martedì 15 luglio 2025

La mostra "CAROL RAMA Geniale sregolatezza" del Museo Accorsi-Ometto si arricchisce di quattro opere della pittrice torinese e di una rara coppa in maiolica del XVI secolo a soggetto erotico


Esiste un sottile fil rouge che lega la maiolica del Cinquecento a Carol Rama: l’erotismo.

Recentemente è entrata a far parte delle collezioni del Museo Accorsi-Ometto una rara coppa in maiolica a soggetto erotico, precoce esempio di istoriato faentino del terzo decennio del XVI secolo.

Il direttore del Museo Accorsi-Ometto, Luca Mana, dichiara: “La produzione cinquecentesca di maioliche a soggetto erotico non è così insolita: infatti era piuttosto diffusa negli ambienti colti. Lo dimostrano la riscoperta della letteratura erotica classica e la libera circolazione di sonetti e di romanzi a contenuto sessuale. La recente acquisizione di questa coppa, insieme ad altri due oggetti del Cinquecento entrati a far parte delle collezioni (una seconda coppa in maiolica e un cofanetto in legno, pastiglia e foglia d’d’oro), intende colmare un vuoto all'interno delle raccolte museali. L'obiettivo è quello di far conoscere il nostro Museo, non più solo a livello locale, ma nazionale, puntando sul Rinascimento e sul primo Novecento, due periodi cardine della storia culturale e figurativa italiana. Con la mostra su Carol Rama il fil rouge dal Medioevo a oggi si ricongiunge perfettamente nell’opera geniale e incontenibile di questa grande artista torinese".

Al centro della coppa del Museo Accorsi-Ometto è raffigurata una giovane donna seduta, intenta a maneggiare dei falli. In prossimità del volto e della nuca della donna, ne appaiono altri due, sotto forma di elementi onirici. Anche sulla tesa sono dipinte quattro coppie di falli inseriti “araldicamente” in una elegante decorazione floreale.

Esistono anche altri oggetti che appartengono a questo immaginario: per esempio la medaglia con il ritratto di Pietro Aretino, sul recto, e sul verso una testa disseminata di falli; la Testa de cazzi di Francesco Urbini (Ashmolean Museum di Oxford), un’anticipazione delle invenzioni arcimboldesche e il disegno con testa all’antica composta da falli, attribuita a Francesco Salviati (collezione privata, già nelle raccolte di sir Thomas Lawrence).

Persino Alessandro Barbero, in un suo godibilissimo libro intitolato "La voglia dei cazzi e altri fabliaux medievali" (edito da Edizioni Effedì), propone una ventina di racconti, tratti da una selezione di circa centocinquanta poemetti francesi duecenteschi, a riprova che anche l’oscuro Medioevo aveva un lato giocoso e godereccio.

La coppa del Museo Accorsi-Ometto non evoca fonti letterarie o iconografiche precise, anche se si rifà a una tradizione tardo medievale che si protrae sino al pieno rinascimento. Rappresenta quindi un unicum nel suo genere.

Nelle sale espositive della mostra CAROL RAMA Geniale sregolatezza sono arrivate altre quattro opere della pittrice torinese.

Si tratta di due acquerelli, Teatrino n. 2 del 1937 e Proibito del 1944, di un olio su tela, Prostituta n. 6 (1947) e di un bricolage, Senza titolo (1968), con i famosi occhi di bambola applicati su cartoncino nero. Le opere provengono da una prestigiosa collezione privata parigina.

Nel 1983 Carol Rama, in un’intervista televisiva, dichiara: «Quando lavoro mi faccio guidare dai ricordi e dal desiderio»: un’affermazione che vale per tutta la sua opera, ma in modo speciale per gli acquerelli ispirati dalle sue esperienze giovanili, traumatiche e sconvolgenti, eccitanti e inconfessabili. Sono lavori «sguaiati», carichi di ossessioni feticistiche e di «una felicità carnale» esplicitamente scandalosa. In Proibito, nuovo arrivato in mostra, come in molti degli acquerelli del 1937-1946, le scene si fanno apertamente sessuali, ma vengono sempre realizzate con una freschezza e una levità espressiva sorprendenti. Il disegno è esile e di raffinata eleganza, anche se apparentemente naïf, caratterizzato da toni cromatici delicati. Fa eccezione il colore rosso usato per le lingue e le parti sessuali.

L’acquerello compare in una famosa fotografia di Pino Dell’Aquila che ritrae l’artista nel suo studio con alle spalle una parete piena di sue opere.

Le nuove acquisizioni saranno visibili a partire dal 16 luglio 2025 lungo il percorso museale, mentre le opere di Carol Rama saranno inserite nel percorso di visita alla mostra. Tutte sono comprese nel biglietto d’ingresso. 

 

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