mercoledì 6 febbraio 2019

A Palazzo Madama si parla di moda nel Seicento, tra Madame Reali, pizzi, parrucche e perle sparse

Giovedì 7 febbraio alle ore 17,30 il Gran Salone dei Ricevimenti di Palazzo Madama ospiterà la conferenza "Il secolo “alla moda”: pizzi, parrucche e perle sparse" a cura di Maria Giuseppina Muzzarelli, nell'ambito della mostra "Madame Reali: cultura e potere da Parigi a Torino".

Come ha scritto Lampugnani nel 1648, con il Seicento siamo nel secolo “alla Moda”, dei modanti o modeggianti, delle ingombranti gorgiere che isolano il capo dal resto del corpo e dei pizzi elaborati e finissimi. Pizzi che fanno sognare e danno lavoro a impeccabili artigiani. Siamo nell’età degli eccessi, ma anche della piena consapevolezza del fenomeno della moda. Nel secolo delle prime parrucche e di perle sparse: in testa, al collo, sugli abiti, sugli accessori. Siamo nel secolo che ha inventato la parola moda e nel quale hanno vissuto le Madame Reali Cristina di Francia e Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours che ci parlano, tramite i ritratti, di loro stesse, dei loro tempi e della moda che è più di “un’usanza che corre”: è un potere, una malattia contagiosa, un gioco ma soprattutto una lingua per comunicare.

Maria Giuseppina Muzzarelli insegna Storia Medievale, Storia delle città e Storia del costume e della moda all’Università di Bologna. Si occupa di storia della società, della cultura e della mentalità. Ha studiato in particolare la predicazione, il credito solidaristico (i Monti di Pietà) e il disciplinamento suntuario. Sui temi della moda ha pubblicato, tra l’altro, alcune monografie: “Gli inganni delle apparenze. Disciplina di vesti ed ornamenti alla fine del medioevo”, Torino, Scriptorium-Paravia, 1996, “Guardaroba medievale. Vesti e società dal XIII al XVI secolo”, Bologna, Il Mulino, 1999, “Breve storia della moda in Italia”, Bologna, Il Mulino, 2011; “A capo coperto. Storie di donne e di veli”, Bologna, Il Mulino, 2016.

Costo della conferenza: € 5; ridotto € 3 (insegnati, studenti, Abbonati Musei)
(pagamento il giorno della conferenza presso la biglietteria).
Ingresso fino a esaurimento posti con prenotazione obbligatoria: tel. 0114429629; madamadidattica@fondazionetorinomusei.it




Svelati col contributo di Fondazione CRT gli affreschi della Chiesa di Sant'Andrea, antico cuore romanico del Santuario della Consolata di Torino

Grazie agli studi stratigrafici ed archeologici effettuati con il contributo di Fondazione CRT dal 2016, oggi il Santuario della Consolata di Torino ha finalmente svelato alla stampa gli affreschi delle prime campate della storica Chiesa di Sant’Andrea, costruita nell’XI secolo, su cui venne eretto nel 1675 l’attuale tempio Guariniano.

Il recupero è stato condotto dal Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”, che ha rimosso gli intonaci e le coloriture moderne nella cosiddetta Cappella del Convitto, facendo riemergere alcuni “gioielli” nascosti, risalenti all’epoca romanica, restaurati anche con l’ausilio del laser.

In particolare la parete Sud ha restituito una grande figura dalla veste colorata, nell’atto di protendere una mano verso l’alto e reggere con l’altra un cartiglio. Le parole scritte rivelano la possibile identità del personaggio: il patriarca Abramo.


Sulla parete Nord campeggiano invece due grandi figure inquadrate da elementi architettonici, che recano in mano dei cartigli.

Alla sommità delle pareti, nelle fasce decorate, sono compasi due volti: uno maschile con grandi occhi, naso affilato e barba, il cui copricapo ci dice che potrebbe trattarsi di un monaco, probabilmente San Benedetto, come suggeriscono alcune lettere rinvenute ai lati (i primi monaci della chiesa di Sant’Andrea erano proprio benedettini); l’altro volto, femminile, col capo velato, è caratterizzato da uno sguardo intenso.

Le indagini si sono estese anche al catino absidale, di probabile costruzione seicentesca, che ha restituito una decorazione floreale, a ghirlande e motivi vegetali, nascosta dalle più recenti ridipinture.

