Luci innovative, infografiche, magazzini a vista dei tessuti e una teca di 14 metri per il Libro dei Morti rappresentano le principali novità.
Alla base del nuovo progetto di riallestimento, a 120 anni dalla scoperta della Tomba ad opera di Ernesto Schiaparelli nel 1906, c’è un cambio di prospettiva radicale. Sotto i riflettori non ci sono solo i 460 reperti, tra sarcofagi, mobili, tessuti, oggetti di uso quotidiano come boccette di profumi e unguenti in vetro e alabastro o il gioco della Senet, tra i giochi da tavolo più antichi, ma c’è l’idea di accompagnare il visitatore alla scoperta della vita quotidiana di Kha e Merit, due persone realmente esistite all’epoca del Nuovo Regno, verso la fine del XV secolo a.C., di intrecciare archeologia e tecnologia per dar vita al racconto umano.
Per
la prima volta, oltre
100 tessuti del corredo funerario restaurati,
escono dai depositi peressere esposti in un nuovo magazzino a vista,
aggiunto alle vetrine che oggi custodiscono i reperti che compongono
il corredo della coppia, che è l’unico corredo intatto al di fuori
dell’Egitto, risalente al Nuovo Regno.
Anche la porta della Tomba verrà presentata in una nuova configurazione, frutto di un meticoloso restauro basato su approfonditi studi del reperto, sostenuto da Rotary Distretto 2031 - Nord Piemonte e Valle d'Aosta, sotto la curatela di Cédric Gobeil, egittologo e curatore dell’Egizio.
Ma la vera rivoluzione è tecnologica. Il Museo Egizio si conferma all'avanguardia mondiale nella conservazione dei papiri: il Libro dei Morti di Kha sarà esposto in una teca anossica inclinata a massimo 45 gradi e lunga circa 14 metri, la prima al mondo di queste dimensioni progettata specificamente per papiri.
“Le analisi condotte su diversi reperti e sul Libro dei Morti ci hanno fatto scoprire dettagli preziosi. Si tratta di risultati, che pubblicheremo nel 2028, e che dimostrano come diagnostica, filologia e archeometria possano dialogare per offrire nuove chiavi di lettura e nuovi percorsi di visita. Il corredo di Kha e Merit, unico nel suo genere al di fuori dell'Egitto, per quanto riguarda il periodo del Nuovo Regno, meritava un allestimento che ne valorizzasse non solo la ricchezza materiale, ma anche la complessità. Il Libro dei Morti di Kha, conservato in una nuova teca ad alta tecnologia è accompagnato da infografiche che traducono i geroglifici e decifrano per il visitatore il racconto contenuto nel papiro”, hanno dichiarato Enrico Ferraris e Susanne Töpfer, curatori del Museo Egizio e del riallestimento della sala.
Il
Libro dei Morti sarà accompagnato infatti da un'infografica
innovativa che si estende pertutta la sua lunghezza di 14 metri.
Seguendo l'esempio delle installazioni già realizzate per altri
papiri della collezione, come il Libro dei Morti di Iuefankh con la
sua infografica di 19 metri che spiega 40 capitoli attraverso
immagini, anche il papiro di Kha sarà corredato da tre livelli di
approfondimento che integrano prospettive archeologiche, filologiche
e storico-religiose. L'infografica illustrerà le 33 formule magiche
del manoscritto, svelando la complessità culturale e tecnica celata
in questo documento funerario: dalla preparazione originaria del
papiro per un altro proprietario, alle tecniche scribali utilizzate,
fino al significato delle vignette colorate che accompagnano le
formule per la protezione e la resurrezione del defunto nell'aldilà.
La sala di Kha e Merit ha l’ambizione di raccontare in un unico spazio diagnostica, ricerca egittologica e restauro: tre ambiti che negli ultimi anni si sono avvicinati sempre più e che oggi suscitano un interesse crescente non solo tra gli specialisti, ma anche tra i visitatori.
Nel quadro del TT8 Project rientrano anche le indagini archeometriche condotte tra febbraio e marzo 2024 dal MOLAB (E-RIHS) sul Libro dei Morti di Kha, i cui risultati preliminari trovano posto nell’imponente apparato grafico che accompagna la nuova lunga teca del papiro.
Queste
analisi consentono al pubblico di avere un primo sguardo sul lavoro
scientifico in corso
e di scorgere con maggiore chiarezza le fasi
tecniche che hanno dato forma al manoscritto: dai gesti dello scriba
che ha tracciato il testo, a quelli del pittore che ha applicato i
pigmenti, fino al lavoro dell’artigiano che ha confezionato i fogli
di papiro.
La sala rinnovata diventa dunque un modello per i futuri riallestimenti del Museo Egizio, in cui il pubblico sarà sempre più accompagnato alla scoperta non solo dei reperti, ma della conoscenza che li circonda.
L’intervento è sostenuto dalla Fondazione CRT, da grandi donatori privati, da Gli Scarabei – Associazione dei Soci Sostenitori del Museo Egizio e da oltre 500 donatori e donatrici che hanno partecipato alla campagna di raccolta fondi “Oggetti quotidiani, storie straordinarie”.




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