martedì 5 dicembre 2017

Alla Galleria Sabauda arrivano le magnifiche acqueforti dell'incisore veneto Piranesi, protagonista della cultura figurativa del Settecento europeo


Da mercoledi 6 dicembre, presso le Sale Palatine della Galleria Sabauda ai Musei Reali Torino, si apre la mostra “Piranesi. La Fabbrica dell'utopia”. A cura di Luigi Ficacci e Simonetta Tozzi, è organizzata dall'Associazione MetaMorfosi in collaborazione con Roma Capitale, Assessorato alla Crescita Culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e con la Fondazione Giorgio Cini di Venezia 

Si tratta di 93 opere che ripercorrono l'attività di Giovanni Battista Piranesi (Mogliano Veneto, 4 ottobre 1720 – Roma, 9 novembre 1778) quale incisore di altissimo livello, operante a Roma nel XVIII secolo. L'artista ebbe come maestro Giuseppe Vasi e si dedico a pieno alla sperimentazione con la tecnica acquafortistica, realizzando tavole di indiscussa bellezza. La sua vastissima produzione acquafortistica, caratterizzata da visioni prospettiche scenograficamente esasperate e da violenti effetti luministici, ne fecero uno degli artisti di maggior successo in un mercato artistico in veloce espansione qual era quello romano nel periodo culminante del Grand Tour internazionale.

Tra le opere in mostra si può evidenziare la presenza dei “Grotteschi”, le celebri “Vedute di Roma”fra le quali la splendida “Veduta della Basilica e della piazza di S. Pietro”, le “Carceri di invenzione”, ma anche la serie dedicata alle soluzioni decorative ed arredi d'interno in cui divenne maestro di stile. Del 1774 il “Trofeo o sia Magnifia Colonna Coclide di Marmo”, serie di tavole, una delle quali è presente in esposizione, ispirate agli episodi di guerra della colonna traiana.

Il percorso di mostra prevede anche l'accesso ad una stanza “immersiva”, ispirata da le “Carceri di Invenzione”, realizzata dall'istituto TECIP, Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, allo scopo di ampliare l'esperienza visivo-sensoriale del visitatore.
Saranno inoltre presenti ricostruzioni di oggetti inventati dal Piranesi, realizzati dall'Atelier Factum Arte di Madrid per la mostra del 2010, organizzata dalla Fondazione Giorgio Cini.

Galleria Sabauda
6 dicembre-11 marzo
martedì-domenica 8.30-19.30


Ai MagazziniOz un'asta di beneficenza con le opere surreali e fantastiche della pittrice torinese Raffaella Brusaglino


Mercoledì 6 dicembre alle ore 18,30 presso i MagazziniOz (Via Giolitti 19/A, Torino), luogo di incontro, formazione e studio ideato da CasaOz per promuovere la sua attività di aiuto nei confronti dei bambini affetti da malattia e delle loro famiglie, si terrà un asta delle opere d'arte. in tutto 14 tele e 27 stampe, realizzate dalla pittrice torinese Raffaella Brusaglino ed esposte in sede dal 30 novembre: il ricavato delle vendite eccedente la base d'asta sarà devoluto a CasaOz.

“CasaOz è da sempre un intreccio di storie. Da dieci anni è un luogo che unisce vite, esperienze, momenti più o meno difficili e cerca di ricucire ciò che la malattia disgrega. Anche attraverso l’arte, con i numerosi laboratori di arteterapia, teatro, musica che ogni settimana si svolgono con gli ospiti della Casa – ha dichiarato Enrica Baricco, Presidente di CasaOz – Per questo abbiamo accolto con gioia la proposta di Raffaella di un’asta benefica, anche l’arte racconta storie, a volte complesse, e sovente trova il modo di raccontarle con delicatezza e impatto. Siamo sempre pronti ad accogliere chi parla linguaggi simili al nostro, insieme possiamo percorrere un tratto di strada, costruendo nuove modalità di interazione e nuovi percorsi di comunicazione e di cura”.

Raffaella Brusaglino
nasce a Torino, capitale del Barocco e del Liberty, cuore della corrente di arte contemporanea dell'Arte Povera. Influenzata da un ambiente così ricco di storia cultura e bellezza e mossa dalla passione per la pittura, intraprende un percorso artistico non convenzionale che spazia tra la realizzazione di affreschi, di scenografie teatrali, il restauro e l'illustrazione. I suoi quadri contengono questa molteplicità di esperienze, con cui costruisce il suo linguaggio personale: una sorta di figurativo fantastico che si muove tra il surrealismo astratto e l'arte antica rinascimentale.

La stratificazione di materiali sulla tela ricorda gli strati di pigmento depositati sui muri antichi. Il lavoro della Brusaglino nasce proprio da questa stratificazione: lei segue ed asseconda le linee e le curve che si sovrappongono e si incrociano creando spazi e profondità. Nelle sue tele si trovano delle campiture spesse, realizzate con polvere di marmo gesso e colla, luminosi ed evanescenti fondali fatti di carta e lamine di metallo. Da queste superfici emergono delle figure, messe in risalto da una pittura più dettagliata ad olio ed acrilico.

