Le sale della Pinacoteca Albertina (via
Accademia Albertina 8) ospitano fino al 5 maggio una mostra dedicata
al pittore, archeologo e poeta Luigi Roccati, soprannominato Vigin,
curata da Olga Gambari e promossa dall'Associazione Cesare e Vigin
Roccati, con il patrocinio della Città di Torino.
Il percorso della mostra si ispira
all'idea della wunderkammer, che ben si adatta alla personalità di
Luigi Roccati, la cui vita muove dalle colline chieresi, partendo
dal ristorante davanti alla Stazione di Chieri, per esplorare le
terre dell’antica Etruria, fino alle marine di Venezia, con una
cultura autodidatta curiosa di arte e archeologia, botanica e
letteratura, che lo porteranno a debuttare ufficialmente alla celebre
galleria La Bussola nel ’51 e poi fino alla Quadriennale romana e a
una serie di mostre anche in Europa, nonostante la morte prematura.
Il percorso della mostra, parte del
progetto “I Poeti non muoiono mai”, dedicato alla memoria di
Luigi Roccati e di suo figlio Cesare Roccati (1942 – 2008),
giornalista alla Gazzetta del Popolo e poi Caporedattore delle pagine
economiche a La Stampa, Presidente dell’Associazione Stampa
Subalpina e successivamente Presidente dell’Ordine dei Giornalisti
del Piemonte e Valle d’Aosta, si sviluppa a partire dai dipinti
estremamente minimalisti ispirati agli Etruschi, che indussero il
pittore ad inventarsi anche archeologo, per poi proseguire con quelli
del ciclo dei cavalli e dei cavalieri, dalla monumentalità sacrale e
la simbolicità arcaica. Il visitatore può ammirare anche una
raccolta inedita di disegni e pitture su carta, rappresentanti figure
femminili, cavalieri, paesaggi e un bozzetto pubblicitario.
Mentre un'apposita installazione è
dedicata alla natura morta con soggetto il “vaso di fiori”, non
mancano alcuni elementi biografici tra cui fotografie, cartoline da
lui stesso disegnate per inviare auguri agli amici, documenti e opere
di artisti della scena torinese con cui condivise amicizie ed
esperienze, come Mario Sironi, Marino Marini, Luigi Spazzapan,
Francesco Tabusso e Raffaele Pontecorvo.
A completare la mostra sono stati
inseriti anche alcuni reperti etruschi, quali urne unerarie in
alabastro e in terracotta – provenienti dalle collezioni de Museo di Antichità di Torino.
Luigi Roccati (1906 - 1967).
Pittore, Poeta e Scrittore. Autodidatta si è iniziato alla
pittura con Felice Casorati, Lidio Aymone e Padre Angelico Pistarino.
Dopo la prima esposizione Chierese del 1945 ha tenuto mostre
personali a Torino, Venezia, Cuneo, Biella, Portofino, Milano e
Zurigo. Ha partecipato a mostre collettive nazionali ed
internazionali ottenendo riconoscimenti e premi come alla
quadriennale di Roma del ’56 e del ’60. Sue opere sono ospitate
presso collezioni italiane e straniere, da Benedetto Fiore alla
Fondazione Abegg di New York. Animato da una curiosità intensa,
dall’archeologia alla botanica, Roccati fu anche l’Oste Pittore
di quel Caffè della Stazione, crocevia di personalità e storie
raccontato da Giorgio Bocca ne “Il Provinciale”, dove divenne
amico di giornalisti, intellettuali, imprenditori e artisti. La sua
carriera fu un crescendo brillante interrotto da una morte prematura
e della sua opera si occuparono molti critici. Scrive così Piero
Novelli in occasione di una sua retrospettiva alla Promotrice delle
Belle Arti: “Occorre una biografia per evocare un poeta? I poeti
non muoiono mai. Per questo non hanno bisogno di ciò che altri
uomini necessitano.” “Non ho pensato a te Pavese - nel tracciar
sulla tela i segni di quegli alberi neri che si levan dai lati -
allungando sul fosso i segni dei rami contorti - fra case corrose dal
tempo e dal silenzio - la piazza è vuota, come la piazza del tuo
paese - e pare immensa al bagliore accecante del sole - che scotta le
pietre, i muri, le case - nere figure passan ridenti, cercando
nell’ombra un po’ di frescura - all’ombra dei vecchi castani -
un gruppo di vecchi riposa le ossa, nell’ora della siesta, sulle
panchine di pietra - e attendono che venga la sera, per fare ritorno
all’Ospizio - che attende, paziente, in fondo alla piazza del
vecchio paese.” “Piazza di Paese” - Poesia e dipinto di Luigi
Roccati

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