vichi
(Giovanna), Alessio Verna (Monterone), Paolo Maria Orecchia
(Marullo), Luca Casalin (Matteo Borsa), Federico Benetti (conte
di Ceprano), Claudia De Pian/Ivana Cravero (contessa), Riccardo
Mattiotto/Giuseppe Capoferri (usciere) e Ashley Milanese (il
paggio). Nel corso delle 10 recite nei ruoli dei protagonisti si alterneranno Amartuvshin
Enkhbat (Rigoletto), Gilda Fiume (Gilda), Iván Ayón Rivas (il
Duca) e Romano Dal Zovo (Sparafucile).
Dopo
Il trovatore in apertura di Stagione
e La traviata andata in scena a
dicembre, il Teatro Regio prosegue e completa la dedica alla trilogia popolare
di Giuseppe Verdi con Rigoletto,
titolo che dal 1851 continua a sconvolgere la sensibilità degli spettatori per
la crudezza dei temi e l’ambivalenza del suo protagonista, padre tenerissimo e
crudele giustiziere al tempo stesso.
Debuttando
nel 1832 ne Le Roi s’amuse di Victor
Hugo con il nome di Triboulet, diventato poi Rigoletto nel libretto di
Francesco Maria Piave, la figura deforme e sofferta del buffone di corte che,
prima per necessità spalleggia il potere, poi, toccato nell’intimo dei suoi
affetti più puri, cerca invano di ribellarsi alla violenza e finisce per
diventare a sua volta un carnefice, apparve da subito destinato a rivoluzionare
le convenzioni teatrali dell’epoca, scandalizzare il pubblico e sfidare i
censori. La musica di Verdi, ancora oggi un monumento del melodramma non solo
per il soggetto ma anche per le soluzioni formali del tutto innovative che il
compositore seppe adottare, sarà accompagnata in questa Stagione da un nuovo
allestimento che sottolinea i toni cupi e disperati della vicenda. I personaggi
si muovono sulla scena incernierati nel ruolo che il dramma e il tema della
maledizione dall’inizio riserva loro, senza possibilità di emergere dalla loro
cecità caratteriale, la totale amoralità dei detentori del potere e la
disperazione degli oppressi; unica eccezione l’integrità di Gilda, preda della
carnalità del Duca ma anche involontaria vittima di Rigoletto e del suo amore
possessivo, che per mantenere l’integrità decide, deliberatamente, di immolarsi
e annullarsi nel crudele gioco di forza tra tirannia e una giustizia privata
priva di misericordia.
Le tinte cupe della vicenda sono proiettate nel tempo in un decadente e grottesco XVIII secolo, disegnato da ambienti asfittici e chiusi nelle linee prospettiche delle scene di Francesco Frigeri; i costumi di Marco Piemontese e le luci di Alessandro Carletti disegnano un percorso di colori che va dai toni lividi di un mondo fastoso, ma monocromatico nella sua mancanza di moralità, al rosso della passione e della tragedia. Le coreografie sono di Giuseppe Bonanno, Cecilia Ligorio è regista collaboratore, le luci sono riprese da Ludovico Gobbi.
Le tinte cupe della vicenda sono proiettate nel tempo in un decadente e grottesco XVIII secolo, disegnato da ambienti asfittici e chiusi nelle linee prospettiche delle scene di Francesco Frigeri; i costumi di Marco Piemontese e le luci di Alessandro Carletti disegnano un percorso di colori che va dai toni lividi di un mondo fastoso, ma monocromatico nella sua mancanza di moralità, al rosso della passione e della tragedia. Le coreografie sono di Giuseppe Bonanno, Cecilia Ligorio è regista collaboratore, le luci sono riprese da Ludovico Gobbi.
La produzione è realizzata con il
contributo della Società Reale Mutua di Assicurazioni, il cui
Presidente Luigi Lana ha dichiarato: «La nostra Compagnia, socio fondatore del Teatro Regio dal 2012, è da
sempre attenta a promuovere lo sviluppo e la diffusione della cultura, quale
strumento essenziale per la crescita sociale ed economica del territorio sul
quale opera da oltre 190 anni. Siamo quindi lieti di continuare a
offrire un supporto concreto a favore della tradizione lirica e dell’attività
di uno dei teatri più prestigiosi del panorama artistico e musicale
internazionale, partecipando anche quest’anno alla stagione operistica subalpina
in occasione di Rigoletto, opera del celebre compositore italiano Giuseppe
Verdi».
Con la collaborazione di Damilano, cantina storica di Barolo.
E’ prevista la diretta su Rai Radio 3, curata da Susanna Franchi; sarà trasmessa mercoledì 6 febbraio alle ore 20.
Teatro Regio, piazza Castello 215
Per informazioni:
Tel. 011.8815.557 e www.teatroregio.torino.it
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