Lo svelamento di questi affreschi si può definire un unicum nel panorama torinese ed un importante traguardo di un percorso avviato nel 2009 dal Santuario, in collaborazione con le Soprintendenze del Piemonte.

Fondazione CRT, da sempre il principale sostenitore privato del Santuario della Consolata cui ha storicamente destinato 4 milioni di euro, continua a mettere a disposizione risorse economiche, competenze e idee progettuali per la valorizzazione e la salvaguardia di questo meraviglioso ‘gioiello’, confermando il proprio impegno per il patrimonio artistico ecclesiastico" – ha affermato il Presidente della Fondazione CRT Giovanni Quaglia – "L’importante scoperta del ‘cuore’ romanico del Santuario, ultimo tassello di un lungo percorso di restituzione alla città, ha potuto contare sul lavoro corale delle forze e maestranze del territorio”.

I fattori che maggiormente hanno reso possibile questa restituzione sono stati il protocollo d'intesa firmato nel 2018 dalla Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Torino dal Santuario della Consolata, dalla Curia Arcivescovile, dall'Università di Torino, dal Politecnico di Torino, dal Centro Conservazione Restauro “La Venaria Reale” e dalla Fondazione CRT; il raddoppio delle donazioni da parte della Fondazione CRT; l'innovativa campagna di fundraising, che ha messo a disposizione del Santuario della Consolata una giovane risorsa formata nell’ambito del progetto Talenti per il Fundraising.



Con il Santuario della Consolata, la Fondazione CRT ha inaugurato un modello di filantropia innovativa applicata per la prima volta a un bene ecclesiastico" – ha dichiarato il Segretario Generale della Fondazione CRT Massimo Lapucci"In aggiunta al tradizionale sostegno erogativo, infatti, abbiamo avviato una campagna di fundraising ad hoc e, con il meccanismo del matching grant, abbiamo raddoppiato oltre 270 donazioni, dalla città e non solo. Nell’ultimo anno, per il recupero degli affreschi romanici, le risorse hanno toccato complessivamente quota 135.000 euro”.

Il Soprintendente Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Torino, Arch. Luisa Papotti, ha spiegato: La rilevanza e la forza del disegno barocco di Torino, che comprende come punto di forza e elemento direttore l’edificio guariniano della Consolata, spesso mette in ombra le fasi più antiche della città, e ci fa dimenticare che Torino è rimasta importante e viva, attenta alla sua forma ed alla bellezza del suo edificato dalla fondazione in età augustea fino ai nostri giorni. Grazie all’unione di competenze di eccellenza ed al sostegno innovativo della Fondazione CRT, proprio il Santuario della Consolata ci restituisce oggi una pagina quasi sconosciuta della storia urbana. Davanti a nostri occhi ricompare infatti l’architettura imponente della antica basilica conventuale di Sant’Andrea, che i monaci fuggiti da Novalesa ricostruirono intorno all’anno 1000 nell’angolo nord-occidentale della città medievale. Ne ritroviamo la muratura laterizia esterna scandita da lesene, fregi di archetti pensili e monofore, ma anche le decorazioni interne, animate da fregi policromi e da ieratiche figure di profeti e santi, ciascuna illustrata da un cartiglio. I risultati presentati oggi confermano la sopravvivenza di un’importante testimonianza del medioevo torinese, che richiede ancora - per essere a pieno conosciuta e restituita alla fruizione - un lungo lavoro di indagine, restauro e studio cui la Soprintendenza intende porre attenzione e impegno”.


L’intervento condotto dal Centro di Restauro di Venaria dal 7 maggio 2018 ad oggi nella Cappella del Convitto ha permesso la riscoperta e il restauro delle pitture murali romaniche, costituendo un primo fondamentale tassello nel recupero complessivo dell’eccezionale apparato decorativo dell’antica Sant’Andrea. Ringrazio per la fiducia accordata al Centro di Restauro, che è riuscito ad ottenere importanti riscontri grazie alla professionalità delle sue équipe interdisciplinari di lavoro e al sostegno della Fondazione CRT”, ha commentato il Presidente della Fondazione Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale” Stefano Trucco.

Gli affreschi romanici potranno essere visitati in anteprima dai donatori che, con la loro generosità, hanno contribuito al buon esito di questa operazione.


