La Pinacoteca Agnelli da mercoledì 8 marzo a domenica 23 luglio ospiterà Strike, a cura di Sarah Cosulich e Lucrezia Calabrò Visconti, l’inedita mostra personale dedicata a Lee Lozano (1930–1999), artista pioniera e figura chiave della scena newyorkese degli anni Sessanta e primi anni Settanta.
L’esposizione, ideata e realizzata da Pinacoteca Agnelli, dal 20 settembre 2023 al 12 febbraio 2024, sarà poi presentata alla Bourse de Commerce – Collezione Pinault di Parigi. Le due mostre. Che avranno due diversi allestimenti, sono un'importante occasione per presentare il lavoro di un’artista rivoluzionaria, apprezzata dalla critica, ma poco conosciuta dal grande pubblico, soprattutto in Europa. Entrambi i progetti culmineranno in una pubblicazione unica edita in inglese, italiano e francese, realizzata in collaborazione dalle due istituzioni, che offre un'indagine critica approfondita sull'opera di Lee Lozano.
Il progetto espositivo raccoglie anche una selezione di Language Pieces, lavori che segnano il passaggio dell’artista a una fase esclusivamente concettuale conclusasi nel 1972 con Dropout Piece, corrispondente al suo abbandono definitivo della scena artistica.
Lee Lozano (Lenore Knaster), nata il 5 novembre 1930 a Newark, NJ, si laurea all'Università di Chicago nel 1951, dove incontra e sposa l'architetto Adrian Lozano. Nel 1960 consegue il BFA presso l'Art Institute di Chicago e divorzia. Nel 1960 si trasferisce a New York, dove per i successivi dieci anni è una figura attiva della scena artistica, e stringe amicizia con figure come Carl Andre, Richard Bellamy, Sol LeWitt, Lucy Lippard e Dan Graham. In quel periodo i suoi dipinti figurativi e astratti sono esposti in mostre collettive da numerose gallerie, tra cui la Green Gallery, la Bianchini Gallery, a Cincinnati, la Galerie Ricke a Colonia e la Paula Cooper Gallery, dove Lozano presenta per la prima volta le sue opere testuali. Nel 1970 il Whitney Museum of American Art di New York le dedica una mostra personale, seguita da mostre in Germania, Nuova Scozia e alla Lisson Gallery di Londra. Nel 1971 decide di abbandonare il nome Lee Lozano, ribattezzandosi "Lee Free", che in seguito abbrevia in "E". Con Dropout Piece, lavoro del 1972, decide di lasciare la scena artistica.
I suoi lavori sono conservati in numerose collezioni, tra cui il Museum of Modern Art, New York; Moderna Museet, Stoccolma; Museo di Arte Contemporanea, Los Angeles; Wadsworth Ateneo, Hartford; Fogg Museum presso l'Università di Harvard, Cambridge; Corcoran, Washington DC; e Museum für Moderne Kunst, Francoforte, tra le altre.
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