“Animali
da palco e dove trovarli” è la
nuova rassegna teatrale in città firmata da Onda
Larsen, compagnia nata nel 2008 a
Torino che gestisce spettacoli ed una scuola teatrale di oltre 150
studenti.
Dal
10 novembre al 10 maggio sul palco del Qubì
(via Parma 75), ogni seconda
domenica del mese, potrete assistere agli spettacoli di compagnie
d'eccellenza provenienti da varie parti d'Italia (due piemontesi, tre
lombarde, una da Lazio, una dalla Toscana, una dall'Emilia Romagna),
i cui progetti di valore, per numeri o perché produzioni
indipendenti, non potrebbero finire all'interno delle grandi
stagioni.
Mescolando
vari generi teatrali, dalla commedia al dramma,
il collettivo di Onda Larsen
intende avvicinare al teatro nuove fasce di pubblico, proponendo gli
spettacoli di domenica alle ore 20,30, preceduti per chi vuole alle
19,30 da un aperitivo per celebrare la regione di provenienza della
compagnia.
IL
CARTELLONE:
Domenica
10 novembre. Anteprima regionale. Piano in bilico in "Notti
bianche". In una città senza nome, in epoca che ricorda
la nostra, in un mese imprecisato di un anno indefinito. Un uomo e
una donna, forse più adulti, ma non meno sperduti e disperatamente
sognanti dei personaggi di Dostoevskij, s’incontrano durante un
bizzarro fenomeno atmosferico che interessa tutto il globo terrestre,
un eccezionale evento noto come Le Notti Bianche: per cinque notti il
sole non calerà mai del tutto, illuminando il cielo anche di notte.
Un lucore costante. Questo fenomeno comporterà il malfunzionamento
di tutti gli apparecchi elettronici, una sorta di bolla atemporale in
cui i nostri protagonisti si trovano immersi.
Uno
spettacolo che indaga le dinamiche relazionali dal punto di vista di
due personaggi più adulti, lasciando pressoché inalterata la storia
originale, ma operando una trasposizione in un linguaggio agile e un
dialogo attivo, lasciando sprazzi di narrazione a far capolino qua e
là, come un’eco dostoevskijana.
Un
elemento fondamentale è l’uso della scenografia: la città delle
Notti Bianche sarà evocata scenicamente dalle trasparenze di
pannelli ricoperti in tulle sottile, su cui saranno proiettate
immagini ad acquerello, a disegnare i contorni indefiniti di una
città illuminata da una luce eterea, a evocare i labili confini che
esistono tra il sogno e la realtà, tra il ricordo e la fantasia e
tra le speranze e le delusioni d’amore.
Elaborazione
drammaturgica: Livia Castiglioni e Dario Merlini.
Regia:
Paolo Garghentino e Silvia Giulia Mendola.
Con:
Paolo Garghentino e Silvia Giulia Mendola.
Primo
spettatore e Aiuto regia: Livia Castiglioni.
Musiche
e Sound Design: Gipo Gurrado.
Produzione:
PianoinBilico e GecobEventi.
Domenica
8 dicembre. Anteprima nazionale. Aretè in "Il cadavere".
In
un salotto, una coppia e un corpo avvolto in un telo. Non si sa chi
sia, né cosa abbia spinto i due ad ucciderlo. Il dialogo tra marito
e moglie, ai limiti tra l’assurdo e il quotidiano,viene interrotto
dal campanello… Tra humor e macabro, un viaggio nelle profondità
della mente umana, dove bene e male sono ugualmente presenti.
Autore:
Simone Valentino.
Regia:Simone
Valentino.
Aiuto
regia: Fiorella Carpino.
Interpreti:
Fiorella Carpino, Chiara Pautasso, Simone Valentino, Andrea Zuliani.
Musiche
e idea scenografica: Claudia Martore.
Semi-dramma
in lingua calabra, scritto e interpretato da Angelo Colosimo per la
regia Roberto Turchetta.
Un
paesello della Calabria, un tribunale popolare che giudica e condanna
senza remore un imputato poco più che bambino. Un substrato
culturale cinico da cui emergono una spietata vendetta e storie di
pedofilia consumate da un prete. Bestie rare racconta una
cultura secolare che esplode tra luoghi comuni, gergalità, modi
prosaici e poetici.
Autore
e interprete: Angelo Colosimo.
Regia:
Roberto Turchetta.
Luci:
Nicola Caccetta.
Musiche:
Marianna Murgia.
