La gloriosa Accademia di Belle Arti di
Mosca, nel 1986, durante il periodo riformatore della perestrojka, grazie all’artista
sovietico Il’ja Glazunov, è tornata a rivivere come punto di riferimento
culturare. Fondamentalmente legata alla tradizione
pittorica dei grandi modelli della pittura e della scultura classica o alle rievocazioni
storiche e religiose del folclore e del sentimento popolare russo, l’Accademia
a meta negli anni ’20 era stata fusa con altre istituzioni più tecniche per
volere dello stesso Lenin, in nome di un certo disprezzo per la pittura antica
a favore del cosiddetto “realismo socialista” che voleva avvicinare l’arte alle
classi proletarie in chiave di propaganda politica. Oggi questa
particolarissima Accademia è retta dal figlio Ivan Glazunov e promuove il
ritorno a quei temi cari alla cultura del popolo russo, alla sua letteratura.
La mostra ha come obiettivo quello di
raccontare con uno sguardo quasi cinematografico una terra e una cultura che hanno
influenzato l’immaginario artistico europeo ancora prima del decisivo momento
storico dato dalla rivoluzione d’Ottobre.
I ventidue dipinti, selezionati insieme
alla presidente dell’Accademia Paola Gribaudo, sono per lo più di grandi
dimensioni e sono stati realizzati tutti da studenti come tesi di diploma o
durante i diversi anni di corso di studio all’Accademia Glazunov, in un arco
temporale che va dal 1999 al 2019. In questi lavori scelti è predominante il
carattere storico, religioso il folclore popolare della grande nazione russa.
Fra le opere quella che ritrae la morte misteriosa del piccolo zarevic Dimitri,
all’epoca di Boris Godunov, suicidatosi o forse ucciso per una congiura; una
scena di corte ai tempi di Ivan il terribile, ma anche processioni nuziali di grande
fascinazione visiva o l’azione taumaturgica del futuro San Basilio nelle strade
di Mosca. Non possono mancare immagini della capitale al tempo dei boiari o
fiere presso altre città russe.
Di particolare pregio il lavoro sui paesaggi, come le vedute di alcune chiese di Mosca e di un antico monastero greco-ortodosso, quello dell’assunzione di San Cirillo, insieme a un paesaggio colto nella transizione dalla stagione invernale a quella primaverile; ed ancora scorci moscoviti del Cremlino o del monastero di Novodevičij. A questa selezione si aggiungono alcuni acquarelli e matite su carta, piccole opere d’arte ispirate alle byliny, componimenti della tradizione epica orale russa. Concludono questo percorso una natura morta e un ritratto di una giovane fanciulla nei pressi di un pozzo.
Queste opere sono caratterizzate da una
tecnica in cui emerge la sapienza dell’uso del colore e nella precisione dei
dettagli d’insieme. Ma non sono solo una forma di virtuosismo: richiamano la
felice stagione del realismo e verismo ottocentesco, ma sono anche una sfida
modernissima riproponendo l’incanto di un tempo perduto, ricreando atmosfere lontane, riportando
indietro la nostra concezione del tempo e dell’arte.
intero € 7,00; ridotto € 5,00 bambini e ragazzi dai
6 ai 18 anni, studenti universitari fino ai 26 anni,
convenzioni; gratuito under 6 anni, insegnanti,
possessori Abbonamento Musei e Torino + Piemonte Card.
Pinacoteca
Albertina
via Accademia Albertina 8
0110897370 – pinacoteca.albertina@coopculture.it
www.pinacotecalbertina.it
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