Dal 13 al 16 novembre, il festival curato da Giuseppe Culicchia e ideato dalla Fondazione Circolo dei lettori con il contributo della Regione Piemonte – Assessorato all’Emigrazione, si svolgerà tra il Circolo dei lettori e delle lettrici e il Cinema Romano.
«In un momento storico che in rapidissima trasformazione continua a sorprenderci, spesso purtroppo in modo non esattamente positivo, e che molte volte ci trova disorientati per la mancanza di punti di riferimento, torniamo a interrogarci sul nostro essere gettati heideggerianamente nel mondo a partire dalle nostre radici: che quando sono profonde non gelano. Questo non significa avere nostalgia del passato, ma al contrario cercare di analizzare il presente e di guardare al futuro con la consapevolezza delle differenze, dei traumi e degli slanci che sono parte della nostra identità» racconta Giuseppe Culicchia, curatore di Radici e direttore della Fondazione Circolo dei lettori.
Il programma
Radici prende il via al Circolo dei lettori e delle lettrici giovedì 13 novembre con l’incontro I Musei regionali dell’Emigrazione piemontese: Frossasco e Santa Maria Maggiore (h 16), con Piemontesi nel Mondo, Ugo Bertello, Davide Rosso, Claudio Cottini, Rosanna Napoli, Chiara Monferrini, Joaquin Coniglio e Alfons J. Ravelli. Un momento di dialogo tra i presidenti e i comitati di gestione dei musei, le amministrazioni locali e le associazioni di emigrati, per raccontare la memoria viva dell’emigrazione piemontese e le sue radici culturali.
Radici, come da consuetudine, è anche cinema, a mezzanotte. In questa terza edizione di Radici di mezzanotte al Cinema Romano ogni sera del festival si rende omaggio a Claudia Cardinale. Il primo film è I soliti ignoti di Mario Monicelli, presentato da Giuseppe Culicchia ed Enrico Verra, in collaborazione con Aiace Torino (h 24, Cinema Romano).
Venerdì
14 novembre al Circolo si apre
con Un editore che guarda a Est, sulle
orme di Corto Maltese, incontro
con Francesco Colafemmina e Bruno
Ventavoli, dedicato alla casa editrice
Medhelan e al suo catalogo cosmopolita (h 16). Nel pomeriggio un
doppio appuntamento: Incontro
con Massimo Zamboni a
partire da Pregate per Ea,
Einaudi, in dialogo con Ottavia
Giustetti (h 17), e Ma
siete sicuri di voler mettere radici a Milano?,
monologo di Silvia Ballestra che
racconta contraddizioni e fragilità del capoluogo lombardo (h 17).
A
seguire Emanuele Trevi dialoga
con Martino Gozzi in Il
tempo, grande scultore, a partire dal suo
libro Mia nonna e il conte,
Solferino (h 18), mentre attraverso l’incontro Parli
come badi! Luca
Ricolfi e Alessandro
Chetta riflettono sull’evoluzione
del “politicamente corretto”, dalle origini inclusive agli
effetti controversi nell’epoca dei social (h 18).
Più tardi
arriva Fernando Aramburu,
con il suo nuovo libro Ultima notte da
poveri, Guanda, in dialogo con Bruno
Arpaia su solitudine e
contraddizioni della natura umana (h 19). In serata Mauro Covacich
torna in scena con la seconda parte della sua Trilogia
triestina, questa volta dedicata a James
Joyce (h 21). Chiude la giornata la proiezione di Fitzcarraldo di
Werner Herzog, pellicola con Klaus
Kinski e Claudia Cardinale per Radici di
mezzanotte (h 24, Cinema Romano).
