A
Torino è appena nato il nuovo Circolo
del Design,
che dopo tre anni di incubazione
ha
trovato sede in Palazzo Costa Carrù
della Trinità di via San Francesco da Paola 17. E stato
presentato questa mattina alla stampa dal nuovo direttore Sara
Fortunati, alla presenza di Chiara Appendino, Sindaca della
Città di Torino, Francesco Profumo, presidente di
Compagnia di San Paolo, e Vincenzo Ilotte, presidente della
Camera di Commercio.
"Quando
parliamo di design dobbiamo intendere un comparto estremamente
articolato e trasversale" ha spiegato Ilotte - "che
dall’industria manifatturiera è oggi arrivato a propagarsi in
tutti gli ambiti produttivi, dai servizi ai processi: in Piemonte
abbiamo recentemente censito oltre 2.600 aziende design-related,
realtà estremamente dinamiche che, nell’aggiungere valore ai
singoli prodotti, muovono l’economia locale con un giro di affari
complessivo che supera i 14,5 miliardi di euro senza rallentamenti
anche durante i periodi di crisi.”.
Le
finalità del Circolo saranno quelle di
indagare
le urgenze legate al tempo presente, rappresentare un punto di snodo
per i molteplici attori del settore e operare a favore del
territorio. Il passaggio dalla precedente sede della Camera di
commercio di Torino nella Terrazza Giolitti di Carlo Mollino a quella
più ampia di Palazzo Costa Carrù della Trinità
è
solo il primo passo. Decisamente importante sarà l’ideazione di
nuovi prodotti e servizi e l’individuazione di mercati alternativi, creando nuove sintesi tra il locale e il globale e portando avanti
un’offerta
culturale ricca, diversificata e continuativa. A cominciare dalla
mostra Atlante
Immateriale,
inaugurata anch'essa stamattina e nata dalla volontà di raccontare
il patrimonio culturale, materiale e immateriale, della tradizione
artigiana piemontese. Curata da Matteo Milaneschi
e
Achille Filipponi, Atlante
Immateriale
racconta
il sapere artigiano mettendolo a confronto con la cultura
contemporanea del design, esponendo tra le altre un’opera inedita
realizzata in occasione della mostra dalla designer
Sara
Ricciardi
con l’artigiano
Simone
Desirò.
Si tratta di un progetto realizzato con il sostegno della Regione
Piemonte, sviluppato con il coinvolgimento attivo degli
studenti di Politecnico di Torino,
Istituto
Europeo di Design e
Accademia
Albertina di Belle Arti di Torino.
“Fin
dal 2015, la Compagnia è main partner del Circolo del Design"
–
ha
dichiarato Francesco
Profumo,
Presidente della Compagnia di San Paolo - "condividendone
l’obiettivo di creare un luogo che sia di riferimento per l’intero
comparto, in grado di favorire le connessioni e le sinergie tra i
diversi attori della filiera e accreditandosi quale spazio di
conoscenza, approfondimento e divulgazione sui temi e sulla cultura
del design. Il 2019 rappresenta un anno di svolta per il Circolo, con
il rinnovamento del team di lavoro e della sua sede: un’importante
evoluzione finalizzata ad accrescere le reti tra professionisti e
imprese, tra studenti e mondo del lavoro, a fornire nuove opportunità
di incontro e formazione, a diventare uno spazio aperto, inclusivo e
partecipato anche al di fuori dei circuiti specialistici, fruibile
nel quotidiano, aperto ad un pubblico ampio e generalista, punto di
riferimento culturale per l’intera comunità”.
Il
nuovo Circolo del Design intende proporsi come uno spazio aperto e
partecipato, capace di generare confronti e costruire reti; produrre
cultura, non solo promuoverla. Ecco allora la necessità di
programmare una ricca serie di incontri, dibattiti e presentazioni,
in aggiunta al "Mercoledì del Design", un ciclo di talk
che ogni mercoledì ospiterà i professionisti del mondo del design,
per entrare in contatto e conoscere le tante storie, personali e
collettive, che abitano lo scenario italiano e internazionale. E poi
ci saranno i workshop dedicati a diverse tipologie di pubblico,
partendo dai giovani per arrivare ai professionisti, attraverso
un'offerta del tutto trasversale.
Tra
i punti forti anche la presenza della Biblioteca del Design, partita
da una chiamata rivolta a potenziali Donors
ed
oggi in continuo incremento, con volumi che spaziano dalla tradizione
ai temi del contemporaneo.
Non
manca infine, in stile tipicamente museale, un'apposita area dedicata
alle offerte commerciali: si chiama NOS, Not (an) Ordinary Store, ed
è una vera e propria vetrina attraverso la quale gli operatori del
mondo del design provenienti dal territorio possono avere a
disposizione uno spazio per raccontarsi e raccontare i propri
prodotti.


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