Le sei voci dei Faber Teater approdano con lo spettacolo STABAT MATER nelle chiese di via Garibaldi e al Duomo grazie a Compagnia di San Paolo


Lo spettacolo Stabat Mater, Creazione per sei voci e un Duomo, prodotto e ideato dalla compagnia teatrale Faber Teater, è un successo da quando nel 2007 venne per la prima volta eseguito nel Duomo di Chivasso, città in cui ha sede la compagnia teatrale. Dal 2016 lo spettacolo,  è diventato un progetto itinerante che mette in suono spazi sacri con caratteristiche storico-architettoniche, acustiche ed emotive molto diverse tra loro. 

A partire dal 6 febbraio e fino ad aprile Stabat Mater verrà eseguito nelle chiese di via Garibaldi e nel Duomo di Torino grazie all'intervento della Compagnia di San Paolo, che da tempo sostiene il patrimonio religioso recuperando alcune tra le eccellenze architettoniche del centro storico di Torino e realizzando iniziative culturali volte a valorizzare tale patrimonio, in collaborazione con le principali istituzioni museali cittadine e l’Arcidiocesi.

Lo spettacolo Stabat Mater è stato concepito e scritto da Antonella Talamonti per i sei attori e cantanti del Faber Teater usando lingue e dialetti diversi e ispirandosi, nella scrittura, sia alle pratiche compositive contemporanee che al repertorio paraliturgico di tradizione orale. Durante l’esecuzione i cantanti-attori portano il canto in movimento e si posizionano negli spazi più significativi di cui le chiese dispongono. Gli spettatori restano seduti nei banchi e vengono condotti dal canto a scoprire nuove relazioni con lo spazio e la sua acustica. Il suono si muove intorno a loro: dall’abside al pulpito, dalle cappelle laterali al balcone dell’organo, dai matronei alla navata centrale; le posizioni cambiano in relazione alla risposta acustica dello spazio. Le chiese rivelano così le loro risonanze segrete, le loro “molte voci”. Stabat Mater. Creazione per sei voci e un Duomo si compone di due parti: la residenza nello spazio per la preparazione del lavoro e il momento performativo. In corso d'opera, nato in occasione della collaborazione con il progetto Edifici Sacri e l'intento di valorizzare le diverse caratteristiche delle chiese del centro, è il momento della preparazione in cui il pubblico può prendere parte alla prima fase del lavoro: lo studio, l'ascolto e la messa in voce dello spazio.

Faber Teater è una compagnia teatrale indipendente nata nel 1997. Da oltre vent’anni mette al centro il lavoro d’attore, il teatro di gruppo, la creazione collettiva, la ricerca sull'attore musicale, coltivando la relazione attore-spettatore. Ha prodotto spettacoli accolti in Italia e all’estero, nelle grandi capitali e nei villaggi più remoti. Dal 2004 approfondisce la ricerca vocale, musicale e pedagogica con Antonella Talamonti, compositrice, formatrice, insegnante, vocalista e ricercatrice, per vent’anni collaboratrice della Scuola Popolare di Musica di Testaccio di Roma.

Programma degli spettacoli a ingresso libero fino ad esaurimento posti

Chiesa della Misericordia
Via G. Barbaroux, 41
Giovedì 7 febbraio ore 21
Mercoledì 6 febbraio ore 16 – In corso d’opera

Chiesa di Santa Chiara
Via delle Orfane, 15
Venerdì 22 febbraio ore 21
Giovedì 21 febbraio ore 16 – In corso d’opera

Cappella dei Mercanti
Via G. Garibaldi, 25
Giovedì 7 marzo ore 21
Mercoledì 6 marzo ore 16 – In corso d’opera

Chiesa SS. Trinità
Via G. Garibaldi, 6
Sabato 16 marzo ore 18
Venerdì 15 marzo ore 16 – In corso d’opera

Chiesa dei Santi Martiri
Via G. Garibaldi, 25
Martedì 9 aprile ore 18

Duomo di Torino e Cappella della Sindone
Piazza San Giovanni
Lunedì 15 aprile ore 21

Per sapere di più su Edifici Sacri è possibile consultare il sito www.edificisacri.compagniadisanpaolo.it e www.compagniadisanpaolo.it