Nel pomeriggio Vivian Lamarque e Susanna Tartaro si confrontano in La poesia delle radici, un dialogo sulla forza vitale e spirituale della poesia (h 15). A seguire Alessandro Aresu e Lucio Caracciolo discutono di geopolitica in La Cina è (sempre più) vicina, Feltrinelli (h 16), mentre più tardi Giorgio Amitrano rende omaggio a Yukio Mishima, seguito dalla presentazione de L’esercito di Mishima di Daniele Dall’Orco, Idrovolante Edizioni (h 16.30).
Più tardi spazio al documentario Radici. L’italianità come stato dell’anima, con la regista Simona De Simone, Sofia Quercetti e Giorgio Ballario, dedicato alla storia degli italiani in Argentina (h 17). Segue l’incontro con il grande artista Milo Manara, in dialogo con Fulvia Caprara, su Il Nome della Rosa vol. 2, Oblomov, ripercorrendo la sua carriera tra erotismo, arte e cultura pop (h 18). E poi ancora l’incontro Alle radici dell’odio, con Alessandro Campi e Paolo Borgna, dedicato al saggio Una esecuzione memorabile, Le lettere, sull’uccisione di Giovanni Gentile (h 19).
La serata prosegue con l’ultimo episodio della Trilogia triestina, con Mauro Covacich che dedica il suo monologo a Umberto Saba (h 21) e si conclude al cinema con Radici di mezzanotte, che propone La pantera rosa di Blake Edwards, per l’omaggio a Claudia Cardinale (h 24, Cinema Romano).
La giornata conclusiva, domenica 16 novembre si apre con Tra respiro e reminiscenza, laboratorio sul mondo del profumo con Diletta Tonatto (h 10). Più tardi doppio appuntamento: Buon compleanno, “La Biennale di Venezia” con Pietrangelo Buttafuoco e Debora Rossi, per celebrare il primo anniversario della rinata rivista della Biennale; e Sull’attualità dei classici, con Simone Regazzoni e Valeria Parrella, un dialogo su filosofia, letteratura e rilettura del passato (h 12).
Segue A ritroso, in cerca della verità, verso l’origine di ogni cosa, con Nadia Terranova e Valeria Curzio, un confronto su identità, memoria e ricerca personale (h 12.30).
Nel
pomeriggio Identità: nuove e storiche
migrazioni a confronto, curato da Maddalena
Tirabassi direttrice Centro
Altreitalie sulle Migrazioni Italiane, con Riccardo
Roba, Elisa
Colla, Andrea
Ballatore, Luz
Allegranza, membro del GAP - Gioventù
Argentina-a Piemontèisa, il gruppo giovanile della FAPA -
Federazione delle Associazioni Piemontesi d'Argentina, Manuela
Paterna Patrucco e Anna
Coggiola del Circolo Piemontesi
Messico, mette in dialogo generazioni di emigrati piemontesi (h 15).
A seguire Luciano
Lanna presenta Attraversare
la modernità, Cantagalli, con Davide
Rondoni (h 15.30), mentre più
tardi Francesco Piccolo e Caterina
d’Amico ricordano Il
cinema di Suso Cecchi d’Amico, in
collaborazione con Giuilio Einaudi editore (h 16).
Nel
pomeriggio Annalisa
Terranova dialoga con Giorgio
Ballario su Margherita.
Un incontro al di là del tempo, Ianieri (h
16.30), e Massimo Polidoro tiene
una lectio a partire da Il mistero delle
origini dell’uomo, Feltrinelli, tra
scienza, mito e antropologia (h 17).
Il festival chiude in musica e poesia con Alle radici della poesia a bolu, con i poetas Bruno Agus e Diego Porcu, accompagnati dal Tenore S’Angelu di Neoneli, per un viaggio nelle tradizioni orali sarde e nella potenza della parola improvvisata (h 20).
Quattro giorni per esplorare le radici della nostra identità culturale, tra libri, immagini, voci e memorie. Radici conferma la sua vocazione di luogo di incontro e riflessione, dove il passato non è mai solo memoria, ma materia viva che continua a parlarci del presente.




Nessun commento:
Posta un commento