venerdì 17 settembre 2021

OH DONNA CHI SEI: nella Sala Trasparenza della Regione Piemonte esposte due opere di Aiazzi e Monari contro la violenza sulle donne


Fino all’8 ottobre, presso la Sala Trasparenza della Regione Piemonte in piazza Castello, è in corso la mostra-evento “Oh donna chi sei”,
a cura di Niccolò Lucarelli, con due significative opere di Aiazzi e Monari, scultori dal curriculum internazionale, contro la violenza sulle donne. Una tematica che non è discussa mai abbastanza e che quindi vi segnalo consapevole della necessità impellente di sensibilizzare tutti se si vuole ottenere un reale cambiamento, una vera parità, un effettivo riconoscimento del ruolo chiave della donna nella nostra società.

«Dalla mitologia della Grecia classica alla società contemporanea, la figura della donna è sempre stata centrale per il progresso civile dell’umanità – spiega Niccolò Lucarelli -. Nonostante il suo indubbio contributo, la donna ancora oggi non gode del dovuto rispetto, così come non esiste la democrazia di genere e, nei fatti, le pari opportunità sono soltanto un concetto retorico, mentre la vergognosa piaga della violenza sulle donne occupa le pagine dei quotidiani. Con violenza non s’intende soltanto quella fisica, ma anche quella, più subdola, psicologica e morale». 

 

Per questo progetto, che sin dal titolo ispirato ad un verso del poeta siriano Nizār Tawfīq Qabbānī vuole indagare la personalità femminile, il curatore della mostra ha voluto due scultori, anziché due scultrici, per sottintendere che è l’uomo a dover cambiare atteggiamento e mentalità, a mettersi in gioco e ad ammettere le proprie responsabilità.

 


Loriano Aiazzi
e Sergio Monari interpretano Euriclea e Medea, due differenti, ma fondamentali, espressioni della personalità femminile, grazie ai quali l’umanità ha potuto progredire nei secoli. “Oh donna chi sei” ha dunque l’obiettivo di stimolare riflessione di carattere sociale attraverso l’arte. 

 

Come nota ancora il curatore Lucarelli, «dalle sculture di Aiazzi e Monari scaturisce l’immagine di una donna fiera e libera, dolce e appassionata, un’amazzone e una vestale, che alberga in sé molteplici potenzialità, intuizioni, entusiasmi, sentimenti, sempre pronta a donarli agli altri in nome di un istinto materno esteso alla sua massima portata. Eppure, nella mancata alleanza fra uomo e donna risiedono problematiche che l’umanità si trascina da almeno due millenni, e la violenza sulle donne - non soltanto quella fisica, ma anche quella, più subdola, psicologica e morale - è purtroppo una tematica di vergognosa attualità». 

 

La mostra è accompagnata da una brochure a cui ha collaborato il critico d’arte Luca Sposato, che sottolinea come «effigiare la Donna sia un rituale, un atto spirituale che affonda le radici all’origine della Coscienza, alla nascita dell’arte: perpetuarlo significa intimamente evocare il principio dell’umanità stessa, concetto troppo spesso diluito nell’attuale società individualista e misogina, macchiata spesso di inadempienza. Proprio per sopperire questa mancanza, la rilettura del mondo classico è la chiave di volta indispensabile a predisporre un futuro compiuto e stabile, caricando l’eredità di un passato che non vuole essere oggetto nostalgico ma supporto di consapevole responsabilità, sia artistica, sia sociale».

 

La mostra, ad ingresso gratuito, si potrà visitare dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.30 alle 17.30, sino all’8 ottobre.

 

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