venerdì 17 gennaio 2020

ROSSO INDELEBILE. Il progetto artistico e sociale per la prevenzione della violenza contro le donne approda sabato 18 gennaio al Teatro Matteotti di Moncalieri


Prosegue con forza l'importante iniziativa ROSSO INDELEBILE, il progetto artistico e sociale per la prevenzione della violenza contro le donne ideato dall'artista e curatrice Rosalba Castelli e promosso da Associazione ArteMixia.

Utilizzando ancora una volta il potere dell'Arte come mezzo di comunicazione, il prossimo appuntamento si terrà sabato 18 gennaio alle ore 21 presso il Teatro Matteotti di Moncalieri (via Giacomo Matteotti 1), per una serata in cui si alterneranno performance, musica e voci narranti sul tema della violenza sulla donna.

PROGRAMMA


La serata verrà introdotta dalla proiezione del video di Anna Olmo, sul quale si innesta la voce dell’attrice Angela Vuolo ad intonare "ROSSO INDELEBILE", il monologo di Rosalba Castelli. Si tratta di una restituzione in forma poetica del racconto di pacificazione al quale perviene una donna rispetto ai suoi ricordi di infanzia, segnata da episodi di violenza domestica assistita.
Quelle parole, “quelle e non altre”, saranno poi la colonna sonora che ispirerà il movimento, la lentezza, la convulsione del resoconto in forma di corpo ed anima costituito dalla performance MUTA LA PELLE delle Clannicros (Cristina Schembari, Claudia Ap, Margaret Lanterman, Rosalba Castelli), accompagnate dal battito cardiaco della chitarra di Jordan D'Uggento e dal graffiante violino di Cécile DelzAnt.
L'incontro terminerà con la performance teatrale VEDRAI CHE CAMBIERA': canto d' amore dedicato alle donne vittime di violenza, proposto da Fabula Rasa per la regia di Beppe Gromi.
 
L'installazione pittorica di Rosalba Castelli ed il lavoro fotografico di Alessandra Ferrua, facenti parte, con il video di Anna Olmo, del progetto artistico "Rosso Indelebile" realizzato al Museo del Carcere "Le Nuove". accoglierà il pubblico nella hall del teatro.

Vi ricordo che Rosso Indelebile si articola in tre parti. Anna Olmo ha realizzato un video che "diventa un'ossessione, così forte da deformare la percezione di se stessi e del nostro corpo. Un dolore fisso che torna come un disturbo continuo, in ogni momento, entra in ogni sguardo, in ogni movimento. E non lascia più vivere, letteralmente.Torna quando non te lo aspetti, come il segnale disturbato della tv che disallinea le immagini... e le ricompone sempre nella stessa ossessione.: la stanza con le pareti rosse da cui non si esce, una trappola dove ogni tentativo è vano". Rosalba Castelli ha prodotto un’installazione in cui la tela si trasforma in una delle pareti della ricostruzione in legno e sbarre di ferro, di una delle piccole celle del Museo del Carcere “Le Nuove”. In quella cella, l’artista e performer ha agito per un giorno intero nell’interiorizzazione del senso di soffocamento e di prigionia di una donna violata nella carne e nello spirito, deprivata della propria libertà, soggiogata e schiacciata da una situazione che è troppo grande per le proprie forze. Una situazione che è solida e muta come le pareti della cella, fredda e deprimente come le sbarre che incontra lo sguardo dell’osservatore prima di posarsi sul dipinto. La violenza subita imprigiona l’anima come quella stanza fa con il corpo. Sulle pareti i segni dei vani tentativi di fuga e la scritta “indelebile” che è la cicatrice che rimane sulla pelle di un sangue che non si riesce a levare, che non serve a nulla cercare di lavare. Il corpo è spogliato di tutto perché ciò che resta è solo più rassegnazione e silenzio che grida dentro.  
Alessandra Ferrua ha selezionato 21 fotografie tra gli scatti fatti durante il lavoro al Carcere “Le Nuove”, con l'intento di suggerire all’osservatore un percorso, il cui inizio è rappresentato dall’ingresso nel carcere, metafora della violenza, e la fine dall’uscita. Il percorso centrale è caratterizzato inizialmente da toni scuri e cupi che si trasformano in immagini caleisdoscopiche volte a rappresentare un’elaborazione che porta poi ad altre immagini sempre più chiare fino ad arrivare alla liberazione dalla condizione di violenza. La scelta del bianco e nero viene motivata da Ferrua per mezzo di una citazione di Ted Grant: “Quando si fotografano le persone a colori, si fotografano i loro vestiti, ma quando si fotografano in bianco e nero, si fotografano le loro anime. (Ted Grant)”.

L'appuntamento al Teatro Matteotti, realizzato con il contributo della Città di Moncalieri e il patrocinio di Regione Piemonte, è ad offerta libera.

Tutti i dettagli sul sito: www.rossoindelebile.it


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