Grazie
agli studi stratigrafici ed archeologici effettuati con il contributo
di Fondazione CRT dal 2016, oggi il Santuario della Consolata di
Torino ha finalmente svelato alla stampa gli affreschi delle
prime campate della storica Chiesa di Sant’Andrea, costruita
nell’XI secolo, su cui venne eretto nel 1675 l’attuale
tempio Guariniano.
Il
recupero è stato condotto dal
Centro
Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”,
che ha rimosso gli
intonaci e le coloriture moderne nella cosiddetta Cappella
del Convitto, facendo
riemergere alcuni “gioielli” nascosti, risalenti all’epoca
romanica, restaurati anche con l’ausilio del laser.
In
particolare la parete Sud ha restituito una grande figura
dalla veste colorata, nell’atto di protendere una mano verso l’alto
e reggere con l’altra un cartiglio. Le parole scritte rivelano la
possibile identità del personaggio: il patriarca Abramo.
Sulla
parete Nord campeggiano invece due
grandi figure inquadrate da elementi architettonici, che
recano in mano dei cartigli.
Alla
sommità delle pareti, nelle fasce decorate, sono compasi due volti:
uno maschile con grandi occhi, naso affilato e barba, il cui
copricapo ci dice che potrebbe trattarsi di un monaco, probabilmente
San Benedetto, come suggeriscono alcune lettere rinvenute ai
lati (i primi monaci della chiesa di Sant’Andrea erano proprio
benedettini); l’altro volto, femminile, col capo velato, è
caratterizzato da uno sguardo intenso.
Le
indagini si sono estese anche al catino absidale, di probabile
costruzione seicentesca, che ha restituito una decorazione floreale,
a ghirlande e motivi vegetali, nascosta dalle più recenti
ridipinture.
Lo
svelamento di questi affreschi si può definire un unicum nel
panorama torinese ed un importante traguardo di un percorso avviato
nel 2009 dal Santuario, in collaborazione con le Soprintendenze del
Piemonte.
“Fondazione
CRT, da sempre il principale sostenitore privato del Santuario della
Consolata cui ha storicamente destinato 4 milioni di euro, continua a
mettere a disposizione risorse economiche, competenze e idee
progettuali per la valorizzazione e la salvaguardia di questo
meraviglioso ‘gioiello’, confermando il proprio impegno per il
patrimonio artistico ecclesiastico"
– ha affermato il Presidente della Fondazione CRT Giovanni
Quaglia
– "L’importante
scoperta del ‘cuore’ romanico del Santuario, ultimo tassello di
un lungo percorso di restituzione alla città, ha potuto contare sul
lavoro corale delle forze e maestranze del territorio”.
I
fattori che maggiormente hanno reso possibile questa restituzione
sono stati il protocollo d'intesa firmato nel 2018
dalla Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per
la città metropolitana di Torino dal Santuario della
Consolata, dalla Curia Arcivescovile, dall'Università
di Torino, dal Politecnico di Torino, dal Centro
Conservazione Restauro “La Venaria Reale” e dalla Fondazione
CRT; il raddoppio delle donazioni da parte della
Fondazione CRT; l'innovativa campagna di fundraising, che ha
messo a disposizione del Santuario della Consolata una giovane
risorsa formata nell’ambito del progetto Talenti per il
Fundraising.

“Con
il Santuario della Consolata, la Fondazione CRT ha inaugurato un
modello di filantropia innovativa applicata per la prima volta a un
bene ecclesiastico" – ha dichiarato il Segretario Generale
della Fondazione CRT Massimo Lapucci – "In aggiunta
al tradizionale sostegno erogativo, infatti, abbiamo avviato una
campagna di fundraising ad hoc e, con il meccanismo del matching
grant, abbiamo raddoppiato oltre 270 donazioni, dalla città e non
solo. Nell’ultimo anno, per il recupero degli affreschi romanici,
le risorse hanno toccato complessivamente quota 135.000 euro”.
Il
Soprintendente Archeologia, belle arti e paesaggio per la città
metropolitana di Torino, Arch. Luisa
Papotti, ha spiegato:
“La
rilevanza e la forza del disegno barocco di Torino, che comprende
come punto di forza e elemento direttore l’edificio guariniano
della Consolata, spesso mette in ombra le fasi più antiche della
città, e ci fa dimenticare che Torino è rimasta importante e viva,
attenta alla sua forma ed alla bellezza del suo edificato dalla
fondazione in età augustea fino ai nostri giorni. Grazie all’unione
di competenze di eccellenza ed al sostegno innovativo della
Fondazione CRT, proprio il Santuario della Consolata ci restituisce
oggi una pagina quasi sconosciuta della storia urbana. Davanti a
nostri occhi ricompare infatti l’architettura imponente della
antica basilica conventuale di Sant’Andrea, che i monaci fuggiti da
Novalesa ricostruirono intorno all’anno 1000 nell’angolo
nord-occidentale della città medievale. Ne ritroviamo la muratura
laterizia esterna scandita da lesene, fregi di archetti pensili e
monofore, ma anche le decorazioni interne, animate da fregi policromi
e da ieratiche figure di profeti e santi, ciascuna illustrata da un
cartiglio. I risultati presentati oggi confermano la sopravvivenza di
un’importante testimonianza del medioevo torinese, che richiede
ancora - per essere a pieno conosciuta e restituita alla fruizione -
un lungo lavoro di indagine, restauro e studio cui la Soprintendenza
intende porre attenzione e impegno”.
“L’intervento
condotto dal Centro di Restauro di Venaria dal 7 maggio 2018 ad oggi
nella Cappella del Convitto ha permesso la riscoperta e il restauro
delle pitture murali romaniche, costituendo un primo fondamentale
tassello nel recupero complessivo dell’eccezionale apparato
decorativo dell’antica Sant’Andrea. Ringrazio per la fiducia
accordata al Centro di Restauro, che è riuscito ad ottenere
importanti riscontri grazie alla professionalità delle sue équipe
interdisciplinari di lavoro e al sostegno della Fondazione CRT”, ha
commentato il Presidente della Fondazione Centro Conservazione e
Restauro “La Venaria Reale” Stefano Trucco.
Gli
affreschi romanici potranno essere visitati in anteprima dai donatori
che, con la loro generosità, hanno contribuito al buon esito di
questa operazione.
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