Produzione:
Wobinda Produzioni.
Domenica
9 febbraio. I demoni in "Il topo del sottosuolo"Svidrigajlov,
incallito giocatore che scommette su se stesso per tutta la vita,
giocando ai limiti del consentito una partita senza esclusione di
colpi col destino, si innamora di Dunja, la candida sorella di
Raskolnikov e incrocia il destino del protagonista anche perché
origlia una scomoda confessione che
egli
fa a Sonja. Da questi intrecci Dostoevskij si discosta per farci
conoscere Svidrigajlov dall’interno, penetrando in soggettiva nella
sua mente contorta e piena di contraddizioni e raccontandoci il
passato di un uomo che si definisce “malato”, come il
protagonista delle Memorie dal sottosuolo.
E
anche lui, infatti, è un personaggio del sottosuolo, anzi, un topo,
come quelli che vede in un delirio di allucinazioni nell’ultima
notte della sua vita, quella che precede il suicidio, estremo e
definitivo atto di coraggio e di sfida alla morte.
Svidrigajlov
è un personaggio straordinario, cui Dostoevskij dedica molte pagine
nella seconda parte di Delitto e castigo. Essendo il suo un
romanzo uscito a puntate, l’autore si è potuto permettere
digressioni dalla linea narrativa principale, approfondendo
personaggi, fatti e situazioni che
incontrano
solo sporadicamente la trama principale.
Lo
spettacolo è ambientato in una locanda di San Pietroburgo, dove il
pubblico potrà prendere posto ai tavolini accanto al protagonista,
che interagisce con loro, tra un bicchiere di vino e il
caratteristico odore delle candele accese. Un’esperienza intima e
travolgente, che coinvolge il pubblico prendendolo a testimone di una
storia di ozio e depravazione.
Adattamento di Alberto Oliva e Mino Manni.
Adattamento di Alberto Oliva e Mino Manni.
Con
Mino Manni.
Regia
di Alberto Oliva.
Domenica
8 marzo. Paola Giglio, Marcella Favilla in "Finalmente sola".
P.
è sempre stata fidanzata, dall’età di 5 anni. Nella sua vita è
saltata da una storia all’altra senza soluzione di continuità,
schiava dell’amore e degli uomini, ai quali proprio, non sa dire di
no. Ora però qualcosa è cambiato. Ora è rimasta sola, finalmente,
faccia a faccia con sé stessa, senza nessuno cui rivolgersi, da cui
farsi consolare. Del resto non ne poteva più dell’eterna spirale
amorosa nella quale era incastrata da sempre, fatta di dinamiche
ripetute all’infinito con uomini tutti banalmente diversi:
cambiavano i bisogni, ma lo schema era sempre lo stesso. M., R., S.,
G., A., D., U., ... poi è arrivato F. Che ha sparigliato le carte e
l’ha portata di peso dove si trova adesso. Ora che è sola,
finalmente, P. ripercorre con ironia e sarcasmo il suo passato
sentimentale, dà libero sfogo a tutto il suo sentire, parla, canta,
ride. Solo di F. non riesce a ridere. Su F. c’è poco da scherzare.
Ha fatto sì che lei affrontasse il suo problema con gli uomini e
l’ha mandata qui, dove può riflettere sul suo comportamento. In
effetti questo è un non luogo riposante, dove P. non si sente
giudicata, come spesso la faceva sentire F., che, diciamolo, ogni
tanto era un po’ troppo severo. Critico. Un vero rompicoglioni. No,
no, lui la amava più di ogni altro, era il migliore di tutti e lei
lo doveva ringraziare per averla salvata, e pulisci meglio lì che
c’è una macchia. E vaffanculo, fallo te, ha detto un giorno P. E
così è arrivata dove si trova ora. Dove ha fatto un passo avanti
nella consapevolezza di sé: non c’è bisogno di avere un uomo
accanto per sentirsi completa. C’è voluta una relazione violenta
per farglielo capire. E no, non ha avuto un’infanzia difficile,
nessun problema in famiglia. Capita, anche alle migliori di rimanere
invischiate in rapporti malati e potenzialmente pericolosi. E’
possibile uscirne indenni, senza segni di mani strette sul collo o
costole fratturate? E’ ciò che si chiede P., che la sua esperienza
l’ha avuta e certo sa, al contrario di noi, come è andata a
finire. Ce lo racconterà, certo. Ci dirà tutto, dall’inizio.