Sono figure archetipiche colte in un gesto o con uno sguardo fortemente comunicativi, quella stessa

La ieraticità e compostezza dei soggetti nasconde l'inquietudine dell'esistenza umana. Domande silenziose, ma intense e penetranti, che le figure rivolgono attraverso lo sguardo a qualcuno o qualcosa che sta al di là di loro. Sagome che ricordano esseri marini, saggi ed antichi animali atavici con cui a volte le figure si compenetrano e si fondono.

Spesso questi personaggi impugnano qualcosa, uno strumento musicale immaginario, magico, rituale, che consegna loro una connotazione spirituale e li trasfigura in novelli apostoli di qualche messaggio divino.

Sono parte di un racconto metafisico-fiabesco fatto di vaghe allusioni e gesti fortemente simbolici.

Raffaella Brusaglino espone i suoi lavori in Italia (tra le ultime presenze: Palazzo Lomellini a Carmagnola, Galleria Arte per Voi ad Avigliana, galleria Tinber Pragelato, Palazzo Conte Verde a Rivoli, Palazzo Foscolo a Oderzo) In Spagna (Galeria Patrick Domken a Cadaques), in Francia (galleria Le Camaleon, Antibes), in Svizzera (galleria Art Emotion a Losanna).

Ingresso libero alla mostra.

Per informazioni: www.casaoz.org    www.magazzinioz.it

L’Associazione CasaOz Onlus rivolge i propri servizi di accoglienza, sostegno e accompagnamento ai bambini e ai loro nuclei familiari quando si trovano a vivere l’esperienza della malattia, qualunque essa sia. Ha iniziato a operare nel maggio 2007 a Torino ed è una casa vera e propria dove ritrovare la quotidianità perduta. Ambienti, arredamento, relazioni, attività sono pensati per recuperare quotidianità e serenità e uscire dall’isolamento sociale provocato dalla malattia stessa. Da luglio 2011 sono attive anche le ResidenzeOz, 4 mini-appartamenti arredati e completi di accessori per le famiglie che vengono a Torino per far curare i propri figli presso gli ospedali della città. Sempre all’interno della sede è attivo un progetto pilota che promuove iniziative di residenzialità extra-familiare per adolescenti e giovani con disabilità, volto all’educazione alla gestione autonoma di sé in vista di un pieno inserimento sociale. Dall’inizio della sua attività CasaOz ha aiutato quasi 2.000 persone provenienti da oltre 40 paesi diversi grazie a uno staff qualificato e circa 100 volontari che si avvicendano nell’accompagnamento quotidiano delle attività.
valenza comunicativa che ha il gesto teatrale o l'iconografia delle immagini sacre antiche.


Al PAV la mostra "Prima che le piante avessero un nome" di Uriel Orlow, sui meccanismi di oppressione occidentale e le strategie di resistenza indigene


Fino al 18 marzo 2018 il PAV Parco Arte Vivente (via Giordano Bruno 31) presenta la mostra di Uriel Orlow "Prima che le Piante Avessero un Nome", a cura di Marco Scotini.

Il progetto si colloca nella linea di ricerca che il PAV dedica ai meccanismi di oppressione occidentale e alle strategie di resistenza indigene nel contesto coloniale, con tutta una serie di effetti nell'attuale capitalismo delle multinazionali. Un solco tracciato da Vegetation As a Political Agent (2014) a La Macchina Estrattiva (2017), nel quale il lavoro di Uriel Orlow s’inserisce con un'indagine a lungo termine sullo scenario sudafricano.

Nel suo complesso, il corpus delle opere esposte prende forma dalla ricerca svolta da Uriel Orlow tra Europa e Sud Africa; attraverso film, fotografie, installazioni e progetti sonori, l'artista delinea uno scenario che ha al centro l'idea del mondo botanico come palcoscenico di complesse e articolate dinamiche politiche.

Uriel Orlow vive e lavora tra Londra e Lisbona. La ricerca, la processualità e multidisciplinarietà sono elementi centrali nei suoi lavori, che includono video, fotografie, disegni e installazioni sonore. è conosciuto per i suoi film, performance-lecture e le sue installazioni modulari e multi-disciplinari pensati a partire da luoghi specifici e micro-storie che portano a convergere regimi d’immagine e modalità narrative talvolta molto diversi. Il suo lavoro è stato esposto in diversi contesti internazionali. Tra le mostre personali, ricordiamo quelle ospitate da Park Saint Léger, Pougues-les-Eaux; The Showroom, Londra; Castello di Rivoli, Torino; Depo, Instanbul; mentre le più importanti mostre collettive e manifestazioni alle quali ha preso parte includono contesti come la 54 Biennale di Venezia, Sharjah Biennal 13, Manifesta 9, 7th Moscow Biennial, Tate Britain, Whitechapel Gallery, ICA e Gasworks (Londra); Palais de Tokyo, Maison Popolare, Bétonsalon (Parigi), Kunsthaus Zürich, Charles Scott Gallery e molti altri. Orlow è professore associato presso l’Università di Westminster (Londra) e insegna alla University of the Arts, Zurigo.

La mostra, patrocinata dalla Città di Torino, è realizzata con il sostegno della Compagnia di San Paolo, della Fondazione CRT e della Regione Piemonte.

Altre info:  www.parcovivente.it