Spin
off di uno dei più divertenti personaggi di Shakespeare. Siamo nel
1595, nel bosco di “Sogno di una notte di mezza estate”, Bottom e
Quince provano lo spettacolo per il Duca. Finita la prova, Bottom si
addormenta e si risveglia quattro secoli dopo davanti a un giovane
regista che sta cercando di allestire uno sgangherato progetto
teatrale nella speranza di ottenere qualche finanziamento pubblico.
Bottom si lascerà coinvolgere con non poche difficoltà e
involontariamente metterà a nudo le contraddizioni del nostro
presente grazie alla sua semplicità.
I
dialoghi serrati e divertenti, i personaggi ben caratterizzati e gli
argomenti estremamente attuali sul mondo teatrale ma anche sul mondo
del lavoro in generale, sono i punti di forza di questo spettacolo.
Il testo invita a una riflessione sui meccanismi burocratici che
regnano sovrani nel mondo del lavoro e ridicolizza quegli aspetti che
oggi sono considerati “vantaggiosi” ma che in realtà badano più
alla forma che al contenuto. Quincio, il regista della storia che
vive ai giorni nostri, per riuscire ad accontentare le richieste di
un bando ed ottenere così dei finanziamenti, è costretto a
destrutturare tutte le sue idee sull’arte e a presentare un
progetto che “artistico” ormai non è più.
L’ironia
e la satira dominano questo testo e ci spingono a riflettere su
alcune contraddizioni del nostro presente che forse sono stati
assimilate senza che ce ne siamo veramente accorti. “Ci si
accontenta in mancanza d’altro e purtroppo ci si abitua” viene
detto all’interno della storia. E’ veramente così o si può
cambiare qualcosa?
Produzione
Onda Larsen
Scritto
e diretto da Lia Tomatis.
Con Riccardo
De Leo e Gianluca Guastella.
Elementi
scenici e costumi Barbara Tomada.
Domenica
10 maggio Stefano Santomauro in "Fake Club".
Meteorite
si schianterà sulla terra fra dieci giorni. Troppi metalli nei
vaccini: bambino arrugginisce dopo il bagnetto. Sono queste, e molte
altre, le notizie che ogni giorno ci arrivano dai social, dalle radio
passando per la stampa e la tv. Le così dette Fake News. Il falso
diventa spunto di riflessione per questo nuovo divertentissimo
spettacolo di Stefano Santomauro che, dopo il grande successo di
“Like” recensito da La Stampa come uno spettacolo: “Assolutamente
da non perdere!”, affronta, nel sua tipica cifra comica, il tema
attualissimo del vero e falso. Lo spettacolo ci trascina dalle prime
fake raccontate ai bambini passando dalla Seconda Guerra Mondiale,
Trump, Van Gogh e
molto
altro. Grazie al connubio fortunato con l’autore Francesco
Niccolini, “Fake Club” racconta uno spaccato attuale della nostra
societa’, senza censura. Senza vergogna. Senza mentire.
Scritto
da Stefano Santomauro e Francesco Niccolini.
Produzione
Pilar Ternera/Ntc, con il contributo de Festival di Narrazione
Montagne Racconta.
Regia
Stefano Santomauro.
Tariffe:
Biglietto
intero 10 euro, 8 euro allievi Onda Larsen, 5 euro sotto i 18 anni e
professionali, 1 euro operatori.
Costo
aperitivo, a cura di Associazione Culturale Qubì: 10 euro
(una tapas e cocktail/vino/birra).
Onda
Larsen ha sede in via Parma 75 a
Torino. Composta inizialmente da un numero molto nutrito di artisti,
la compagnia si stabilizza poco dopo nella sua attuale forma:
Riccardo De Leo,
attore e regista, Luciano Faia,
attore, Gianluca Guastella,
attore e Lia Tomatis,
attrice, regista e drammaturga. Il percorso artistico della
compagnia, seppur non senza qualche deviazione, si basa sulla nuova
drammaturgia dai temi attuali dal
linguaggio ironico e feroce. La volontà è quella di indagare il
presente mettendone in luce le contraddizioni e riflettendo sulla
condizione degli individui oggi. Organizza attualmente 13 corsi di
teatro: base, intermedio, avanzato ma anche "Percorsi
spettacolo", il corso per i ragazzi "Obiettivo
palcoscenico" e "Percorso delle meraviglie", oltre a
settimane di studio e approfondimento con attori e registi di calibro
nazionale.
Info:
http://ondalarsen.org/
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